Omelia (16-11-2003)
LaParrocchia.it
La speranza che non delude

"Ricordati di Gesù Cristo, risuscitato dai morti". È il mistero fondamentale del vangelo. Su di esso riposa la nostra fede e si fonda la nostra speranza. Cristo è entrato nella gloria del Padre. Egli ritornerà alla fine dei tempi per prendere con sé gli eletti e introdurli nel regno eterno della pace e dell'amore: il regno del Padre. Questa è la speranza cristiana.

- Una speranza che trasfigura tutto. Si dovrebbe vivere in una continua angoscia, constatando che la morte si aggira intorno a noi e che dopo aver colpito tante persone che ci sono care, tende il suo agguato anche a noi per precipitarci nella tomba. Ma dopo che Cristo ha trionfato sulla morte con la sua risurrezione, un'immensa speranza è nata nel cuore dell'uomo, che trasfigura la vita presente con le sue pene, i suoi drammi, le sue prove, i suoi lutti. "Se ci rattrista la certezza di dover morire - canta il prefazio dei defunti - ci consoli la promessa dell'immortalità futura".

- Una speranza che libera. Essa spezza le catene che ci legano ai beni effimeri di quaggiù; essa ci libera dal morboso attaccamento a noi stessi e alle cose della terra, comunque si chiamino: superbia, vanità, cupidigia, avarizia, gelosia. Essa ci permette così di aprirci agli altri col cuore pieno di bontà e le mani protese nella carità e nell'amore.
Forte di questa fede, il cristiano porta in se stesso un ottimismo a tutta prova; egli sa che vive e che muore per un futuro glorioso.