Omelia (01-11-2011) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Tutti quanti, in ugual misura Il calendario appeso alla parete della nostra stanza ne ricorda uno al giorno, ma in realtà sono molti di più. Ve ne sono parecchi infatti di rinomati e venerati dal consenso globale della devozione che li riverisce sommamente nelle loro raffigurazioni di icone, ritratti e illustrazioni su cui si realizzano grosse industrie commerciali; ma ve ne sono anche altri meno venerati o che godono di un culto solamente locale o occasionale, altri ancora sono passati sotto il dimenticatoio del culto cattolico o al massimo vengono menzionati dalle grandi Enciclopedie distribuite esclusivamente dalle librerie cattoliche. Per non parlare di tanti altri personaggi fra questi che non si citano in alcun luogo, di cui nessuno si è mai reso conto e dei quali anche si è persa la memoria perché la Chiesa ha omesso di avviare procedure di riconoscimento ufficiale canonico. Ma nonostante le differenze di attenzione cultuale che noi dedichiamo ad essi su questa terra, essi godono lo stesso spessore di gloria e di luce al cospetto del Signore e Dio stesso è la loro ricompensa per il meritato premio di costante fedeltà e di instancabile perseveranza evangelica. Essi si sono distinti, nella nostra storia antica, contemporanenea, recente e attuale, come persone del tutto simili a noi, aventi gli stessi problemi, le stesse ansie, apprensioni e coltivando i medesimi ideali e progetti di vita, ma tutti quanti nutrendo un comune denominatore: Dio e un comune progetto, la testimonianza del suo Figlio Gesù Cristo. Rispetto a noi hanno vissuto la perfezione, cioè la piena conformità a Cristo, da loro scelto, imitato e seguito con eroico coraggio di testimonianza. E vengono da noi ora definiti Santi. La giornata di oggi serve a ricordarli ed esaltarli tutti quanti, in ugual misura, non importa quale sia l'importanza che ciascuno di essi riscuote nel comune sentire del popolo o la differente caratterizzazione dei singoli personaggi e del loro stile di vita o la loro notorietà. La liturgia odierna li venera e li omaggia tutti nessuno escluso ed esalta la loro fermezza nell'essere stati in ogni tempo fedeli a Dio. Così pure, nel culto che dobbiamo a loro, esaltiamo le stesse meraviglie del Signore, che dimostra in ogni tempo il valore attuale della santità e della perfezione evangelica. Anche coloro che non godono di alcun riconoscimento magisteriale, eppure certamente hanno meritato i favori divini, vivono la pienezza di glroria e hanno edificato il mondo nella loro vita terrena esemplare, beneficiano dell'odierno privilegio della nostra liturgia che vuole esaltare tutti coloro che hanno marcato positivamente la storia cristiana sulle orme del Cristo risorto. Concludendo il capitolo in cui descrive il Cardinale Federigo Borromeo, Manzoni sottolinea anzi come lo stesso, alla pari di moltissimi altri uomini degni di memoria riconoscente, vengano di fatto accantonati e messi da parte dalla penna di tanti agiografi e scrittori! Appunto per questo la solennità di Tutti i Santi assume una particolare importanza nel celebrare anche e sopratutto coloro che la stampa e l'informazione hanno trascurato. I meriti per cui questi uomini e donne veogono celebrati ed esaltati sono di natura differente e rispondono a peculairi carismi, talenti e qualità personali che hanno saputo mettere ciascuno a disposizioni della Chiesa e della collettività in ogni tempo poiché ogni Santo si è saputo distinguere in un particolare ambito culturale e sociale nello specifico di un particolare messaggio o di una particolare virtù, ma presso tutti costoro vi è un merito e una caratteristica comune imprescindibile che è quella di elevarci, edificarci ed ispirare anche a noi l'anelito alla santità manifestando al contempo che questo traguardo non è affatto irraggiungibile. La presenza di numersoi personaggi illistri nellea perfezione morale e nella santità con la varietà di esperienze personali, carismi, caratteri propri di ciascuna personalità, elementi di confronto e situazioni storiche particolari che variano di epoca in epoca dovrebbero infatti bastare a che anche noi possiamo essere santi come del resto vuole lo stesso Signore che esoera: "Siate santi, perché io il Signore vostro Dio sono Santo" (Lv 19,2) non per niente il Concilio Vaticano II, nella Costituzione dommatica Lumen Gentium sulla Chiesa sottolinea con forza che la santità è la vocazione universale di tutti i battezzati: prescindendo dal suo stato vocazionale specifico, ogni cristiano perché rivestito del Battesimo è chiamato alla santità. E infatti, leggendo con attenzione le lettere di Paolo e altri scritti del Nuovo Testamento e della prima cristianità, il termine "santi" (Agioi) era riferito a tutti i membri della Chiesa, perché tutti quanti i credenti in Cristo erano tenuti a conformarsi a Lui nella coerenza della vita. Santi insomma possiamo esserlo tutti e idealmente parlando tutti quanti dovremmo aspirare ad esserlo per non contravvenire alle promesse e ai propositi del nostro Battesimo. A questo ci esorta la Scrittura per esempio nel monito di Pietro: "Ad immagine del Santo che vi ha chiamati diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta" (1 Pt 1, 15). il segreto per il raggiungimento di questo obiettivo è la conformazione totoale a Cristo (il Santo) che ci invita alla sua sequela decisa e costante e al cammino secondo i suoi sentieri di perfezione e di giustizia. La pagina del brano odierno del vangelo ci ragguaglia che la via migliore per il conseguimento della santità è quella che Gesù ha vissuto in prima persona per poterla annunciare come veritiera a tutti, cioè quella delle Beatitudini, che impongono ciascuna una rinunia, un sacrificio e una determinata dimensione di lotta e di prova alla quale consegue sempre una ricompensa definitiva, che denuncia la fatica del vivere quotidiano e allo stesso tempo anche le motivazioni per cui occorre vivere accettando determinate condizioni e che si qualifica come un percorso realistico e immediato. La perfezione è un processo continuo non esente da ostacoli e impedimenti e che conosce tantissime zone d'ombra e lati negativi di oscurità. E' una lotta continuna contro le proprie imperfezioni e le insidie del maligno nonché un processo evolutivo di conversione radicata e attenta che escluda in ogni caso il male per eleggere sempre e in ogni caso il bene. Un percorso certamente non facile, nel quale tuttavia non manca mai il sostegno di Colui che ci chiama alla perfezione e ci offre strumenti di grazia e di edificazione spirituale incoraggiandoci, spronandoci e sostenendoci nella prova e nelle umiliazioni che la perfezione stessa comporta: Dio non manca di apportare il proprio ausilio a chi tende a mettersi sreriamente alla sua sequela radicalmente e senza esitazioni e i suoi interventi a nostrao favore sono già sufficienti e esaustivi, soprattutto quando essi sono manifesti nel Figlio suo Gesù Cristo la cui vita e le cui orme sono possibili a seguirsi; e tuttavia troviamo un ulteriore sprone in tutti questi personaggi che per fortuna arricchiscono il patrimonio della nostra spiritualità e della cultura cristiana e le cui esemplarità di vita sono attenstazione che è possibile seguire il Signore Gesù Cristo nella totale perfezione e il percorso della santità non è affatto irraggiungibile nei suoi traguardi. Anche noi quindi possiamo e abbiamo in animo di superare le prove e le tentazioni di questa vita per raggiungere la stessa corona di gloria dopo la prescritta perseveranza quando ci troveremo al cospetto del volto rifulgente di gloria del Signore, proprio dove ora i nostri Santi si trovano e ci aspettano; e anche noi possiamo emulare le virtàù di tanti personaggi che hanno tratteggato nella loro vita il Cristo crocifisso e risorto per essere latori di rinnovamento nel mondo a partire dal loro particolare settore della società. Potremmo affermare che la santità è oggigiorno l'urgenza più attuale per il rinnovamento del mondo e per l'edificazione nostra e degli altri in vista di una migliore qualità di vita globale ed è quuindi fuori luogo ogni riferimento alla santità come fattore esclusivamente trascendente e astratto perché se si fosse capaci di vera perfezione cristiana nella vita di tutti i giorni e se si fosse capaci di fedeltà alla scelta radicale di Cristo il mondo certamente otterrebbe una piacevole svolta. |