Omelia (25-12-2011) |
Marco Pedron |
Lui viene, tutto è possibile Buon Natale a tutti. Per me "Buon Natale" vuol dire il "Natale buono", un'occasione propizia. Lui viene e io lo accolgo: questo è il Natale. La festa del Natale ci lancia in tre direzioni: 1. che cos'è il Natale (=la nascita di Gesù) nel vangelo? 2. che cosa vuol dire Natale per la mia vita? 3. che cosa può voler dire Natale per questo mondo, in questo tempo, nel 2011? Il vangelo inizia dicendo: "In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò..." (Lc 2,1). Cesare Augusto, Ottaviano, era nipote adottivo di Giulio Cesare. Fu il primo imperatore che si fece insignire del titolo di Augusto che significa sublime. Cosa voleva dire: "L'imperatore non è solo un uomo, l'imperatore è Dio". Un altro dei titoli del'imperatore era: "Il salvatore del mondo". Ma cosa interessa, si chiede uno, a Lc dire queste cose? Interessa sì! L'imperatore, colui che si faceva chiamare "Augusto" e "Salvatore del mondo", questo uomo era un rapinatore, un assassino, distruggeva non solo le case ma sopprimeva senza pietà popoli interi. E si definiva il Salvatore del mondo! E a furia di sentire questi titoli la gente finisce per crederci. Ma non era lui il salvatore del mondo. Mentre il mondo onora il suo re, il divino Cesare, Dio manda nel mondo il vero Re, Gesù Cristo. E cosa fa il divino Cesare Augusto? Fa il "censimento di tutta la terra abitata" (Lc 2,2). A cosa serve il censimento? E' semplice: che nessuno sfugga al pagamento delle imposte, delle tasse. Tutti quanti dovevano essere schedati, censiti, affinché nessuno potesse sfuggire. Quindi censimento era uguale a come rapinare i propri sudditi. E questo è il salvatore del mondo che celebra il suo trionfo! Giuseppe Flavio ci ricorda che proprio in questo periodo, nel periodo del censimento, scoppiò la sommossa di popolo guidata da Giuda il Galileo e che due dei suoi figli (e molte altre persone) furono crocifissi, come Gesù. In più, per la Bibbia, il censimento è un'azione dettata da satana, dal diavolo perché l'unico Signore del suo popolo è Dio e non ce ne può essere un altro. Allora qui in gioco c'è lo scontro tra re: Augusto, il re ricco, e Gesù, il re povero. Il re ricco ha il potere, la forza e il dominio. Il re ricco impone: "Tu fai così, e basta". Il re povero ha come potere l'amore, la debolezza e la vulnerabilità. Il re povero propone: "Se vuoi seguirmi... se qualcuno... se uno...". C'è una storia simpatica ma che aiuta a capire. Un omone entrò nella stanza affollata e gridò: "C'è qui un tizio di nome Murphy?". Un omino si alzò e disse: "Sono io Murphy". L'omone quasi lo uccise: gli spezzò cinque costole, gli ruppe il naso, gli fece gli occhi neri, lo gettò a terra ridotto ad uno straccio. Poi uscì con passo pesante. Dopo che se ne fu andato, l'omino, pieno di dolore, rideva tra sé e sé. Gli chiesero: "Ma cosa c'è da ridere?". "Gli ho fatto fare la figura dello stupido", diceva ridendo e pieno di dolore. "Ah, ah! io non sono Murphy!". C'è il re della forza e della potenza e c'è il re della dignità e dell'amore. E' uno scontro di re. Il falso re e il vero re, quello che dice di salvare e quello che salva per davvero. Lc dice: "Stai attento a non sbagliare re, salvatore; attento a non farti abbagliare!". Ci sono tre categorie di persone in questo momento di crisi e di difficoltà mondiale. 1. Quelli che pensano che non c'è nulla da fare e che andrà sempre peggio. Questi sono spacciati perché dentro di sé hanno già deciso cosa accadrà. Qui non c'è "nessun salvatore". D'altronde se fai quello che hai sempre fatto otterrai ciò che hai sempre ottenuto. Come può cambiare la tua vita (il mondo) se fai quello che hai sempre fatto? Se studiando così, non passi mai l'esame, forse bisogna studiare in un altro modo! O no!? 2. Poi ci sono quelli che pensano che la soluzione (miracolosa) capiterà perché qualcuno farà qualcosa e cambierà tutto. Questi pure sono spacciati perché danno ad altri la soluzione dei loro problemi. La loro vita è in mano agli altri, dipende da qualche "re, salvatore" esterno. 3. Poi ci sono quelli che pensano che la soluzione è in loro: siccome così non ha funzionato allora cambiano la loro vita. Questi ce la faranno perché hanno in mano la loro vita. Loro sono "i re" della loro vita. Il compito di ciascuno di noi è di far nascere Gesù, il Nuovo, qualcosa di nuovo, in questa nostra vita. Allora, tutti vanno a farsi censire. Anche Giuseppe. E il vangelo dice: "Salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme" (Lc 2,3). Ma come? La città di Davide è Gerusalemme, per la Bibbia. Betlemme è la città dove Davide fu pastore. Gerusalemme è la città dove Davide fu re, monarca. Altro messaggio di Lc: "E' l'uomo (il pastore Davide) e non il titolo (il re Davide) che salva". Un'altra volta: "Attento a dove riponi la tua sicurezza; attento a non sbagliare re e regno". Poi il vangelo dice: "Per farsi registrare con Maria sua sposa, che era incinta" (Lc 2,5). Lc qui usa il verbo mnesteuo (che vuol dire "aspirare alle nozze") come d'altronde in Lc 1,27 quando l'arcangelo Gabriele va da Maria e si dice che lei era "promessa sposa". Il verbo indica, infatti, il periodo in cui i due sono sposati ma non convivono insieme. Questo però era scandaloso (cioè non si poteva!) per quel tempo perché convivere insieme era inammissibile. Quindi non avrebbero potuto fare il viaggio insieme. Quindi questa è una coppia irregolare, che sta insieme quando non si doveva stare insieme. E da questa coppia "irregolare" nasce Gesù, il Figlio di Dio. Anche qui come domenica scorsa: il vangelo rompe con un sacco di tradizioni che un tempo avevano un senso ma che poi non lo hanno più avuto. Ogni sera, quando il guru si sedeva per adorare, il gatto dell'ashram si cacciava fra i piedi degli oranti e li distraeva. Perciò egli ordinò che il gatto fosse legato durante l'adorazione serale. Dopo la morte del guru, il gatto continuò ad essere legato durante l'adorazione della sera. E quando il gatto morì, un altro gatto fu portato nell'ashram per essere debitamente legato. Qualche secolo dopo i discepoli eruditi del guru scrissero dei dotti trattati sul significato liturgico dell'usanza di legare un gatto durante l'adorazione. "Ora mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto" (Lc 2,6). Io mi ricordo che da piccolo ero angosciato a questo punto: mi immaginavo Giuseppe e Maria che arrivano a Betlemme e non sanno dove partorire. Allora bussano ad una locanda: "No!"; ad un'altra: "No!"; ad un'altra ancora: "No!". E il tempo passa e Maria non sa dove partorire, roba che rischia di farlo per strada. Ma il vangelo è chiaro: "Mentre si trovavano in quel luogo": Maria e Giuseppe sono già lì. Una donna in quello stato di gravidanza non poteva percorrere tutti quei chilometri che separavano Nazareth da Betlemme, circa 140 km. Quindi erano là da tempo. Inoltre noi abbiamo l'immagine bella (ma occidentale) dei dipinti, dove Maria, incinta, è sull'asino e Giuseppe a piedi. Perché noi faremo così! Ma in oriente, ancor oggi, voi vedete l'uomo sull'asino e la donna incinta a piedi e pure con i bagagli. Non era ammissibile che una donna sedesse su di un mezzo di trasporto, perché la donna non era considerata allo stesso livello del maschio. Per questo Maria e Giuseppe dovevano già essere lì. Poi Lc dice: "Partorì il suo figlio primogenito" (Lc 2,8): perché questa espressione primogenito? Se c'è il primogenito vuol dire che poi c'è anche il secondogenito, per lo meno! E infatti sappiamo di almeno quattro fratelli di Gesù e di alcune sorelle (Mc 6,3). Ma cosa vuol sottolineare primogenito? Il primogenito veniva consacrato al Signore. L'angelo aveva detto a Maria: "Questo che ti nascerà sarà sacro al Signore". Ecco la conferma: è il primogenito. Gesù è di Dio. Poi Lc: "Lo avvolse in fasce e lo adagiò nella mangiatoia, perché non c'era posto per loro nella stanza" (Lc 2,8). Quando noi leggiamo questo versetto ci immaginiamo Maria che ha partorito nella grotta perché negli alberghi (=katalyma) non c'era posto. Ma cos'è il katalyma? Per capirlo dobbiamo capire com'era fatta la casa palestinese. Lo si può vedere ancor oggi dai resti: c'era una parte della casa che era scavata nella roccia ed era la parte più sana, più sicura e più protetta della casa. Lì c'era il magazzino, la dispensa, gli alimenti per le persone e anche gli alimenti per gli animali; ecco quindi il fieno e la paglia. Poi c'era, una muratura, una stanza, dove tutta la famiglia viveva. Lì si cucinava, si mangiava e la sera si gettavano delle stuoie per terra e tutta la famiglia (genitori, figli, zii, nonni, cugini, ecc.); gettate le stuoie dormivano. Questo è il katalyma, cioè la stanza dove non c'è posto per Maria e Giuseppe. E perché non c'è posto? La religione diceva: "Quando una donna partorisce è impura": 7 giorni se maschio, 14 se femmina. E poi per un lungo periodo (33 giorni se maschio, 66 se femmina) doveva fare le abluzioni. Da qui la "quarantena" di una volta. Forse i più vecchi se lo ricordano: la donna che aveva partorito non poteva andare in chiesa per quaranta giorni e doveva essere purificata e benedetta dal parroco. Quindi il parto rende impura la donna e tutti quelli che entrano in contatto con lei. Per questo sono messi in quell'altra stanza, e per questo c'è la mangiatoia, il fieno e gli animali. Così Maria non contamina nessuno. Poi Lc continua: "C'erano dei pastori in quella regione" (Lc 2,8). Ah, i pastori ci piacciono nel presepio; poi quello che ha la pecora sulle spalle è meraviglioso. Ma chi erano i pastori? A quel tempo c'era un elenco dettagliato delle dieci cose che il Messia, quando sarebbe avvenuto, avrebbe fatto. Fra queste c'era l'eliminazione fisica di tutti i peccatori: e al primo posto nella lista dei peccatori c'erano i pastori. Questo perché vivendo con le bestie, si diceva, erano diventati come loro: delle altre bestie. Erano persone abbruttite, considerati dei criminali e dei ladri. Per il Talmud erano considerati non persone. E si diceva: "Se per strada trovi un pastore che è caduto in un dirupo, non tirarlo fuori". I pastori quindi erano l'immagine dei peccatori per i quali non c'è nessuna speranza. E' per questo che quando vedono l'angelo hanno una paura tremenda (Lc 2,9), perché s'immaginano che sia la fine. I pastori, quando vedono arrivare l'angelo dicono: "E' la fine per noi". Ma il vangelo dice: "L'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annuncio una grande gioia (il termine greco è evvanghelo=vangelo: il vangelo è questo: una notizia di speranza, di gioia)... un salvatore... un bambino". E subito con l'angelo apparve una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: "Gloria a Dio... pace..."." (Lc 2,10-14). Sembrava la condanna e invece era la salvezza. 1. Cosa vuol dire questo vangelo per me oggi, in questo Natale? Dio è venuto solo per amarmi. Dio non castiga mai. Dio ama. Chi castiga o punisce non ama, mai. La religione del tempo diceva: "Quando viene il Messia, vi sistema, vi condanna e vi dà ciò che è giusto". Qui Dio è un Terminator, un Rambo, uno che decide chi sta in Paradiso e chi sta all'Inferno. Ma il vangelo dice: "Quando viene Gesù (ed è venuto), viene a portarvi l'amore". La religione dice: "Se sei puro ti avvicini a Dio". Ma il vangelo dice: "Accogli il Signore e diverrai puro". Allora: "Tutti voi che vi sentite (o siete) lontani, esclusi, in peccato, esiliati, sporchi, cattivi, impuri, maledetti, bastardi, traditori, Dio viene per voi. E viene per amarvi". Tranquilli: nasce per amarvi. Una madre: se una madre ha un figlio che è ammalato, cosa fa? Ma è ovvio, lascia un po' gli altri per seguire di più quello, perché ne ha più bisogno (i figli lo sanno e a volte per farsi voler bene si ammalano!). Un pastore se una pecora si allontana che fa? Lascia le altre proprio per cercare quella. E cosa vi pare che possa fare Dio con tutti quelli che sono lontani? Ma Dio sarà ben più di una madre e di un pastore! In ogni caso è il Dio del vangelo. Un giorno una bambina va dalla mamma e gli dice: "Mamma, chi è Dio?". Ora la mamma è in difficoltà. Come si fa a spiegare chi è Dio ad una bambina? Già a volte abbiamo le idee confuse noi adulti. Allora la mamma le dice: "Vieni qui". La bambina va dalla mamma e la mamma la prende fra le sue braccia e la abbraccia forte forte. Poi dice alla bimba: "Cosa senti?". "Sento che mi ami, mamma". "Questo è Dio!". Una donna ha due figlie: finché giocano, una delle due si rompe una gamba. Allora la mamma lascia quella sana dalla vicina di casa e lei corre al pronto soccorso. Finché il dottore la visita, la madre dice al dottore: "Mi raccomando, dottore, me la aggiusti bene eh!, perché questa è la mia unica figlia". La figlia la guarda e le dice: "Ma mamma, e mia sorella?". E la mamma: "Lei è l'altra figlia unica". Per Dio siamo tutti unici, amati, cercati, desiderati, voluti. Se c'è una cosa di cui mai, mai, mai, dovete dubitare è dell'amore di Dio. Dio è venuto per questo. E Lc per dire questo ci mette dei piccoli particolari che solo un'attenta lettura si colgono. 1. Il primo: "E' nato un Salvatore, Cristo Signore" (Lc 2,11). Che bisogno c'era di dirli tutti e due? E invece sì. Cristo (Christos=Unto, Messia), infatti, è il termine che il mondo ebraico può capire. Signore (Kyrios=Signore, Re) è il termine per il mondo pagano. Dio è per tutti. 2. Il segno: "Un bambino che giace in una mangiatoia" (Lc 2,11). Dio non sta nella reggia di Betlemme, ma con le bestie, come i pastori. Dio è per tutti, con tutti, soprattutto con gli ultimi. 3. Il coro degli angeli che loda Dio (Lc 2,13): "Gloria a Dio... pace in terra agli uomini che egli ama". Una volta si traduceva: "Pace in terra agli uomini di buona volontà". Ma così veniva fuori che la pace per chi era? Per quelli che se la meritano, per quelli bravi, di buona volontà. Invece la traduzione odierna esatta "amati da Dio" indica che la pace (shalom=pienezza di vita=felicità, salute, lavoro, amore, ecc.) è per coloro che Dio ama. E chi ama Dio? Tutti! 2. Io sono quel pastore: mi succede qualcosa e penso: "E' la fine!". "E, invece, è la fortuna più grande che mi poteva capitare!". Natale è questo: "Colgo Dio in ciò che mi succede, anche se non sembra che lì ci sia Lui". 1964: Norman Cousins si ammalò. Diagnosi: forma grave di artrite che colpisce i tessuti connettivi. Possibilità di sopravvivere 1/500, subendo in ogni caso devastazione fisica e progressiva immobilizzazione. Tutti i medici: "Non c'è nulla da fare, si prepari al peggio". Ma non era stato proprio lui a studiare l'effetto placebo dei farmaci e il potere dell'autosuggestione? Allora si disse: "Adesso tocca a me. Io voglio aver fede che guarirò". Cambiò la sua vita ("C'è qualcosa che non va se il mio corpo reagisce così", si disse), iniziò a coltivare emozioni positive (amore, speranza, fiducia in sé, ecc.), la terapia del sorriso: ogni giorno dosi di film che lo facevano ridere e soprattutto la fede. 8 giorni dopo il suo medico, incredulo, notò miglioramenti e quattro mesi dopo, inspiegabilmente (per chi non ha fede) era tornato a pieno regime di lavoro. E' morto nel 1990! Dio è passato. Dio non era affatto come Lui se l'aspettava. Ma l'ha accolto e ne fu ben felice. Ad un uomo è morto il figlio di diciotto anni. Sembra la fine. Dio nasce anche qui? Sì, Dio nasce dovunque lo si accolga. E mi ha detto: "Nonostante il dolore feroce, ho imparato che la vita è più di un figlio". Una donna di quarantacinque anni viene lasciata dal marito. Sembra la fine. Dio nasce anche qui? Sì, certo. La donna capisce: suo marito era la sua vita. Senza di lui non poteva vivere perché non aveva una vita sua. La sua vita erano gli altri e senza gli altri lei era nulla. E' stato doloroso vedere questo, ma adesso è una donna piena di vitalità, di energia e d'amore. Se gli altri ci sono bene; se non ci sono lei si muove, vive e agisce lo stesso. Un uomo viene mandato a chiamare perché suo figlio a scuola è insopportabile. Natale è qui? Sì, certo. Il padre capisce (gli ci è voluto un po' di tempo e un po' di aiuto): non dà e non ha dato limiti, paletti, regole a suo figlio. Così adesso inizia: e un anno dopo suo figlio è totalmente cambiato. Dio nasce nella tua vita, in questa tua vita, di oggi. Accoglilo! Non verrà come tu vuoi. Ma verrà proprio in questa tua vita di oggi. Natale è oggi in questa tua vita. Dio è qui. Ap 3,20: "Io sto alla porta e busso. Se qualcuno mi apre la porta...". Lui c'è! Lui è alla porta! Tu? La crisi internazionale: Dio è qui. Nascosto, ma è Lui che viene. Come? Finora la politica, la finanza e gli stati (ma la politica e la finanza e gli stati sono degli enti fatti da persone concrete: io, tu, lui, quell'altro...) hanno lottato così: "Io contro di te". Ma se io sono contro di te, se uno vince l'altro perde, sempre. Questo meccanismo non può funzionare di per sé. E se noi lottassimo: "Io insieme a te". E se iniziassimo noi! Le banche sono una contro l'altra. E se iniziassimo a lavorare insieme? La psicologia è una corrente contro l'altra. E se iniziassimo a lavorare insieme? Ognuno ha un po' di verità. Le persone sono una contro l'altra: "Io ho più; lui ha più; io non lo faccio perché c'è lui". E se iniziassimo a lavorare insieme invece di uno contro l'altro? Le religioni sono una contro l'altra: "Io ho la verità, tu no". E se mettessimo in luce ciò che ci unisce invece di ciò che ci divide? E se iniziassimo a stimarci? E se lavorassimo insieme? Un nostro parente abitava in Friuli nel 1976, al tempo del terremoto, e ci raccontò questa cosa: "A volte solo un terremoto ti fa fare ciò che è logico fare ma che non si vuol fare. Io abitavo in un gruppo di quattro case, con un giardino in comune. Ognuno di noi era contro l'altro: non ci si salutava, ci si faceva i dispetti e ognuno aveva da dire sul vicino. Un clima insopportabile. Addirittura due di noi erano in causa giudiziaria. Poi venne il terremoto e danneggiò gravemente le nostre case. E cosa accadde? Accadde che iniziammo a lavorare: tu dai una mano a me e io una a te. All'inizio lo facemmo per necessità. Ci siamo aiutati e siamo diventati amici. Il terremoto fece ciò che noi non riuscivamo a fare. E sai che ti dico? Benedetto terremoto!". Se non c'è un terremoto, una crisi, certe cose non le impareremo mai La gente pensa: "Non è possibile risolvere questa crisi!". Vi racconterò una storia... C'era un grande generale giapponese: Nobunaga. Si era prima di una grande battaglia: il rapporto di forza con il nemico era 1 a 10: sembrava una situazione disperata. Nobunaga disse: "Lancerò una moneta e se verrà testa vinceremo, se verrà croce perderemo. Lanciò la moneta, venne testa e i soldati proruppero in un urlo. Fecero la battaglia e... incredibilmente vinsero. Il giorno dopo un assistente disse a Nobunaga: "Nessuno può cambiare il destino". "Giustissimo", disse Nobunaga, mostrandogli una moneta che aveva testa su entrambe le facce. Se tu credi, sarà! Virgilio disse una cosa meravigliosa: "Possono perché credono di potere". Se tu non credi di potercela fare, non ce la farai. Natale: Lui viene, tutto è possibile. Pensiero della settimana Lo so che tu mi vuoi bene, ma se invece di spiegarmi che non c'è nessuno qui fuori al buio, se tu mi tenessi la mano io non avrei paura e camminerei... Lo so che tu mi vuoi bene, ma se invece di dirmi quanto fanno e lavorano il papà e la mamma per me, mi abbracciassi e mi stringessi forte forte al tuo petto, io sentirei tutto questo... Lo so che tu mi vuoi bene, ma se invece di pulire sempre la casa e di tenerla sempre in ordine tu mi prendessi con le tue grandi mani e mi baciassi, io davvero sentirei che sono importante per te... Lo so che tu mi ami, ma se invece di urlarmi sempre o di riprendermi sempre per il mio bene, mi guardessi e mi sorridessi, e ti vedessi qualche volta piangere di gioia, allora saprei che mi vuoi bene... Lo so che tu mi ami, ma se invece di dirmi che la nostra famiglia è felice, perfetta e buona, io vedessi te e il papà darvi un abbraccio, prendervi per mano o darvi un bacio, io saprei che qui regna l'amore... Lo so che tu mi ami, ma se invece di dirmi tante parole o di farmi tanti discorsi, tu semplicemente mi accarezzassi, io ti sentirei vicina e questo è tutto ciò che cerco. Dio si è incarnato. Dio è carne! |