Omelia (22-11-2011) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Luca 21,6 "Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta". Lc 21,6 Come vivere questa parola? Siamo negli ultimi giorni dell'anno liturgico e Gesù, parlando della distruzione del Tempio, non sta facendo altro che riferirsi proprio alla fine dei tempi. Egli ci ricorda che il mondo ha in Dio il suo inizio e il suo termine e più che cercare di qua e di là chi ci dice quando tutto finirà, è meglio attendere col cuore ascoltante e vigilante. In ogni tempo ci sono falsi profeti, guerre, rivoluzioni, terremoti, carestie e pestilenza, ma non per questo è prossima la fine! Il discepolo è chiamato alla vigilanza: a non lasciarsi ingannare, a vivere come testimone di Gesù nell'oggi della propria storia. Dio sta realizzando il suo disegno di amore per l'umanità anche attraverso tutte le apparenti contraddizioni che contraddistinguono la vita odierna: il mistero della morte e la risurrezione di Gesù continua proprio nella vita di ogni discepolo fino alla pienezza dei tempi. Nella mia pausa contemplativa, oggi, vorrei riflettere sulla presenza della croce nella mia vita personale: le contraddizioni, la malattia, l'ingiustizia che ognuno incontra nel corso dell'esistenza. Tutto questo mi associa a Gesù non solo nella sofferenza ma anche nella risurrezione? È questa la pienezza dei tempo per me. Signore Gesù, la tua vita illumini la mia! Apri il mio cuore a comprendere ed accogliere ogni espressione della mia vita con amore, fiducioso di camminare con la mano nella tua. La voce di un a guida spirituale di oggi Senza questo sfondo escatologico, senza una pienezza di vita che lo equilibri, non si dà ragione di questo divenire storico di questo mondo con tutte le sue assurdità e le sue brutture. E neanche la vita e la morte di Gesù possiamo capire - perché Gesù muore abbandonato - se non c'è un qualcosa che apre una visione di eternità. Carlo Maria Martini |