Omelia (25-12-2011) |
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"Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia". Abbiamo ascoltato un evento assolutamente ordinario, un racconto conosciuto e caro a ciascuno di noi, quale la nascita di un bambino! Perché l'annuncio di questa nascita, all'apparenza assolutamente normale, oggi, in questa notte, risuona in tutto il mondo? Come mai Dio ha scelto questa esperienza così squisitamente popolare e quotidiana per entrare nella vita dell'uomo? Prima di dare risposta a queste domande, vorrei fare con voi qualche passo nella storia che stiamo vivendo, piena di fatica e di contraddizioni: non possiamo davvero, in questa notte, cedere alla tentazione di facili fughe o di pericolose derive. 1. Questo periodo storico è caratterizzato da una crisi economica probabilmente molto più profonda di come si manifesti. L'economia impostata sul commercio, sul dare e avere, sullo scambio tra denaro e beni non può avere come unico scopo il semplice profitto, l'arricchirsi fine a se stesso perché tutto questo sta distruggendo la persona umana imprigionandola nelle prigioni buie e senza speranza del profitto divenuto un vero Dio. Viviamo anche una crisi imperante di valori etici, la cui conseguenza, spesso grave per l'uomo, è di diventare misura di se stesso, costringendolo a barattare i grandi valori dell'umanità con le sue piccole sicurezze e questo diventa davvero pericoloso, nel momento in cui l'uomo è disposto a commerciare anche i valori più grandi. La dignità della persona umana è ridotta molte volte a merce di scambio nella pubblicità, nei mezzi di comunicazione, per qualche minuto di visibilità mediatica: per ottenere qualche istante di gloria si arriva a barattare tutto! Perfino la propria intimità sbandierata in qualche ignobile trasmissione televisiva svilisce la bellezza della persona umana. C'è una crisi che attraversa ciascuno di noi, dettata da una mentalità imperante dell'efficienza: l'uomo vale per quello che riesce a fare, per ciò che fa. Poveretti noi, stritolati dalla logica del mercato anche nel vivere la vita in cui non c'è più tempo per nulla! Forse dimentichiamo che il tempo è dono di Dio e invece di riempirlo come un contenitore della biancheria sporca, avremmo bisogno di gustarlo e di viverlo in profondità. Questa mania di essere dei Padreterno ha contagiato davvero ognuno di noi! Non possiamo fare tutto, essere dappertutto, e assolutamente non abbiamo la soluzione in mano di tutti i problemi del mondo! Questo vivere la vita in prospettiva "commerciale" per cui tutto si può vendere o acquistare, scambiare senza regole e a volte senza alcuno scrupolo, porta l'uomo alla deriva pericolosa della violenza, alla logica feroce del "tutti contro tutti"! In questo scenario tutto si giustifica, tutto è sottoposto alla legge del mercato, tutto si può comprare o vendere, anche sé stessi! 2. Torniamo dunque alle domande iniziali: perché una nascita all'apparenza normale diventa fondamentale per il mondo intero? I Padri della Chiesa rispondono a questa domanda introducendo una frase: "admirabile commercium", meraviglioso scambio! Dio introduce la forza della gratuità, della comunione, dello scambio gratuito nella nostra umanità. Uno scambio davvero poco conveniente: Egli baratta la sua onnipotenza con la nostra umanità e la nostra fragilità! Si prende la nostra carne mortale per poterci morire dentro, perché noi possiamo avere in dono la grandezza della sua vita divina! Non c'era altro modo, per salvarci, che quello di uno scambio divino! Perché, dunque Dio si fa uomo? Perché l'uomo diventi come Dio. Al nostro peccato, alla nostra arroganza Dio risponde con la debolezza della gratuità introducendo un altro modo di vivere la vita: come dono! Non è esempio convincente la gara di solidarietà che si è aperta ai nostri occhi nell'occasione dei grandi cataclismi della storia? Non è vera economia quella che non sfrutta il più debole ma lo aiuta a crescere e a diventare autonomo? Non sono un dono continuo i piccoli gesti di amore che trapuntano di piccole stelle il cielo della nostra storia? Non sono veri miracoli le nostre Comunità cristiane che vivono insieme un progetto comune di amore e di speranza? Questa è vera traduzione della logica del Natale, questa è sconfessione di ogni retorica su questa festa perché "a Natale bisogna essere tutti più buoni!". Dio ci perdoni quando trattiamo il suo Natale come cosa da bambini o slogan pubblicitario! 3. Dio recupera la forza della quotidianità e del limite non per barattarli con facili soluzioni, o per proporre miracolose soluzioni volte ad eliminare i nostri difetti. Vuole che dentro questa umanità fragile e peccatrice si compia il mistero della salvezza: Dio non ci salva senza di noi ma attraverso di noi. Ecco cosa c'è di meraviglioso nelle parole del Vangelo che abbiamo ascoltato in questa notte: il normale, il quotidiano è straordinario! Il prodigio della vita che si compie tutti i giorni è evento straordinario: non è forse un miracolo crescere dei figli, accudire un anziano infermo nelle nostre case, perdonare un torto, ricostruire un rapporto, lavorare ogni giorno, formare una famiglia? Cosa c'è di più straordinario? La nostra felicità sta nel realizzare il nostro quotidiano con pazienza, pace e semplicità, come nella grotta di Betlemme: Maria che allatta il piccolo, le preoccupazioni di Giuseppe, il futuro che si apre. Non cerchiamo la nostra felicità fuori dall'ordinario in facili evasioni che servono solo a qualcun altro! Non è forse vero che il nostro Stato educa i cittadini attraverso le lotterie promettendo paradisi facili da attuare, perché ha bisogno di fare cassa? Non è forse vero che il mondo di oggi ci propone l'illusione che senza Dio si può vivere beati e senza tante storie? Non sembra così bello il mondo della pubblicità che ci procura sempre desideri superiori per vivere felici come se un oggetto potesse consegnarti davvero la felicità? Fuggiamo con decisione da queste pericolose autostrade che portano al paese di Bengodi e incamminiamoci nelle mulattiere, forse incerte, che portano a Betlemme, dove il profumo gioioso della vita quotidiana si intreccia al sudore e alla fatica dei nostri limiti! 4. Da duemila anni Dio, attraverso la Chiesa continua a proporre la logica di un altro scambio: quello di accettare la forza del suo amore che feconda la nostra quotidianità! Non siamo dei poveri rassegnati se ci fidiamo di Dio ma lasciamo che l'unica ricetta della felicità dia il gusto alla nostra vita. Dio non è venuto nel mondo per risolverci con una bacchetta magica i nostri problemi, non è un terno vincente su qualche ruota del lotto! È venuto ad abitare con noi perché noi avessimo la forza di credere alla nostra vita, alle nostre potenzialità, alle nostre forze. È venuto perché il limite umano non sia più un freno all'amore ma sia un trampolino di lancio del suo amore Lasciamoci dunque conquistare dalla bellezza di questa notte in cui si compie il Meraviglioso scambio, il miracolo, il segreto nascosto da secoli e oggi rivelato a noi! Commento a cura di don Stefano Margola |