Omelia (25-12-2011)
don Luciano Cantini


Perché per loro non c'era posto nell'alloggio.
Luca ci lascia una breve annotazione, troppo breve per capire cosa sia successo effettivamente: il censimento aveva coinvolto troppa gente e tutti gli alloggi disponibili erano occupati, oppure il rischio del parto e la probabilità di contrarre impurità aveva allontanato la coppia; qualsiasi congettura è plausibile. La breve annotazione di Luca non offre le molte spiegazioni che vengono dalla tradizione popolare, ma concorda con l'affermazione di Giovanni. La vita di Gesù è segnata sin dall'inizio dal rifiuto. Il mistero della incarnazione non è comprensibile se non traguardato dal mistero della croce: l'apoteosi del rifiuto.

Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia.
Il mistero dell'incarnazione, del Dio fatto uomo, giunge fin nella profondità del genere umano, senza lasciar fuori alcuno. Giunge fino al peggiore degli uomini, quelli che tutti i giorni rifiutiamo: perché sono diversi da noi, disabili, non sanno parlare, non si fanno capire, sono solo di passaggio, clandestini, sporchi, poveri, bugiardi. Gente inutile: intralciano le nostre strade, ci portano via tutto, ci tolgono la libertà, inquinano la nostra cultura, deturpano il paesaggio. Gesù, come il peggiore degli uomini è stato rifiutato, ingiuriato, percosso, umiliato, torturato, condannato a morte, ammazzato!
Il Popolo attendeva il messia ricalcando l'immaginario del successo: avrebbe dovuto essere potente, forte, ricco. Dal Signore, aspettava grandi cose segni potenti, gesti poderosi, qualcosa di celeste e di regale ... niente di tutto questo e per questo non è stato riconosciuto. Il Messia si fa riconoscere in un bambino avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia. Non è la poesia del presepe, è la realtà semplice, fragile, povera, inadeguata, umile.

Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
I pastori andarono e "se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro" (Lc 2,20) Nella loro semplicità avevano visto e riconosciuto; nel colloquio si stupirono insieme con Maria. Perché nella sua misericordia il Signore Dio ha "nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli" (Lc 10,21).
Al "potere" che gli uomini cercano e nel loro immaginario hanno costruito, Dio contrappone un un "potere" altro, quello di diventare Figli di Dio. Occorre però lasciarsi generare di nuovo. Tutte le categorie legate al sangue e alla carne, alla dimensione umana della vita chiedono di essere rigenerate in Dio e nella sua Parola fatta carne.
La sua Parola è incredibile, ci parla di un amore insensato, totale, gratuito: verso i nemici, coloro che dicono male di noi, coloro che ci fanno del male. Ci dice di fare del bene a chi ci odia, di regalare a chi ci ruba, di prestare a chi non restituisce, di accompagnare chi cammina.
E lui, il Signore, ci hai dato l'esempio: quel bambino che oggi contempliamo avvolto in panni ed adagiano in una stalla tra gli animali, ha accolto i pubblicani e le prostitute, è stato amico dei disperati e dei rifiutati, ha perdonato i suoi aguzzini.
A chi lo riconosce perché ama di questo suo stesso amore, capace di rendere nuovi, hai dato il potere di diventare Figli di Dio.