Omelia (01-12-2011) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Fare la volontà del Padre. "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli". La nostra religiosità non si fonda su teorie o su astratti princìpi filosofici: è piuttosto un incontro personale con Cristo, il quale con quanto ha detto e fatto ci sollecita a "fare" altrettanto, ad imitarlo, a mettere in pratica operando una interiore e profonda conversione fino a diventare suoi testimoni. Gesù dice di se: "Non sono venuto per fare la Mia volontà, ma la volontà del Padre mio che mi ha mandato". Insegnandoci a pregare ci fa dire: "Sia fatta la Tua volontà". È quindi nell'imitazione di Cristo, è nel fare la Sua volontà che noi costruiamo giorno dopo giorno la nostra casa fondata sulla incrollabile roccia. È poi quella solidità che Cristo pietra viva ci dona a consentirci di resistere anche all'infuriare delle tempeste, al sopraggiungere delle tentazioni e alle inevitabili prove della vita. Isaia profetando ci parla di "una città forte" dove regna la giustizia e la fedeltà. È un chiaro preannuncio della Chiesa Madre e Maestra, che sgorgata dal costato di Cristo, come depositaria dei beni divini, per mezzo dei sacramenti, ci fortifica e ci conforma alla santissima volontà di Dio. Infatti lo stesso profeta quasi in un ideale colloquio con la futura chiesa afferma: "Entri il popolo giusto che si mantiene fedele. Il suo animo è saldo; tu gli assicurerai la pace, pace perché in te ha fiducia". Vivendo i giorni preziosi dell'Avvento la nostra mente corre devota e si prostra in adorazione dinanzi alla culla del Figlio di Dio e meditando l'incarnazione del Verbo scorge proprio in quella piccola grotta la "città forte", la piccola Chiesa nascente, già capace di accogliere e guarire l'intera umanità. |