Omelia (16-11-2003) |
padre Ermes Ronchi |
Quando il sole e gli astri si spengono la luce dei saggi e dei giusti risplende Non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute». Ognuno di noi è contemporaneo alla fine, la vita è contemporanea alla morte. Quante volte si è spento il sole, quante volte le stelle sono cadute a grappoli dal cielo, lasciandoci vuoti, poveri, senza sogni: una disgrazia, la malattia, la morte di una persona cara, una sconfitta nell'amore, un tradimento. Ognuno di noi ha detto almeno una volta: per me è finita. E fu necessario guardare in alto e cercare fra le nubi se veniva il Figlio dell'uomo, se tornava la fede che aveva vacillato, se tornava una luce. E fu necessario ricominciare a vivere, a credere nell'estate che inizia con il quasi nulla, con la prima gemma sul ramo del fico che si fa tenero, come fa il contadino con la sua speranza che è certezza. Gesù dice parole d'angoscia, eppure educa alla speranza: se anche il cielo dovesse crollarti addosso, oltre i frantumi del cielo viene un Dio esperto d'amore. Se anche hai davanti un muro di tenebra, tendi le mani, oltre il muro d'ombra una mano forte e sicura afferrerà la tua. Se anche il mondo ti crolla addosso... Nel cuore di molti sembra lievitare lo sgomento per il male che dilaga in forme nuove e antiche. Come reagire? Non con la fuga, ma rimanendo al proprio posto, per quanto umile esso sia, puntando gli occhi verso «coloro che inducono alla giustizia», come dice il profeta Daniele; verso il germoglio di speranza che spunta, come dice Marco; verso il Figlio dell'uomo che verrà, come dice Gesù. Verrà, e non mi importa il tempo; verrà e non mi interessa indovinare il giorno, ma avere mente e cuore che guardano in alto, per invertire la marcia di questa storia che sembra risucchiata verso il basso. Il nostro segreto non è in noi, è oltre noi, curvi a cercare un benessere che non ci placa e che ci sfugge. L'uomo di oggi possiede più di tutte le generazioni passate messe insieme, eppure si sente insoddisfatto e diventa avaro. Vive il miracolo della vita e al tempo stesso lo disprezza. Ma davanti a Lui che viene, ognuno, spoglio di tutto, avrà in mano solo il suo cuore d'uomo e sarà interrogato sull'amore. Marco parla di stelle che si spengono e cadono dal cielo. Ma il profeta Daniele rilancia: «i saggi risplenderanno, i giusti saranno come stelle», il cielo dell'umanità non sarà mai vuoto. Se anche i vecchi sistemi cadono, uomini giusti e santi si accendono su tutta la terra, salgono al luogo delle luci, e sono coloro che conservano passione per la pace, che inducono alla giustizia. E sono molti, sono legione, sono come le stelle del cielo. E tutti insieme sono il nostro volto futuro, tutti insieme fanno il Suo unico Volto. |