Omelia (17-10-2011) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Luca 12,13-21 Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio. Luca 12, 13-21 Come vivere questa Parola? Si erano rivolti a Gesù per una questione di eredità. E il Signore aveva preso le distanze da questo tipo di cose. Egli vuole educare l'uomo ad essere libero, così narra la parabola del ricco sedotto dal progetto di ristrutturare i suoi granai, per potervi accumulare le ricchezze sempre in aumento. Ma quel che manca al bilancio del ricco della parabola è una realtà semplice ed evidentissima: la morte, proprio la sua morte. In effetti a pensarla come un fatto generale, come qualcosa che deve arrivare, magari repentina, sulla pelle degli altri, si fa in fretta. Ma che possa capitare proprio a me, e quando non me l'aspetto, è una verità meno familiare e poco gradita. Eppure realizza veramente la propria vita solo chi esce dalla stoltezza di dimenticare che la morte esiste. Perché il pericolo che incombe su ognuno è quello di lasciarsi talmente immischiare nel possesso delle cose da esserne posseduti; il pericolo è darsi talmente all'accumulo, non solo della roba ma di ogni bene passeggero da diventarne prigioniero. È il falso arricchire che, oggi più che mai, si rivela fragile e precario come tutto il mondo finanziario in bilico. È il mio cuore profondo orientato a Dio, all'avvento del suo Regno, l'unica vera ricchezza: quella che mi dà pace in questa vita e dura nell'intramontabile gioia dell'oltre. Oggi, nella mia pausa contemplativa, considerando il mio legame con le cose e con il desiderio di ricchezza, mi situo al limite tra la vita e la morte e valuto come posso riorientare la mia vita. Signore, fammi lucido e lieto nella certezza che morire in Te, è venire da Te dunque è un guadagno. La voce di un Padre della Chiesa Considerate quelli che hanno un'opinione diversa sulla grazia di Gesù Cristo... Stanno lontani dalla eucaristia e dalla preghiera perché non riconoscono che l'eucaristia è la carne del nostro salvatore Gesù Cristo che ha sofferto per i nostri peccati e che il Padre nella sua bontà ha risuscitato. S. Ignazio di Antiochia |