Omelia (05-12-2011)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Isaia 35,1

Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa.
Is 35,1


Come vivere questa Parola?

L'invito di Isaia potrebbe far affiorare un sorrisetto incredulo, quasi si trattasse di un contentino per tirare su il morale di chi è allo stremo. Deserto, terra arida, steppa sono sinonimi di infecondità e conseguente carenza di ciò che è indispensabile alla vita. Come rallegrarsi quando volgendo lo sguardo intorno si vedono solo segni di morte? Dobbiamo chiudere gli occhi come bambini ingenui?

No! Si tratta piuttosto di aprirli per cogliere i teneri germogli di vita nuova che si annunciano proprio là dove si è toccato il fondo. Perché lasciarci affossare da messaggeri di sventura che ci imbottiscono il cuore e la mente solo di funerei messaggi? Certo: il male c'è, il tempo che viviamo è caratterizzata da forti scossoni che provocano frane offuscando lo sguardo con il polvericcio che sollevano. Ma proprio questi smottamenti permettono di prendere coscienza di quanto siano inconsistenti gli pseudo valori a cui ci stavamo ancorando. Paradisi virtuali a cui è sicuramente da preferire la presa di coscienza di una realtà meno appariscente ma che fa ritrovare lo stupore di un filo d'erba che fa capolino da un terreno riarso e spaccato, annunciando il trionfo della vita. E di questi coraggiosi fremiti di vita è tempestato anche il nostro tempo. Basta aprire gli occhi e regalare loro quella stilla di Acqua Viva che, in quanto cristiani, possediamo.

Avvento, quest'anno vuol dire per me impegno a..., per restituire al mio sguardo la capacità di cogliere il bene e per deporre semi di vita là dove essa sembra languire.

Prendere coscienza del deserto, sia per me, Signore, un'occasione per rilanciarmi nell'avventura di attraversarlo, nella certezza che tu mi affianchi nel cammino e fai spuntare fiori sui passi di chi si impegna a seminare amore e speranza.

La voce di un testimone

Bisogna aiutare il giorno a spuntare.
Raoul Follereau