Omelia (01-11-2011) |
Gaetano Salvati |
La santità come risposta all'Amore "Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore", recita il ritornello del Salmo. Il canto del salmista sembra compendiare il motivo per cui, oggi in maniera particolare, la Chiesa invita tutti i fedeli a ricordare l'esempio lasciato dai santi e dalle sante. Ma chi sono i santi? Innanzitutto, i santi sono i testimoni dell'Amore nella storia dell'uomo. Sono coloro che, liberamente, hanno aderito totalmente agli insegnamenti dell'Agnello (Ap 4,10). Sono i "beati" a cui fa riferimento il Maestro nel Vangelo odierno. Infatti, mettendo in pratica la Parola di Gesù, hanno realizzato il loro essere cristiani: solo chi è "povero in spirito", "mite", "misericordioso", "puro di cuore", "operatore di pace" (Mt 5,3-11), cioè chi si lascia plasmare dall'azione del Verbo incarnato, può gustare le meraviglie di un'esistenza donata interamente al servizio del regno. Ma i "beati" (santi) non sono coloro che hanno subìto le angustie del mondo. Le beatitudini, difatti, non invitano il cristiano a rimanere impassibili di fronte alle ingiustizie personali o altrui. Segnalano, invece, al credente, quali sono le condizioni necessarie per essere discepoli di Gesù, testimoni viventi della vita nuova inaugurata da Cristo il mattino di pasqua. La prima condizione, accennata sopra, è quella di spogliarsi delle convinzioni personali, che sviano l'uomo dal conseguimento dei veri interessi, e abbracciare, con tutto il cuore e con tutta la mente, la croce del Signore; in secondo luogo, vivere come il Maestro, in umiltà, in mitezza, con purezza di cuore, perdonando e favorendo la pace nella comunità. I santi, dunque, sono divenuti tali perché hanno attuato il vangelo. Per questo motivo, sono, nella Chiesa e nel mondo, i modelli da seguire. La Chiesa, perciò, seguendo l'insegnamento del Signore, non identificandosi con nessuna ideologia o sistema politico, richiama l'origine e la destinazione finale cui appartiene ogni cristiano, e non solo a pochi "eletti". La solennità odierna, infatti, sprona ciascuno a vivere nella gioia, nella speranza, infine, nella certezza che lo Spirito di Cristo edifica l'avvenire nel tempo. Nella Chiesa, comunità redenta dal sangue dell'Agnello, tutti sono chiamati alla santità, grazie all'azione dello Spirito. La santità nel popolo di Dio si fonda sull'appartenenza a Cristo, data dalla grazia sacramentale (prima di tutto, il battesimo) e sulla missione che la Chiesa ha di brillare quale nazione santa. I seguaci di Cristo, allora, per adempiere la missione salvifica, devono corrispondere, nella libertà, al dono che la Trinità elargisce a tutti i battezzati: se Dio è Amore, l'essenza del dono è la carità. La santità è adesione libera al disegno divino, risposta che porta a dare gratuitamente quanto gratuitamente ci è stato donato; secondo le forze ricevute, il dono esige accoglienza e risposta, in tutto obbedienti alla volontà del Padre, consacrati alla gloria di Dio e al servizio del prossimo. Fratelli, ascoltiamo il Maestro che parla al nostro cuore nelle situazioni particolari della nostra vita. Mettiamo in pratica i suoi insegnamenti: solo in questo modo riusciremo a realizzarci, ad essere testimoni, santi, nel mondo e nella Chiesa. Amen |