Omelia (09-12-2011)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Isaia 48,17

Io sono il Signore, tuo Dio, che ti insegno per il tuo bene, che ti guido per la strada su cui devi andare.
Is 48,17


Come vivere questa Parola?

Come adolescenti ribelli, impegnati ad affermare la propria personalità a fronte di genitori percepiti come un ostacolo alla propria realizzazione e impositivi, abbiamo rigettato ogni valore e ci siamo consegnati a maestruncoli dalla parola suadente, ma incapaci di garantire qualità alla vita. Ci siamo ritrovati sbandati, "come pecore senza pastore", assetati di verità e di autenticità. I paradisi artificiali che ci erano stati promessi si sono rivelati per quello che erano: costruzioni di carta pesta che si sono miseramente accartocciate su se stesse.

Su questa situazione torna quanto mai consolante la parola di Isaia che sollecita a prestare ascolto all'unico Maestro che abbia a cuore il nostro vero bene e sappia indicarci la via della vita.

L'avvento è la stagione favorevole per ripristinare strade abbandonate, ritrovare tracciati resi impraticabili dal disuso, abbandonare ritrovi dall'aria inquinata per tornare a gonfiare i polmoni al soffio ristoratore dello Spirito.

Dio non ha abbandonato la nostra storia. Dio si preoccupa ancora di noi e torna a tenderci la mano. Ha solo bisogno di orecchi pronti all'ascolto, cuori disponibili ad accogliere la sua parola, volontà decise a viverla.

Voglio scuotermi dal torpore che con maggiore o minore intensità è venuto comunque a rattrappire le mie membra. Voglio risollevarmi e mettermi alla scuola del Maestro per dare una svolta decisiva e significativa alla mia vita.

Parla, o Signore, indicami la via da seguire e dammi il coraggio di romperla con una routine che mi rende massa anonima soffocando l'autenticità del mio io abitato da te.

La voce di un saggio anonimo

La più grande illusione dell'uomo contemporaneo è pensare che il mondo sia quasi perfetto. Tranne che in un punto. E che, a quell'unico problema rimasto, l'uomo possa dare soluzione con le proprie mani