Omelia (23-11-2003) |
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Quale regalità? "Cristo re!". Un'espressione che rischia di offendere le orecchie di qualcuno: quelli che provano, senza troppo sapere perché, una profonda ripugnanza per le monarchie. Siano pure tranquilli. La regalità di Cristo non fa pesare sugli uomini alcuna minaccia. Al contrario, essa è sorgente di pace e di gioia. - Che cos'è la regalità di Cristo. Intanto è di un ordine tutto diverso da quello delle regalità della terra: "Sì, io sono re - risponde Gesù a Pilato che lo interroga. - Ma il mio regno non è di questo mondo". Non è fatto di territori e di schiavi. - Qual è il suo scopo? Il suo fine? È ancora Gesù che lo dice a Pilato: " Io sono venuto per rendere testimonianza alla verità". Il mondo è schiavo dell'errore, della menzogna, dell'ipocrisia, dell'odio. Cristo è stato mandato dal Padre per instaurare il regno della verità, della giustizia e della pace. - E con quali mezzi? La forza, il prestigio, la scienza, la tenacia, grandi eserciti, forti pressioni politiche? Niente di tutto questo! Ma la pazienza, la dolcezza, la povertà, l'amore, il dono di sé fino al sacrificio. Gesù sarà un re deriso e torturato. Avrà come scettro una canna, per diadema una corona di spine, per trono una croce. - Ma questa regalità ha assicurato un trionfo universale ed eterno. Iniziata quaggiù nelle lacrime e nel sangue, non sarà instaurata definitivamente che alla fine dei tempi. La chiesa, regno di Dio sulla terra, diventerà il regno eterno dei cieli. |