Omelia (01-01-2012)
Gaetano Salvati
La donna della pienezza

Circondati dal clima del Natale, la liturgia di oggi medita la presenza di Dio nella storia dell'uomo, e sul ruolo sublime di Maria, Madre del Salvatore e donna della pienezza del tempo.
La Prima lettura, tratta dal libro dei Numeri, riferisce che il nome divino, invocato per tre volte, assicura a Israele l'intervento di Dio che protegge e concede la pace (Nm 6,24-26). La benedizione del Signore è ripresa nel canto del Salmo: il credente ringrazia l'Altissimo che garantisce alle nazioni giustizia (Sal 66,5-8). Il popolo dell'Alleanza (Israele), quindi, è consapevole che il Signore accompagna i suoi passi, perché Egli volge verso di loro il Suo volto.
San Paolo, nella seconda lettura, racconta che "quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge" (Gal 4,4). Innanzitutto, per "pienezza", San Paolo non vuole intendere un determinato periodo storico, quanto piuttosto, una situazione favorevole che il Padre ha scelto per redimere l'uomo. Questo momento è raggiunto anche grazie al "fiat" di Maria al piano d'Amore di Dio verso di Lei e verso l'umanità. Il Verbo incarnato nel seno della donna di Nazaret è la rivelazione dell'Amore traboccante, completo, totale, di Dio verso ogni uomo: amore che realizza la riconciliazione e la pacificazione dell'umanità con Dio. In Gesù di Nazaret la storia umana diviene storia di salvezza, racconto dell'amorosa relazione fra Dio e l'uomo. Gesù, Dio come il Padre, facendosi uomo diviene sia il centro del tempo che l'inizio di una nuova direzione per la creatura redenta. Non una storia distrutta, ma riscritta e glorificata dalla sua Persona e dall'effusione dello Spirito "che grida in noi - suoi discepoli - Abbà" (Padre), orma della presenza della Santissima Trinità nella vita del cristiano: Dio Padre, infatti, inviando il Figlio, ha effuso negli unti in Cristo il dono dello Spirito.
Qual è il ruolo di Maria di Nazaret in questo disegno altissimo della Trinità?
Il Vangelo di Luca la proclama Madre del Figlio, Colei che ha accolto la voce dell'Angelo, e ha ricevuto lo Spirito. Lei è la donna della pienezza, perché ha obbedito, nella fede, al suo Signore. Obbedendo, è divenuta l'immagine della Trinità, cioè la Madre che ha concepito e partorito la pienezza della rivelazione di Dio all'uomo (Gesù). In Maria, la benedizione del Signore rivolta al popolo d'Israele tramite Mosè, si è fatta storia, realtà concreta, salvezza fondata dal Silenzio divino fattosi Parola eterna, che risuona, per lo Spirito, nei cuori di ogni pellegrino nel tempo. La Madre del nostro Salvatore è l'umile ancella che, come ai pastori giunti per adorare il Bambino, dà ristoro ai viandanti scossi e agitati dalle tempeste del mondo, mostrando loro il frutto perfetto dell'opera di salvezza: Cristo Gesù.
Anche per questo motivo, il primo giorno dell'anno, la Chiesa contempla Maria quale porta aperta verso l'orizzonte infinito d'Amore, e affida tutta l'umanità alla Madre del Salvatore, la donna che dona la pace a coloro i quali, "senza indugio" (Lc 2,16), vanno alla ricerca del Figlio.
Riusciremo a trovare il Signore imitando l'ospitalità della Madre: Lei, che ha accudito la Parola eterna fatta carne, invita il credente ad inchinarsi dinnanzi alla mangiatoie sparse per il mondo, cioè nei luoghi dove è tenace la sofferenza e l'aridità spirituale, per aiutare i fratelli bisognosi e confortare gli angustiati. Con la nostra testimonianza di trasformati in icone viventi della Trinità, accoglieremo quanti si sentono persi a causa della tribolazioni del mondo; e, contemporaneamente, contempleremo nei volti di questi viandanti nel tempo, il Volto del Bambino che muta ogni pena in gioia e pace. Amen.