Omelia (08-12-2011) |
don Roberto Seregni |
Non temere A metà del nostro cammino di Avvento, la liturgia sapiente della Chiesa ci invita ad una sosta in compagnia di Maria. Lei, donna dell'attesa e dell'accoglienza, è modello del discepolo che si prepara alla venuta del Signore. La solennità dell'Immacolata è un invito forte a mettere al centro della nostra riflessione la grazia di Dio. Se Maria può accogliere la vocazione di madre del Messia, non è certo per i meriti acquisiti sul campo di battaglia, ma per il progetto d'amore di Dio. L'angelo la saluta come "piena di grazia" e non come "piena di meriti". Al centro c'è il gratis di Dio nel quale "tutto è possibile". E' un gratis che sorprende. E' un progetto d'amore che scardina i nostri canoni e i nostri parametri di valutazione. Dio sceglie l'insignificante Nazareth, e non una grande e ricca capitale; sceglie la piccola Maria, e non la figlia di un grande condottiero; sceglie il falegname Giuseppe, e non un importante uomo d'affari. E' una logica che attraversa tutta la Scrittura Sacra. Le chiamate di Dio sovvertono le attese e non prevedono addestramento. La Sua Parola lancia i prescelti nella storia con la forza della Sua grazia. Anche in noi è all'opera la delicata potenza della Sua misericordia. Anche in noi è possibile il miracolo della novità. Non siamo condannati ai nostri errori, non siamo blindati alle nostre povertà. La grazia di Dio, se glielo permettiamo, ci lancia su sentieri nuovi e promettenti. Questa sosta in compagnia di Maria ci ricorda che davanti a Dio non dobbiamo essere i migliori, gli splendidi, i primi della classe; che almeno davanti a Lui non contano né le carte di credito, né i titoli di studio o gli amici influenti. Davanti a Dio conta l'amore, l'umiltà, la disponibilità a lasciarsi plasmare e riplasmare dalla Sua mano. Come oggi ci ricorda Maria, davanti a Dio conta la docilità alla Parola che ci porta ad allentare la presa, a perdere il controllo, a lasciarci portare dal soffio dello Spirito. L'esempio di Maria è un antibiotico potente contro il terribile virus della sedentarietà della vita cristiana. "Non temere", dice l'angelo a Maria e a ciascuno di noi. Non temere di offrire gratis quel perdono tanto atteso. Non temere di rispondere con l'amore all'indifferenza. Non temere di ricominciare da capo: tu non sei i tuoi errori. Non temere nel donarti con il tuo "Sì" a chi ti ama e ti attende. Non temere perché il Signore è con te e nessuno potrà rapirti dalla Sua mano (cfr. Gv 10,29). |