Omelia (10-12-2011) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Siracide 48,1 La sua parola bruciava come fiaccola. Sir 48,1 Come vivere questa Parola? L'autore del libro del Siracide sta parlando di Elia, il grande profeta che, comprendendo per quali sentieri sdrucciolosi si stia incamminando Israele, ha il coraggio di levare la voce, anche se questo gli costerà caro. Portavoce autentico di Dio, egli richiama, scuote, condanna con una parola infuocata di ardore per Dio, ma anche per il suo popolo. No, Elia non è uno sradicato dalla storia: pienamente inserito nella società del suo tempo, ne vive con pena le contraddizioni, soffre per l'accecamento dei suoi connazionali, si batte per il loro riscatto. L'autentico zelo per il Signore non può mai essere scisso da un effettivo interesse per il bene comune. L'incarnazione del Figlio di Dio ci sollecita in questa direzione: se Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio, come può il cristiano sottrarsi all'impegno di prendersi cura dei fratelli? I problemi politici, economici, sociali, ecologici... sono i suoi problemi, lo interpellano direttamente perché si impegni, secondo le proprie possibilità, ad avviarne la soluzione. Certo, dando loro il rilievo che gli spetta, non facendone degli idoli, degli assoluti, ma prendendo sul serio il mandato di Dio che gli ha affidato "il giardino dell'Eden", cioè la città terrena in cui si snoda la sua esistenza attuale, perché la custodisca e la coltivi. Come Elia, è chiamato ad essere una fiaccola che brucia, e ardendo illumina. La mia parola è fiaccola che brucia o linguaggio vuoto che si allinea con quel che si dice in giro? È quanto mi chiederò quest'oggi con il desiderio di riassumere consapevolmente la mia funzione profetica. Donami, Signore, il coraggio di Elia, perché non tradisca il mio essere cristiano con comportamenti di pavido allineamento all'andazzo comune o di sterile lamentela per le cose che non vanno. La voce di un testimone La liberazione, il vero sviluppo non verrà dalle compagnie multinazionali, né dal Fondo monetario internazionale, né dalle grandi potenze, né dai grandi progetti di sviluppo. Ho molta fiducia nei piccoli gruppi senza potere che si mettono d'accordo per affermare senza odio, senza violenza, ma anche senza codardia, che bisogna arrivare a condizioni giuste e umane nelle relazioni tra paesi ricchi e paesi poveri, tra le grandi compagnie e i nostri paesi... E Dio che ama gli umili, i deboli e i piccoli, non abbandonerà questo mondo. E' lui la forza della nostra debolezza! Helder Camara |