Omelia (08-12-2003)
don Marco Pratesi
Gioisci, Maria!

Nella festa dell'Immacolata celebriamo la sovrabbondanza della gratuità di Dio, che ha voluto fare con Maria qualcosa di speciale: la forza della croce, la luce della buona notizia hanno cominciato ad agire in lei ancora prima dell'evento storico della redenzione. Anche lei è una redenta: come figlia di Adamo Maria era soggetta alle conseguenze del peccato. Anzi, è redenta e salvata ancora di più, in modo ancora più totale degli altri. In Maria la redenzione ha veramente portato i frutti di cui è capace. Nessuna creatura umana è stata trasformata dalla redenzione come lei.
L'angelo dice alla Vergine proprio questo: "Rallégrati, Maria, perché tu sei ricolma della gratuità divina, e il Signore è con te". Dio ti ha fatto dei regali speciali. Ti ha rivestita della sua salvezza, ti ha avvolta nella sua santità.
Maria non ha potuto fare niente per meritare questi doni: è stata solo sommersa dal suo Dio che è gratuità. Ha vissuto davvero il senso della presenza e della vicinanza di Dio: "il Signore è con te". La tua vita non è orfana, abbandonata, ma abitata da una presenza, posta sotto il segno della signoria di Dio, in mano a lui. Egli non è distante, indifferente, assente, ma con te. E' vivo e agisce nella tua storia.
Ti chiede di farsi ancora più presente, di venire in modo nuovo e più forte in te; e attraverso di te, nel mondo. Per questo "rallégrati", esulta, sii contenta! Non avere paura. L'"Ave" non è un semplice saluto, una formula di cortesia, ma un invito alla gioia: "Rallégrati, Maria, perché tu sei ricolma della gratuità divina, e il Signore è con te".
Quando diciamo l'"Ave Maria" noi ci uniamo alla gioia di Maria, alla sua meraviglia, alla sua gratitudine di fronte ad un amore così.
Questo sintonizzarsi con lei è fondamentale, perché il suo sentimento può e deve essere anche il nostro. Maria è immagine e modello del discepolo e di tutta la chiesa: "abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Maria" si potrebbe dire. Anche noi possiamo e dobbiamo sentirci pieni dei doni gratuiti di Dio, prima di tutto di quel grande dono che è il Dio-con-noi, l'Emmanuele. Anche noi possiamo e dobbiamo esultare per questa presenza. E se, a differenza della Vergine, il peccato sfigura in noi l'immagine di Dio, sappiamo che questo è per Dio una spinta ulteriore a vincerci con la sua gratuità. Niente ci potrà strappare a questo amore. "Alle mie pecore io do la vita e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio è più forte di tutti e nessuno può strapparle dalle sue mani".

All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci metta in sintonia con Maria, e (così) sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:
Animati dallo Spirito di Gesù, chiediamo al Padre che ci liberi dal male in ogni sua forma.