Omelia (08-12-2011) |
Marco Pedron |
Il costo di dirgli di sì La liturgia, l'8 di dicembre, celebra la festa dell'Immacolata. E' una festa difficile da capire. La festa dice: "Maria, in vista di Cristo e della sua nascita, è stata concepita senza peccato originale". Cosa vuol dire per noi tutto questo? Cosa vuol dire che Maria è pura perché doveva nascere, venire, Cristo? L'immacolata dice: "Dio è in Maria, e dove c'è Dio tutto è puro". Dove Cristo viene, dove c'è Dio, dove Lui abita, il peccato non ha alcun potere. Questo vuol dire che Dio può sanare (rendere puro, immacolato) ogni cosa e ogni situazione. Maria è una donna: Dio scende su di lei e "salva" uno spazio di purità dove può nascere suo Figlio. Per questo Lc potrà dire: "Gesù, figlio di Dio, viene da Dio". Nasce da donna, Maria, perché lei lo ha generato, ma è anche Figlio di Dio, perché quell'utero, quel grembo era "Dio". Per cui Dio (il grembo di Maria su cui è sceso lo Spirito Santo, 1,35) genera Dio (Gesù, il Figlio di Dio). Questo è il senso dell'annunciazione (e dei primi due capitoli di Lc): Lc non ci dà dettagli storici sulla vita di Gesù ma vuole dirci che Gesù è il Figlio di Dio. E lo dice con gli strumenti che ha a sua disposizione. Allora: c'è una parte di Maria inviolata, preservata, immacolata. Lì il male non l'ha raggiunta. Ma questo vale per ognuno di noi: c'è una parte di noi dove il male, il peccato, l'errore, il senso di colpa, la bruttezza del vivere, i traumi e le ferite, non possono arrivare. Una parte di noi, per quanto in basso scendiamo, non viene mai compromessa del tutto. E su questa parte noi possiamo sempre far leva per riprenderci, per risollevarci, per compiere ciò che sembrerebbe impossibile. Un uomo "si fa" regolarmente di cocaina: dove può trovare il coraggio e la forza per uscirne? Se non ci fosse una zona pura, inviolata, una parte ancora buona di sé, come potrebbe farlo? Una donna si è accorta a quarant'anni che tutta la sua vita è da cambiare: dove può trovare la forza? Come può credere che non sia troppo tardi? Un uomo ubriaco ha investito un uomo e l'ha ucciso. Come può perdonarselo? Quando tutto sembra sbagliato, quando tutto sembra compromesso, quando tu stesso sembri da buttare, quando sembra la fine o che non ci siano vie d'uscite o che non ci sia più nessuna possibilità, l'immacolata ti ricorda che c'è una parte di te buona, viva, sana, salva, pura, immacolata. Per questo puoi ripartire, perché una parte di te (la parte divina) non viene mai raggiunta e contaminata dal male. Il vangelo dice: nel sesto mese (1,26). Ma nel sesto mese di cosa? Nel versetto precedente (1,24) si dice che Elisabetta si tenne nascosta per cinque mesi. Elisabetta, nonostante l'età, nonostante l'incredulità e la testardaggine del marito Zaccaria, rimane incinta. Per cinque mesi la cosa non si sa. Quando poi l'angelo appare a Maria, la gravidanza di Elisabetta diventa "la prova" per Maria di cosa Dio può fare. Se anche con Elisabetta Dio ha fatto questo, anche con Maria può compiere ciò che le ha detto. Il vangelo dice poi che l'angelo va da una donna di nome Maria. Se noi guardiamo ai nomi della famiglia di Gesù, sono tutti nomi comuni e di lunga tradizione. Maria (Myriam=l'amata da Dio; myr=amata in egizio, yam=Yahvè) è il nome di una sorella di Mosè. Giuseppe (=Dio aggiunga, faccia crescere) era il nome di uno dei dodici figli di Giacobbe. Gesù (=Yahvè aiuta o Yahvè ti aiuti) stesso era un nome comune: lo scrittore Flavio Giuseppe ricorda almeno una decina di persone chiamate Giosuè o Gesù. I fratelli di Gesù, Giacomo (=Giacobbe), Giuseppe, Simone (=Simeone) e Giuda sono nomi di lunga tradizione. Cosa ci fanno capire i nomi della famiglia di Gesù? Che Gesù è un ebreo radicato nel suo popolo. I nomi di quelli di casa sua sono i grandi nomi dei patriarchi. Questo prova che l'antica tradizione e gli antichi insegnamenti erano molto vissuti a casa sua. Non a caso Gesù sceglierà i Dodici, il nuovo gruppo di discepoli, sull'esempio delle dodici tribù di Israele. Gesù è prima di tutto un ebreo radicato nel suo popolo e nel suo tempo: per questo la sua rivoluzione sarà ancora più incredibile. Il vangelo dice che Maria è promessa sposa (1,27). Cosa vuol dire? Per capire dobbiamo sapere come avveniva il procedimento matrimoniale al tempo. C'erano due fasi: gli herusin erano gli accordi matrimoniali legali. La ragazza diventava già moglie legittima ma rimaneva ancora a casa dei genitori, per circa un anno, e quindi non aveva ancora relazioni sessuali col marito. Era una sorta di fidanzamento che aveva legalmente valore di matrimonio. Poi c'era il secondo momento (qiddushin): era la condotta della sposa nella casa della famiglia dello sposo, dove il matrimonio veniva consumato. Maria, quindi, aveva tra i 12 e i 13 anni, era fidanzata ma non ancora sposata. Maria non aveva fatto nessun voto di verginità e non aveva avuto rapporti sessuali con il suo compagno (cosa scandalosa per quel tempo). Il vangelo dice che Maria era "vergine" e usa il termine greco parthenos (1,27). La verginità e il fidanzamento sono confermati anche da Mt 1,18. Ma chi era una vergine a quel tempo? Era una donna che non aveva ancora partorito. Infatti parthenos "vergine" è una parola greca che traduce 3 vocaboli ebraici: almah (vergine: qualunque età ma non ha avuto rapporti), betullah (donna che non ha ancora conosciuto uomo: ragazza da sposare e che quindi non ha avuto rapporti) e narah (persona non sposata). Allora: parthenos quindi indica anche una vergine ma l'accento non cade su questo ma su "ragazza, giovane donna". Parthenos indica una donna fino al momento in cui partorisce il suo primo figlio. Il vangelo ci informa che Gesù aveva dei fratelli, ed è un dato incontrovertibile. Di questi fratelli ne sappiamo anche i nomi (Mc 6,3-4; Mt 13,55-56): Giacomo guidò la comunità di Gerusalemme (At 12,17; 15,13; 21,18; Gal 1,19; 2,9) ed è probabilmente l'autore della lettera di Giacomo. Paolo (Gal 1,19) lo definisce "apostolo" ed Eusebio di Cesarea lo chiama "giusto". Simone: succedette a Giacomo nella guida della comunità di Gerusalemme (Eusebio di Cesarea) e forse un figlio (Klopa) fu nominato vescovo proprio perché parente di Gesù. Ioses (forma ellenistica di Giuseppe) e Giuda. Molti altre sono le attestazioni dei fratelli di Gesù (Mc 3,31-34 e paralleli; Gv 2,12; 7,3-10; At 1,14; 1 Cor 9,5; Gal 1,19). Ma allora: se Gesù ha dei fratelli, vuol dire che Maria (dopo la nascita di Gesù), ha avuto rapporti sessuali. Questo ci aiuta a capire che dobbiamo cercare il concetto di verginità di Maria in qualcosa di più profondo che di una semplice assenza di rapporti sessuali. La domanda che molti di noi si fanno è: "Ma cosa vuol dire la verginità di Maria?". Come può essere rimasta incinta senza aver avuto rapporti sessuali con Giuseppe? Se noi non capiamo la mentalità del tempo sulla verginità non ne veniamo fuori. Cosa si sapeva a quel tempo? A quel tempo si sapeva che i bambini erano il risultato dell'atto con cui un uomo introduceva un liquido nell'utero della donna. Ma diversamente dalla nostra concezione odierna, si credeva che fosse solo il padre a trasmettere il patrimonio genetico. Se un bambino assomigliava alla madre, si credeva che questo fosse dovuto a influenze ambientali. Un bambino era generato dall'uomo e solo partorito dalla madre. La donna forniva solo l'ambiente ma l'elemento vitale era fornito dall'uomo. Si faceva l'esempio del seme: la donna è la terra (madre) che accoglie e custodisce il seme (dell'h), ma è quest'ultimo il principio vitale; è quest'ultimo che trasmette le caratteristiche del seme (se si semina fagioli nascono fagioli, se si semina mais nasce mais). La verginità delle donne prima del matrimonio era così importante nel mondo antico (imprescindibile) - e per questo non c'è motivo di dubitare sulla verginità fisica di Maria - proprio perché l'immagine del seme era accettata in maniera letterale. Cosa capitava? Se una donna aveva rapporti sessuali con un uomo diverso dal suo futuro marito, l'amante poteva contaminarne l'utero in modo permanente con il proprio seme, un po' come la semina di un campo può essere contaminata da semi, ad esempio, di erbacce per un tempo molto lungo. La donna quindi doveva essere vergine perché solo così si era sicuri che il seme piantato non veniva alterato o contaminato. Per questo Maria, per quel tempo, doveva essere vergine. Perché solamente se era vergine saremmo stati sicuri (per la mentalità del tempo) che il "seme" era quello di Dio, che Dio stesso, e nessun altro prima, l'aveva fecondata. Se Dio mette il suo seme in Maria, Maria dev'essere vergine. Così siamo sicuri che quel seme viene proprio da Dio, dall'Alto e non da altri. Solo così Gesù è certamente il Figlio di Dio. Ma Lc ha un altro problema teologico. Come può una donna (umana) partorire il Figlio di Dio? C'erano molte altre storie del tempo dove una donna era stata messa incinta da degli dei. Ma non è il caso di Maria. Gesù non è figlio di Dio e di un uomo (Maria). Gesù viene tutto da Dio. Ma come dire questo? Se Dio viene in tutto da Dio, deve nascere da Dio. Dio nasce da Dio, altrimenti non è più Dio. Cosa dice Lc: Gesù, Figlio di Dio, nasce dal grembo stesso di Dio (e non di Maria). Il grembo umano di Maria viene "divinizzato" per cui Gesù nasce dal grembo divino di Dio. Ecco le immagini, per noi strane: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo" (1,35). Lo Spirito di Dio scende su Maria e lo divinizza per cui Gesù nasce non dal grembo umano di Maria ma dal grembo divino di Maria. Per questo Maria è immacolata: c'è in lei una parte divina, cioè non contaminata, pura (il suo grembo divino), in cui le ferite, il dolore, la rabbia, l'aggressività, la cattiveria e quant'altro, non possono arrivare. C'è in Maria una parte senza macchia, pura, non contaminata: immacolata. Il racconto dell'annunciazione non è un racconto storico nel senso che le cose siano andate così come sono scritte, ma teologico. Lc vuole dirci: "Gesù è veramente Figlio di Dio". Per questo Maria dev'essere vergine e per questo il suo grembo dev'essere divino. Cosa può voler dire per noi che Maria era vergine? Ridurre la verginità a una questione biologica è tanto banale come ridurre la fede all'andare in chiesa. Si può anche non aver avuto rapporti sessuali con nessuno ma non per questo si è vergini nell'anima. La verginità è una dimensione dello spirito, del cuore e dell'anima. Vergine è vivere una vita non determinata da altri, dall'opinione altrui, da paure, dai condizionamenti esterni, ma dalla vita che sgorga dentro, dalla forza della sua anima, da Dio stesso. Tutti noi siamo chiamati alla verginità, a vivere una vita non contaminata: "Vivo, cioè, in contatto con la mia parte divina che c'è in me. Faccio crescere il "Gesù Bambino" che vuole nascere in me. Genero la Vita che c'è dentro di me anche se da più parti mi viene chiesto il contrario". Vivere da vergini vuol dire: "Io appartengo a me e non ad altri; io sono mio e di nessun altro". Prendete ad esempio un cd per il computer: se qualcuno vi ha già registrato qualcosa allora non è più "vergine" e non si può più scrivere niente sopra. Bisogna prima cancellarlo. Se tu sei contaminato, "scritto" da altri, non puoi far emergere la tua parte divina. Se altre persone sono entrate nel tuo cuore, nella tua mente e nella tua anima e ti hanno contaminato, tu non puoi più essere te stesso. Allora vivi vite di altri. Chi vive dentro di te? Tu o gli altri? Pablo Neruda: "Ho vissuto vite di altri". Avete presente un virus informatico? Si immette in un sistema, in un computer e lo altera, per cui il computer non ha più le sue funzioni ma funziona in maniera alterata. Verginità è vivere una vita senza virus mentali, affettivi, psichici, che ci fanno vivere "altri" da noi. Sei vergine quando dentro la tua testa ci sei tu e non quello che pensano gli altri. Sei contaminato quando dici sempre: "Ma cosa devo fare? Ma cosa si fa?'". Ma tu cosa pensi? Sei lontano da te, sei determinato da altri e da altri pensieri, e per questo non vivi la tua vita. Sei contaminato quando non puoi deludere gli altri, quando fai come tutti, quando ti conformi agli altri o alla maggioranza, quando hai la testa piena di paure o di pensieri. Sei contaminato quando guardi il mondo e non puoi che vedere lo schifo e il marcio che c'è. Sei contaminato quando guardi le persone e non puoi non sottolinearne i difetti e ciò che non va. Sei contaminato quando sei sempre triste, depresso, arrabbiato: ma dov'è finita la gioia del tuo bambino? Sei contaminato quando la vita non esplode più in te. Perché non sai più emozionarti, gioire? Sei contaminato quando riduci i tuoi sogni e la tua missione per non esporti troppo, per non rischiare, perché non si sa mai: hai guadagnato "tranquillità" ma hai tradito la tua anima, il Dio che c'è in te. Sei contaminato quando stai rivivendo pari pari la vita dei tuoi genitori e non te ne accorgi neanche. Sei come loro, ti comporti come loro e per quanto neghi, stai ripetendo. Sei contaminato quando guardi per possedere, per prendere, quando invidi, quando sei avido di quello che gli altri hanno, quando non sai godere della felicità di altri. Hai perso la tua verginità quando non c'è più nulla di spontaneo, di tuo, ma tutto è calcolato, tutto è ponderato, tutto si conforma all'immagine da dare; hai perso la verginità quando non sai più chi sei. Ho visto un servizio su di una tribù dell'Australia che per migliaia di anni ha vissuto secondo le leggi della natura e sono stati felici e in pace. Poi è arrivata la civiltà occidentale: auto, coca-cola, televisione, radio, soldi, armi. La tribù si è "convertita" ed è sparita nel giro di cinquant'anni. Quando perdi la tua identità e ti fai contaminare fai la stessa fine: sparisci! Il pericolo della verginità è la sterilità: nulla da eccepire sulla tua vita semplicemente perché non c'è proprio nulla. Quante vite sterili: si è perso la vitalità, si è persa la persona. Maria all'annuncio dell'angelo risponde di sì: "Eccomi sono la serva del signore, avvenga..." (1,38). Mi chiedo sempre se noi ci rendiamo conto di che sì è quello di Maria. E' un sì pazzesco. Arriva l'arcangelo Gabriele. A noi questa cosa non dice assolutamente niente, ma gli Ebrei sapevano benissimo cosa voleva dire la venuta dell'arcangelo Gabriele. Quando sarebbe tornato, il Messia sarebbe venuto. La donna è considerata e trattata al pari di una bestia, neppure può rivolgersi ad un uomo, né tanto meno ad un sacerdote, figuriamoci se mai un angelo le si potrebbe rivolgere! Nella Bibbia Dio non ha mai parlato ad una donna (eccetto Sara) e adesso le propone di essere madre di Dio? Alla donna non viene neppure chiesto di pregare e non le si insegna la Legge, tanto... è una donna! Come fa Maria a credere ad una cosa del genere? Di fronte a ciò che l'angelo le annunzia, se segue la sua religione, rifiuta la proposta perché è un'autentica eresia. Lo sanno tutti, è ovvio, neppure è messo in discussione, che Dio non si potrebbe neppure rivolgere ad un essere inferiore come una donna. Bestemmia pura è l'avanzare la pretesa, poi, di essere la madre di Dio. Maria è eretica per la sua religione e in nome di Dio la rinnegherà. Perché il pericolo della religione è quello di rinchiudere l'Infinito (che per definizione non si può racchiudere) nei propri schemi e nelle proprie regole. E come sarà trattato suo figlio? Non sarà condannato come eretico e profanatore? Lui, il Figlio di Dio!!! Maria è eretica: capite il suo dramma? Seguire il "buon senso", la ovvia tradizione, le regole religiose, o seguire il proprio cuore e il proprio sogno? Se rifiuta la proposta, chi lo saprà? Nessuno! Se la segue, invece, non farà altro che incontrare pericolo, rifiuto e maldicenza. Ma quanto coraggio deve aver avuto questa donna per dar credito al proprio cuore? Dio è così: chiede all'uomo di pensare per sé l'im-pensabile, di credere all'in-credibile e di seguire l'in-seguibile. Era im-pensabile per Maria: "Mio figlio il Dio incarnato?". Era in-credibile: "Madre di Dio?". Era in-seguibile: "Non si può portare avanti, credere a una cosa del genere! Mi faranno fuori subito!". Se Maria fosse stata religiosa, cioè se avesse già avuto prima la sua idea di chi è Dio, di come si manifesta l'Altissimo, a chi si mostra e di come si fa vedere, avrebbe scartato, rifiutato l'annuncio dell'angelo. Si sarebbe detta: "Fantasie di bambina; pensieri maniacali di donna; demonio che mi tormenta". Maria non è religiosa, perché se lo fosse stata sarebbe scampata da una proposta così indecente e eretica. Maria può accogliere una proposta simile solo perché è donna aperta, che sa andare oltre tutti gli schemi, che sa accettare l'incomprensibile. Se Maria fosse stata razionale avrebbe detto: "Non è possibile!". Se Maria fosse stata studiosa avrebbe detto: "Non c'è scritto che deve avvenire così". Se Maria fosse stata devota avrebbe detto: "E' una bestemmia ciò che ho visto e sentito". Se Maria fosse stata religiosamente istruita avrebbe saputo che Dio non può nascere dall'uomo. Se Maria fosse stata saggia e avesse seguito il buon senso comune, avrebbe detto: "Ma dai, non diciamo "stupidaggini" ". Se Maria fosse stata umile (come noi intendiamo) si sarebbe perfino vergognata di poter pensare simili cose. Allora: Dio non vi chiederà mai cose logiche, spiegabili, tranquille. Dio vi chiederà sempre l'impossibile, l'incredibile, l'inseguibile e se ragioneremo logicamente, alla maniera umana, secondo il buon senso comune, non ci sarà che un'unica e sola risposta: "No!". Dio vi chiederà cose impossibili: ma se vi fiderete le farete! Se vi fiderete andrete là dove mai avreste pensato di andare, affronterete cose che neppure nei vostri sogni vi sareste augurati di vedere e vi scoprirete così grandi e forti che la vostra più grande onnipotenza neppure immagina. Ma non dovrete chiedere spiegazioni: "Perché? Perché a me? Ma chi sono io?", non dovrete guardare a voi: "Non ce la faccio! Ho troppa paura! Non è per me", e non dovrete chiedervi: "Dove andrò?", perché è la fine. Dovrete solo dire: "Sì. Sia così. Avvenga ciò che deve avvenire..." e fidarsi. Allora sarà Lui a portarvi, sarà Lui a guidarvi, sarà Lui a darvi la forza. E l'impossibile (per noi) sarà possibile (per Lui). Ma come non bastasse Maria è anche un'adultera. Il giorno delle nozze il marito mostra con soddisfazione agli invitati il lenzuolo con le tracce di sangue che testimoniano visibilmente la verginità della moglie. Maria è incinta. Giuseppe dice: "Io non sono stato", e sono sicuro di questo. Quindi "mia moglie è adultera". "E con chi mi avrà tradito?". "Con un angelo?". Se vostra figlia vi dicesse: "Sai mamma, un angelo mi ha messo incinta", cosa fareste voi? Per prima cosa le tirate una sberla perché vi sta prendendo in giro; la seconda la portate in psichiatria. Ma se Maria è adultera, allora, secondo la Legge (Dt 22,21; Sir 25,6) va lapidata. E siccome Giuseppe è giusto (Mt 1,19), dove giusto nel vangelo vuol dire che segue tutte le regole religiose, se non lo fa', cioè se non denuncia la sua donna e per primo non tira la pietra della lapidazione, va contro la legge religiosa. Se è "giusto" la condannerà. E Giuseppe dovrà decidere se seguire la legge e condannarla (e nessuno gli avrebbe mai detto niente) oppure tradire la legge e seguire il proprio cuore (tirandosi dietro lo sdegno della gente). E Giuseppe deciderà di essere fedele al suo cuore: "E' vero, sono in regola con la legge, posso ucciderla e vendicarmi di ciò che ha fatto. Ma posso farlo se ascolto il mio cuore? Ma come posso?". La fedeltà al cuore e all'amore supererà sempre ogni precetto religioso. Siate fedeli al vostro cuore: sarete abbandonati ma non vi tradirete mai. E poiché il paese è piccolo e la gente mormora e giudica, non si può tenere nascosto troppo un bambino: dovranno perciò fuggire in Egitto per evitare la maldicenza e il rifiuto di quelli del paese. Allora capiamo bene cosa ha voluto dire per Maria dire: "Sì". "Sì"... all'incomprensione del marito. "Sì"... alla quasi certa condanna a morte. "Sì"... ad essere considerata da tutti un'adultera. "Sì"... all'infamia, alla derisione, al giudizio di tutti. "Sì"... ad un figlio additato come illegittimo. "Sì"... ad essere nella bocca di tutti. "Sì"... al dover abbandonare le proprie radici e le proprie origini. "Sì"... all'essere un'eretica per la religione. "Sì"... al dover cambiare ogni idea su Dio. "Sì"... alla possibilità di essere pazza, matta, indemoniata. "Sì".... al doversi fidare e al non sapere più cosa potrà succedere. "Sì"... all'im-possibile, all'in-seguibile, all'in-credibile. Pensiamoci bene a cosa vuol dire "Sì" a Dio! Pensiamoci bene cosa vuol dire essere "servi", fidarsi di Lui. Pensiamoci bene a cosa vuol dire essere "vergini", non contaminati, integri e liberi. Pensiamoci bene cosa vuol dire essere fedeli al cuore. Pensiamoci bene a cosa ci chiederà. Ma la fede e la felicità è tutta qui: dire "Sì" e andare dove il cuore ti richiama. Pensiero della settimana La donna concepisce. Come madre essa è differente dalla donna che ancora non è madre. Per nove mesi porta nel suo corpo le conseguenze di una notte. Cresce qualcosa. Qualcosa cresce nel suo corpo e dal suo corpo mai scomparirà. Poiché essa è madre. E rimane madre, anche se il bambino o tutti i bambini morissero. Poiché essa ha portato il bambino sotto il suo cuore. Poi, quando il bambino nascerà, essa continuerà a portarlo nel suo cuore. E dal suo cuore non scomparirà mai. Nemmeno quando il bambino fosse morto. Tutto questo l'uomo non lo conosce. Egli non sa nulla di tutto questo. Egli non conosce la differenza tra il prima e dopo dell'amore. Solo la donna sa, può parlare e testimoniare. Solo la donna sa la differenza tra il prima e il dopo dell'amore. (testo abissino) |