Omelia (02-11-2011)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Giovanni 6,40

Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Gv 6,40


Come vivere questa Parola?

Il giorno sacro alla memoria dei cari defunti, è consolante lasciare che si imprima nel nostro cuore questo annuncio-promessa di superamento e sconfitta della morte: la più acerrima nemica dell'uomo.

Gesù aveva appena detto che il Padre lo aveva mandato appunto per questo: non permettere la perdizione eterna dei suoi figli consegnati a lui per la salvezza.

Ma qual è, per così dire, il meccanismo che noi siamo chiamati a mettere in atto, perché il Signore Gesù possa operare in noi la salvezza? È chiarissimo! Si tratta di vedere e credere in lui (cf v.40).

Sì, vedo Gesù nel prossimo: quello che la pensa come me e quello che sta su tutt'altra sponda. Non allineo a volte col suo modo di pensare ma lo rispetto sempre.

Credo in Gesù: nella sua parola, nella sua presenza eucaristica e dentro la realtà fraterna. Sì, vedendo lui con gli occhi della fede e credendo in lui con l'esercizio costante e sereno della mente, riposo in una certezza che è il segreto della pace, perché è il senso dell'esistenza. Non morirò per sempre: questi miei occhi vedranno il Salvatore ed io godrò in lui di una pienezza di felicità inimmaginabile ed eterna.

Signore, ti prego, custodisci il mio cuore in questa promessa di luce. E mi sia pace, mi renda portatore di pace ovunque.

La voce di un Dottore della Chiesa

Nessuno pianga, nessuno gema, nessuno critichi l'opera di Cristo. Egli infatti ha vinto la morte. Perché spargere lacrime inutili? La morte è diventata un sonno: perché gemere e piangere?
San Giovanni Crisostomo