Omelia (24-08-2002) |
Archivio Parrocchia |
Giovanni 1,45-51 In questo racconto di vocazione spicca la conoscenza che Gesù ha del cuore di ogni uomo. Per questo può chiamare con autorità quelli che vuole a seguirlo più da vicino. Le ultime parole del Vangelo odierno esprimono la promessa e il program-ma che Gesù presenta loro: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scen-dere sul Figlio dell'uomo". ll Signore chiama per mettere gli uomini in relazione col cielo, per rivelare il suo essere, che è tutto relazione con il Padre e con noi, punto di convergenza del mo-vimento di Dio verso gli uomini e dell'anelito degli uo-mini verso Dio: Figlio dell'uomo e Figlio di Dio. I Dodici stanno con lui perché devono vedere il Pa-dre agire e dimorare nel Figlio dell'uomo, in una unio-ne che si manifesterà pienamente nella passione di Ge-sù, quando egli sarà innalzato sulla croce e nello stesso tempo introdotto di nuovo nella gloria del Padre. Allo-ra il sogno di Giacobbe sarà realizzato. Anche noi siamo chiamati a questa profonda rivela-zione. In ogni celebrazione dell'Eucaristia riviviamo il mistero della morte e della glorificazione di Gesù, sa-cerdote e vittima della nuova alleanza tra il Padre e gli uomini. Egli si rivela a noi come agli Apostoli, "i dodici ba-samenti su cui poggiano le mura della città", "fidan-zata e sposa dell'Agnello". Ravviviamo la nostra fede nella contemplazione di questi misteri che Dio ci ha rivelati e ringraziamolo per averci riuniti nella Chiesa, che diffonde nel mon-do la fede e l'amore degli Apostoli. |