Omelia (09-11-2003)
don Romeo Maggioni
La Chiesa sposa di Cristo

L'anniversario della consacrazione della basilica del Laterano in Roma, chiesa madre di tutte le chiese, costruita già da Costantino, ogni anno è occasione per capire che cosa è la Chiesa "dalle pietre vive" che siamo noi battezzati, il legame profondo che ci unisce a Cristo e il nostro fare unità attorno al Papa.
Dai testi delle letture e delle orazioni possiamo oggi trarre una completa catechesi sul mistero della Chiesa, "da te santificata, o Padre – come diciamo nel prefazio – come sposa di Cristo".

1) IN SPIRITO E VERITA'

All'origine di tutto sta la sorprendente decisione di Dio di voler sposare Suo Figlio; e la sposa prescelta è l'umanità. Il Verbo si incarna nella Vergine Maria e unisce in Sé, sostanzialmente, divinità e umanità. Scrive sant'Agostino: "L'utero della Vergine fu la stanza nuziale nella quale si sono uniti lo Sposa e la sposa, il Verbo e la carne" (In 1Gv 1,2). Il luogo ora fisico della presenza di Dio tra gli uomini è la persona umana di Gesù, il tempio definitivo nel quale l'uomo può incontrarsi col Dio vero. Dirà san Paolo: "In Lui abita la pienezza della divinità in un modo fisico" (Col 2,9). In Lui ora si adora il Padre in spirito e verità.

Ma lo Sposo ha unito a Sé l'umanità intera come suo corpo, facendo della Chiesa – l'umanità cioè che col proprio sì acconsente a questo sposalizio – la sua sposa "senza macchia né ruga, ma santa e immacolata", unendola in "una sola carne, poiché siamo membra del suo corpo" (Ef 5,25-31). La Chiesa allora è oggi il tempio dalle "pietre vive", quell'edificio spirituale capace di offrire "sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo" (II lett.). Diviene così – realizzando progressivamente quello sposalizio – "la stirpe eletta, il sacerdozio regale, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le sue opere meravigliose"(II lett.).
Strumento che opera tale sposalizio è lo Spirito santo datoci da Cristo.

Come un fiume fecondo che attraversa la storia, giunge fino a noi senza soluzione di continuità tutto il deposito del "SACRO" (la Parola di Dio, i Sacramenti, il carisma apostolico – doni dello Spirito) perché ogni uomo assetato di verità e di Dio possa avere a disposizione ciò che oggettivamente Dio vuol far giungere intatto ed efficace per la salvezza. Solo la Chiesa possiede in pienezza gli strumenti della santificazione. "Non può avere Dio per padre chi non ha la Chiesa per madre" (san Cipriano).

2) LA DIGNITA' DI SPOSA

Ma penetriamo ulteriormente nel mistero della Chiesa. Dice oggi il prefazio: "La Chiesa, raffigurata nel segno del tempio, è da te, o Padre, santificata continuamente come sposa di Cristo, madre lieta di una moltitudine di figli, perché vuoi collocarla accanto a te, rivestita di gloria". Sposa significa che diviene partecipe di una intimità particolare nei confronti di Cristo. Scrive un autore medievale: "L'Onnipotente avendo preso in sposa una debole e l'Eccelso una di bassa condizione, da schiava ne ha fatto una regina e colei che gli stava sotto i piedi la pose al suo fianco. Uscì infatti dal suo costato, donde la fidanzò a Sé".

Cristo ha fatto della Chiesa la sua Sposa, quasi nuova creazione, nuova Eva, tratta dal fianco del secondo Adamo nel momento della redenzione.
Ma l'amore è condivisione di tutto, è comunione del cuore e della vita: così avviene d'ogni sposalizio ben riuscito; così avviene in questo stupendo sposalizio tra Cristo e l'uomo credente. Prosegue infatti il testo medievale: "Come tutte le cose del Padre sono del Figlio e quelle del Figlio sono del Padre, così lo Sposo ha dato tutte le cose sue alla Sposa, e lo Sposo ha condiviso tutto quello che era della sposa, che pure rese una cosa sola con se stesso e con il Padre. Voglio, dice il Figlio al Padre pregando per la Sposa, che come io e tu siamo una cosa sola, così anch'essi siano una cosa sola con noi. Lo Sposo pertanto è una cosa sola con il Padre e uno con la sposa".

L'intimità con Dio produce profonde trasformazioni nell'uomo. Cristo elimina il peccato, assume la natura umana e la rende partecipe della natura divina. "Quello che ha trovato di estraneo nella Sposa l'ha tolto via, configgendolo alla croce, dove ha portato i peccati di lei. Quanto appartiene per natura alla Sposa ed è sua dotazione, lo ha assunto e se ne è rivestito. Invece ciò che gli appartiene in proprio ed è divino l'ha regalato alla Sposa. Egli annullò ciò che era del diavolo, assunse ciò che era dell'uomo, donò ciò che era di Dio" (Beato Isacco abate della Stella). Uno sposalizio che realmente ci fa una "carne sola" con Cristo e quindi con Dio, divinizza la nostra esistenza, per essere alla fine "rivestiti di gloria".

Viviamo tempi di tentazioni pericolose nei confronti della Chiesa; il soggetivismo, che è marchio della nostra cultura, è entrato anche nella esperienza religiosa. Si ricercano forme di salvezza che non fanno riferimento ai dati storici e oggettivi del Dio che si è incarnato in Cristo, ma si dà credito a forme di religiosità emotiva, irrazionale, fino a toccare i limiti della magia e della superstizione, che umiliano, non esaltano l'uomo. E anche all'interno della Chiesa si vanno diffondendo forme di spiritualità non legate agli elementi costitutivi della fede che sono la Parola di Dio, i Sacramenti e l'autorità apostolica; si creano chiesuole alternative basate su rivelazioni private, presunti profeti dai poteri carismatici, clubs dove si vive una fede devozionale al limite dell'eresia e dello scisma.

Oggi siamo invitati a vedere nel Papa, il vescovo di Roma, il segno visibile dell'unità di tutto il popolo di Dio. Un martire della Chiesa primitiva, sant'Ignazio d'Antiochia, che tanto teneva all'unità, così raccomandava: "Come il Signore nulla fece senza il Padre col quale è uno, così nulla fate senza il vescovo e i presbiteri. Sia ritenuta valida l'Eucaristia che si fa dal vescovo e da chi è da lui delegato. Siate uniti al vescovo come le corde alla cetra".