Omelia (25-11-2011)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Luca 21,32

In verità vi dico: Non passerà questa generazione prima che tutto avvenga.
Lc 21,32


Come vivere questa parola?

Oggi, il Vangelo ci solleva lo spirito con una parabola piena di speranza. Gesù invita gli ascoltatori a osservare il fico e gli altri alberi: quando si sono svegliati dal sonno dell'inverno, si conosce che l'estate è ormai vicina; c'è un clima di freschezza e speranza.

Analogamente si il regno di Dio è vicino quando si vedono tutti i segni indicati in questo capitolo di Luca. Per Luca è importante spingere i discepoli a leggere ciò che succede nella vita alla luce della fede: la primavera non è ancora l'estate, ma ne è la promessa. Solo illuminata dalla storia di Gesù, Figlio di Dio, l'esistenza dell'uomo diventa trasparente: si può comprendere di più il significato della logica di morte e risurrezione nella vita umana.

È Gesù il centro della storia; Egli è l'oggi di Dio in ogni epoca, il che vuol dire che le parole di Gesù hanno forza per noi oggi. Oggi è il giorno di salvezza e non di distruzione. Bisogna fidarci quietamente delle parole di Gesù, parole che non passeranno mai.

Nella mia pausa contemplativa, oggi, cerco di rileggere la mia vita alla luce della parabola del fico: la promessa della fanciullezza e della giovinezza si è realizzata? Sto maturando come discepolo convinto? Guardo il futuro con speranza? Su! C'è ancora tempo.

Signore Gesù, ci sono momenti nella vita in cui le tue promesse mi parlano al cuore e desidero tanto arrivarci - ma la volontà è debole e mi perdo dietro le promesse passeggere dell'esistenza quotidiana. Aiutami ad essere più deciso, più costante nella mia vita cristiana.

La voce di un grande Papa

Quanto a me vorrei avere finalmente una nozione riassuntiva e sapiente sul mondo e sulla vita: penso che tale nozione dovrebbe esprimersi in riconoscenza: tutto era dono, tutto era grazia; e com'era bello il panorama attraverso il quale si è passati; troppo bello, tanto che ci si è lasciati attrarre e incantare, mentre doveva apparire segno e invito.
Papa Paolo VI