Omelia (30-11-2003)
a cura dei Carmelitani
Inizio dei nuovi tempi

1. Orazione iniziale

Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché Egli ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con che Tu la hai letta peri discepoli nella strada de Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu gli aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e morte. Così, la croce che sembrava d'essere la fine de ogni speranza, è apparsa a loro come sorgente di vita e di risurrezione.
Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella Creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, sopratutto nei poveri e sofferenti. La tua parola ci oriente finché anche noi, come i due discepoli de Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi Ti chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci ha rivelato il Padre e inviato il tuo Spirito. Amen.

2. Lettura

a) Chiave di lettura:
Il testo liturgico di questa domenica ci porta a meditare il discorso di Gesù sulla fine del mondo. Oggi, quando si parla di fine del mondo, le reazioni sono assai variegate. Alcuni hanno paura. Altri rimangono indifferenti. Altri cominciano a vivere più seriamente. Ed altri ancora, quando sentono una notizia terribile, dicono: "La fine del mondo è vicina!" E tu? Hai un'opinione al riguardo? Come mai all'inizio dell'anno liturgico, in questa prima domenica di Avvento, la Chiesa ci confronta con la fine della storia?
Avendo in testa queste domande, cerchiamo di leggere il testo in modo che ci interpelli e ci interroghi.
Durante la lettura faremo lo sforzo di prestare attenzione non a ciò che causa timore, bensì a ciò che produce speranza.

b) Una divisione del testo per aiutarne la lettura:
Luca 21,25-26: Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle.
Luca 21,27: Il Figlio dell'Uomo verrà su una nube.
Luca 21,28: La speranza che rinasce nel cuore.
(Luca 21,29-33: La lezione della parabola dell'albero di fichi).
Luca 21,34-36: Esortazione alla vigilanza.

c) Il Testo:
25 Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26 mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
27 Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.
28 Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
34 State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; 35 come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36 Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».

3. Momento di silenzio orante
perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.

4. Alcune domande
per aiutarci nella meditazione e nell'orazione.
a) Che sentimento hai avuto durante la lettura? Di paura o di pace? Perché?
b) Hai trovato nel testo qualcosa che ti ha dato speranza e coraggio?
c) Cos'è che oggi spinge la gente ad avere speranza e a resistere?
d) Perché mai all'inizio dell'Avvento la Chiesa ci confronta con la fine del mondo?
e) Cosa rispondere a coloro che dicono che la fine del mondo è vicina?
f) Come capire l'immagine della venuta del Figlio dell'Uomo su una nube?

5. Una chiave di lettura
per coloro che volessero approfondire il tema.

I. Il contesto del discorso di Gesù
Il testo del Vangelo di questa domenica (Lc 21,25-28.34-36) fa parte del così detto "discorso escatologico" (Lc 21,8-36). Nel Vangelo di Luca, questo discorso è presentato come la risposta di Gesù ad una domanda dei discepoli. Davanti alla bellezza e alla grandezza del tempio e della città di Gerusalemme, Gesù aveva detto: "Non rimarrà pietra su pietra!" (Lc 21,5-6). I discepoli volevano che Gesù desse loro maggiori informazioni su questa distruzione del tempio e chiedevano: "Quando succederà questo, Maestro, e quali saranno i segnali che indicheranno che ciò sta per accadere?" (Lc 21,7).
Obiettivo del discorso: aiutare a discernere gli avvenimenti
Nel tempo di Gesù (anno 33), di fronte a disastri, guerre e persecuzioni, molta gente diceva: "La fine del mondo è vicina!" Le comunità del tempo di Luca (anno 85) pensavano lo stesso. Inoltre, durante la distruzione di Gerusalemme (anno 70) e della persecuzione dei cristiani che durava ormai da 40 anni, c'era chi diceva: "Dio non controlla più gli eventi della vita! Siamo perduti!" Per questo la preoccupazione principale del discorso è quella di aiutare i discepoli e le discepole a discernere i segni dei tempi per non essere ingannati da queste conversazioni della gente sulla fine del mondo: "Attenzione a non lasciarvi ingannare!" (Lc 21,8). Il discorso offre diversi segnali per aiutarci a discernere.
Sei segnali per aiutarci a discernere gli eventi della vita.
Dopo una breve introduzione (Lc 21,5), comincia il discorso propriamente detto. In stile apocalittico, Gesù enumera gli eventi che servono da segnali. E' bene ricordare che Gesù viveva e parlava nell'anno 33, ma che i lettori di Luca vissero ed ascoltarono le parole di Gesù attorno all'anno 85. Tra l'anno 33 e l'anno 85, successero molte cose da tutti conosciute, per esempio: la distruzione di Gerusalemme (anno 70), le persecuzioni, le guerre ovunque, alcuni disastri naturali. Il discorso di Gesù annuncia questi eventi come cose che dovranno succedere nel futuro. Ma le comunità le considerano cose del passato, già avvenute:
Primo segnale: i falsi messia che diranno: "Sono io! Il tempo è vicino!" (Lc 21,8);
Secondo segnale: guerra e rumori di guerra (Lc 21,9);
Terzo segnale: una nazione che si alza contro un'altra (Lc 21,10)
Quarto segnale: terremoti, fame e peste ovunque (Lc 21,11);
Quinto segnale: persecuzione contro coloro che annunciano la parola di Dio (Lc 21,12-19);
Sesto segnale: assedio e distruzione di Gerusalemme (Lc 21, 20-24).
Le comunità cristiane dell'anno 85 nell'udire l'annuncio di Gesù potevano concludere: "Tutte queste cose sono già accadute o stanno accadendo! Tutto questo si svolge secondo un piano previsto da Gesù! Quindi la storia non sfugge dalle mani di Dio"! Soprattutto per quanto riguarda il 5° ed il 6° segnale potrebbero dire: "E' ciò che stiamo vivendo oggi! Siamo già nel 6° segnale!" E dopo viene la domanda: Quanti segnali mancano prima che venga la fine?
Di tutte queste cose, apparentemente molto negative, Gesù disse nel vangelo di Marco: "Sono appena l'inizio dei dolori del parto!" (Mc 13,8) I dolori del parto, pur se molto dolorosi per una madre, non sono segnali di morte, bensì di vita! Non sono motivo di timore, ma di allegria e di speranza! Questo modo di leggere i fatti dà tranquillità alle persone. Come vedremo, Luca esprimerà la stessa idea, ma con altre parole (Lc 21,28).
Dopo questa prima parte del discorso (Lc 21,8-24) vediamo il testo che ci viene presentato nel vangelo della Messa della prima domenica d'Avvento:

II. Commento del testo
Luca 21,25-26: Segnali nel sole, nella luna e nelle stelle
Questi due versi descrivono tre fenomeni cosmici: (1) "Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle"; (2) "Il fragore del mare e dei flutti"; (3) "Le potenze dei cieli saranno sconvolte". Negli anni 80, epoca in cui Luca scrive, questi tre fenomeni non si erano manifestati. Le comunità potevano affermare: "Questo è il settimo ed ultimo segnale che manca prima della fine!" A prima vista, questo settimo segnale sembra più terribile dei precedenti, poiché Luca dice che suscita angoscia e causa timore negli uomini e nelle nazioni. Nella realtà, malgrado la sua apparenza negativa, queste immagini cosmiche suggeriscono qualcosa di molto positivo, e cioè, l'inizio della nuova creazione che sostituirà l'antica creazione (cf Ap 21,1). E' l'inizio del nuovo cielo e della nuova terra, annunciati da Isaia (Is 65,17). Introducono la manifestazione del Figlio di Dio, l'inizio di tempi nuovi.
Luca 21,17: L'arrivo del Regno di Dio e la manifestazione del Figlio dell'Uomo
Questa immagine viene dalla profezia di Daniele (Dn 7,1-14). Daniele dice che dopo le disgrazie causate da quattro regni di questo mondo (Dn 7,1-8), verrà il Regno di Dio (Dn 7,9-14). Questi quattro regni, tutti, hanno sembianza animalesca: leone, orso, pantera e bestia feroce (Dn 7,3-7). Sono regni animaleschi. Tolgono vita alla vita (fino ad oggi!). Il Regno di Dio appare con l'aspetto del Figlio dell'Uomo, cioè, con l'aspetto umano della gente (Dn 7,13). E' un regno umano. Costruire questo regno che umanizza, è compito delle comunità cristiane. E' la nuova storia, la nuova creazione, alla cui realizzazione dobbiamo collaborare.
Luca 21,28: Una speranza che nasce nel cuore
Nel Vangelo di Marco Gesù diceva: "E' appena l'inizio dei dolori del parto!" (Mc 13,8) Qui, nel Vangelo di Luca, dice: "Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina!" Questa affermazione indica che l'obiettivo del discorso non è quello di causare paura, bensì suscitare speranza ed allegria nel popolo che stava soffrendo a causa della persecuzione. Le parole di Gesù aiutavano (ed aiutano) le comunità a leggere i fatti con lenti di speranza. Devono avere paura coloro che opprimono e sfruttano il popolo. Loro, sì, devono sapere che il loro imperio è terminato.
Luca 21,29-33: La lezione della parabola del fico
Quando Gesù invita a guardare il fico, Gesù ci chiede di analizzare i fatti che stanno accadendo. E' come se dicesse: "Dal fico dovete imparare a leggere i segni dei tempi e così poter scoprire dove e quando Dio entra nella vostra storia!" E termina la lezione della parabola con queste parole: "Il cielo e la terra passeranno; ma le mie parole non passeranno!" Mediante questa frase molto conosciuta Gesù rinnova la speranza ed allude di nuovo alla nuova creazione che era già in atto.
Luca 21, 34-36: Esortazione alla vigilanza
Dio giunge sempre! La sua venuta avviene quando meno si aspetta. Può succedere che Lui venga e la gente non si renda conto dell'ora della sua venuta (cf Mt 24,37-39). Gesù dà consigli alla gente, in modo da stare sempre attenti: (1) evitare ciò che possa turbare ed appesantire il cuore (dissipazioni, ubriachezze ed affanni della vita); (2) pregare sempre chiedendo la forza per continuare ad attendere in piedi la venuta del Figlio dell'uomo. Detto con altre parole, il discorso chiede un duplice atteggiamento: da un lato, la vigilanza sempre attenta di colui che è sempre accorto, e dall'altro la tranquillità serena di colui che sta in pace. Questo atteggiamento è segno di molta maturità, poiché combina la coscienza della serietà dell'impegno e la coscienza della relatività di tutto.

III. Ulteriori informazioni per poter capire meglio il testo
a) Quando avverrà la fine del mondo
Quando diciamo "Fine del mondo", di che mondo stiamo parlando? La fine del mondo di cui parla la Bibbia o la fine di questo mondo, dove regna il potere del male che schiaccia ed opprime la vita? Questo mondo di ingiustizia avrà una fine. Nessuno sa come sarà il nuovo mondo, poiché nessuno può immaginare ciò che Dio ha preparato per coloro che lo amano (1 Cor 2,9). Il nuovo mondo della vita senza morte (Apoc 21,4) oltrepassa tutto, come l'albero supera il suo seme (1 Cor 15,35-38). I primi cristiani erano ansiosi e desideravano sapere il quando di questa fine (2 Ts 2,2; Atti 1,11). Ma "non tocca a voi conoscere i tempi ed i momenti che il Padre fissò con la sua autorità" (Atti 1,7). L'unico modo per contribuire alla fine "e ci venga dato da Dio il tempo del refrigerio" (Atti 3,20) è rendere testimonianza al Vangelo in ogni momento ed ogni azione, fino ai confini della terra (Atti 1,8).

b) Il nostro tempo! Il tempo di Dio!
"Perché nessuno conosce né il giorno, né l'ora: nemmeno gli angeli del cielo, nemmeno il Figlio, ma solo il Padre" (Mc 13,32; Mt 24,36). E' Dio che determina l'ora della fine. Il tempo di Dio non si misura con il nostro orologio o calendario. Per Dio, un giorno può essere uguale a mille anni, e mille anni uguali a un giorno (Sl 90,4; Pt 3,8). Il tempo di Dio scorre indipendentemente da noi. Noi non possiamo interferire con esso, ma dobbiamo essere preparati per il momento in cui l'ora di Dio si rende presente nel nostro tempo. Ciò che dà sicurezza, non è sapere l'ora della fine del mondo, bensì la Parola di Gesù presente nella vita. Il mondo passerà, ma la sua parola non passerà (cf Is 40,7-8).

c) Il contesto in cui si trova il nostro testo nel Vangelo di Luca
Per noi del XXI secolo, il linguaggio apocalittico è strano, difficile e confuso. Ma per la gente di quel tempo era il modo di parlare che tutti capivano. Esprimeva la certezza testarda della fede dei piccoli. Malgrado tutto e contro tutte le apparenze, loro continuavano a credere che Dio è il Signore della storia. L'obiettivo principale del linguaggio apocalittico è animare la fede e la speranza dei poveri. Al tempo di Luca, molta gente delle comunità pensava che la fine del mondo era vicina e che Gesù sarebbe ritornato. Per questo c'erano persone che non lavoravano più: "Perché lavorare, se Gesù ritornerà?" (cf 2 Ts 3,11). Altri rimanevano a guardare il cielo, aspettando il ritorno di Gesù sulle nubi (cf Atti 1,11). Il discorso di Gesù indica che nessuno sa l'ora dell'ultima venuta. Oggi succede la stessa cosa! Alcuni aspettano tanto la venuta di Gesù che non ne percepiscono la presenza in mezzo a noi, nelle cose e nei fatti di ogni giorno.

6. Salmo 46 (45)

Dio è la nostra forza

Dio è per noi rifugio e forza,
aiuto sempre vicino nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se crollano i monti nel fondo del mare.
Fremano, si gonfino le sue acque,
tremino i monti per i suoi flutti.
Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio,
la santa dimora dell'Altissimo.
Dio sta in essa: non potrà vacillare;
la soccorrerà Dio, prima del mattino.
Fremettero le genti, i regni si scossero;
egli tuonò, si sgretolò la terra.
Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto portenti sulla terra.
Farà cessare le guerre sino ai confini della terra,
romperà gli archi e spezzerà le lance,
brucerà con il fuoco gli scudi.
Fermatevi e sappiate che io sono Dio,
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.
Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.

7. Orazione finale

Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa' che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello, che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa' che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola, Tu che vivi e regna con il Padre nell'unità dello Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.