Omelia (13-10-2011)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Romani 3,28

L'uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge. (Rm 3,28)

Come vivere questa Parola?

Creato per la libertà, l'uomo non ha ancora cessato di adorare le catene. Si ribella di fronte alle imposizioni ma poi striscia ai piedi di chi ne inceppa il passo. Un'indicazione di rotta che vuol facilitare il raggiungimento della meta o un avviso che intende mettere in guardia contro un pericolo vengono facilmente gonfiati: si moltiplicano i precetti fino a rendere sempre più difficoltoso l'andare. Una tendenza che ha radici antiche e che ha trasformato le Dieci Parole donate da Dio al suo popolo in comandamenti sminuzzati fino all'inverosimile in una molteplicità di adempimenti soffocanti.

Nell'adesione alla Legge così ridotta si indicava e continua spesso ad identificarsi l'ideale dell'uomo perfetto, favorendo la sottile e mai debellata tentazione del fariseismo.
Bisogna allora lasciarsi andare sfrenatamente dichiarando tutto lecito? Si sostituirebbero semplicemente alle catene di un'osservanza servile quelle di un degrado morale, svilente la stessa persona.

Uomo, sii pienamente te stesso: immagine e figlio di Dio! Riconosci e onora in te questa indiscussa e inarrivabile dignità che ti è data in dono. La tua vita allora si snoderà all'insegna della riconoscenza e nell'impegno a conformarsi sempre più al Prototipo di cui, appunto, si è immagine: Dio amore.

Vivere la propria grandezza è molto più esigente che osservare una legge, ma è anche molto più entusiasmante e liberante: una verità che farò oggetto di meditazione quest'oggi per assumerla consapevolmente e vitalmente.

Smaschera, Signore, in me ogni forma di fariseismo perché il mio vivere si snodi all'insegna di quello che sono: un tuo figlio.

La voce di un dottore della Chiesa

La fede è meglio, per te, che una nave sul mare. Questa infatti è retta dai remi, tuttavia i flutti la possono far affondare; ma la tua fede non affonda mai, se la tua volontà non lo vuole
(S.Efrem il Siro)