Omelia (01-01-2012)
Marco Pedron
Serba tutto nel tuo cuore anche se non è chiaro

Dopo il vangelo di Natale (Lc 2,1-14), che terminava con il canto degli angeli "Gloria a Dio..." (Lc 2,14), c'è un versetto prima di questo vangelo dove si dice che i pastori dopo l'annunzio vanno a vedere ciò che a loro è stato annunciato. Ed effettivamente trovano ciò che era stato detto loro.
Nel vangelo di oggi, infatti, si dice ciò che trovano: "Maria, Giuseppe ed il bambino che giaceva in una mangiatoia". E quando i pastori arrivano, dicono a Maria e a Giuseppe ciò che l'angelo ha detto loro.
Maria e Giuseppe si stupiscono: ed è strano questo perché Maria e Giuseppe sembrano non capirci niente. Ma non era apparso a Maria l'arcangelo Gabriele (Lc 1,26)? Dov'è finito tutto ciò? Com'è possibile che Maria sia stupita di quello che gli dicono i pastori, dopo ciò che l'angelo le ha detto? E Giuseppe: non aveva avuto un sogno dove gli era stato esplicitamente detto che quel figlio è l'Emmanuele, il Dio con noi (Mt 1,23)? Si era già dimenticato, nove mesi dopo, di tutto questo?
Maria e Giuseppe, stando ai vangeli, hanno capito che quel figlio sarà il Messia. Ma, allora, perché sono così stupiti? Perché qui si dice che "si stupirono delle cose che i pastori dicevano loro" (Lc 2,18)? Non avrebbero dovuto già saperle?
Maria e Giuseppe sono legati alla loro religione: e cosa dice la loro religione? Dice che il Messia, sarebbe sì venuto, ma avrebbe sterminato tutti i peccatori, fra cui i pastori. E com'è possibile che adesso siano proprio questi pastori ad essere annunciatori di Dio?
Il compito di lodare e di glorificare Dio era per gli angeli del servizio (1 Enoch 40,1-10): ma adesso qui sono i pastori, i più lontani, i più peccatori, a far questo. Ma sta cambiando tutto? Crolla tutto quello che hanno insegnato a Maria e a Giuseppe?

E Maria e Giuseppe saranno ancora più stupiti quando arriveranno i Magi (lett. i Maghi; Mt 2,1-12): ma che ci fanno questi qui, in questo luogo? Dobbiamo ricordarci che c'era il divieto assoluto di parlare con loro, pena la morte: i maghi, infatti, erano ritenuti in contatto con i demoni. Inoltre erano pagani e come i pastori erano esclusi dal Regno di Dio a cui non era permesso neanche lo studio della Torah. I Maghi sono gente impura ed è impuro tutto ciò che toccano: anche quei preziosi regali che portano.
Allora iniziamo a capire perché Maria e Giuseppe sono stupiti, sorpresi e perplessi: ciò che sta accadendo non è ciò che loro si aspettavano.
Il Dio che quel loro figlio annuncia è un Dio diverso da quello che loro pensavano, si aspettavano, avevano imparato e conosciuto fin da piccoli. Non fu facile per loro accettare questo. Per questo furono grandi: perché ci riuscirono. Ma non fu facile.
In Mc 3,20-21.31-35 c'è un episodio drammatico. Maria e il clan di Gesù, ad un certo punto, decidono di andare a prendere Gesù perché pensavano fosse andato fuori di testa: pensavano che fosse davvero matto e vanno a prenderlo per limitarlo, rinchiuderlo.
Siccome Gesù si comportava esattamente come un nemico di Dio, vanno a prenderlo. Gli scribi lo avevano già detto: "E' un bestemmiatore, un indemoniato" (Mc 3,22-30). Ma i suoi familiari lo conoscevano e sapevano della sua bontà. Quindi visto che Gesù non poteva essere un bestemmiatore e neppure un indemoniato, vanno a prenderlo perché pensano che sia andato fuori di testa. E quando arrivano da Gesù per prenderlo (e c'è anche Maria fra questi), Gesù sta predicando. Allora gli dicono: "Gesù, c'è tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle che ti cercano" (Mc 3,32). E lui, seccamente, risponderà: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Non certo quelli, ma quelli che fanno la volontà di Dio. E la volontà di Dio non è fermarmi!" (Mc 3,33-35).
E non sarà semplice per Maria accettare una risposta del genere.

Allora: perché Maria e Giuseppe fanno fatica a capire? Perché Dio è sempre diverso dalle tue aspettative. Tu te l'aspetti in un modo ma Lui arriva e viene a te in un altro modo. Dio è oltre, più in là.
E' attribuito a Sant'Agostino questo fatto: Agostino stava passeggiando lungo il mare e rifletteva sul mistero di Dio, mistero immenso e inesauribile. Ad un certo punto incontra un ragazzino che lungo la riva del mare aveva fatto una piccola buca. Poi con una piccola ciottola andava in acqua e metteva l'acqua del mare nella sua piccola buca; questo per molte volte. Il santo gli chiede: "Ma cosa stai facendo, bambino mio?". E il bambino: "Sto mettendo l'acqua del mare tutta dentro la buca!". "Ma non si può - rispose il santo - il mare è troppo grande per questa piccola buca". E il bambino, dice la leggenda, rispose: "E tu come pensi di mettere e di comprendere Dio, che è immenso, nella tua piccola mente?".
La grandezza infatti di Maria è quella di essere diventata discepola di Gesù. Sì lei ha partorito questo suo figlio ma questo suo figlio è diventato il suo maestro e lei la sua discepola.
Anche lei non lo ha capito: vi ricordate quella volta che persero Gesù nel tempio di Gerusalemme? Quando lo vedono lì, di nuovo, il vangelo dice che erano "stupiti": è strano questo figlio. Non è come noi ce l'aspettavamo. "Tuo padre ed io (Maria), angosciati, ti cercavamo (Gesù)!". E lui: "Perché mi cercavate? Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?" (Lc 2,48-49).
Anche lei lo ha creduto pazzo, matto, strano (Mc 3,20-35). Gesù, suo figlio non era né come tutti gli altri figli né come lei se lo aspettava. Anche lei ha faticato a vedere la "novità" di suo figlio.

Dio è novità. E il nuovo ci fa sempre paura.
Se è buio ed entrate in casa vostra - la conoscete bene, avete sistemato voi le cose, i mobili, gli oggetti; sapete benissimo dove tutto si trova, dove c'è il passaggio dove c'è il muro; sapete dove si trova il bagno, la cucina e al camera, ecc - non avete paura. Perché? Perché la conoscete. Ma se entrate in un'altra stanza - magari non c'è nessun pericolo - ma andate piano, avete paura e mettete le mani avanti. Perché? Perché non lo conoscete.
Il vecchio è il già conosciuto: di positivo c'è che non procura molta angoscia perché si sa come gestirlo e affrontarlo. Ma nel vecchio non c'è evoluzione.
Pensate se non ci fosse uno "nuovo" che avesse detto: "Non è mica il Sole che gira intorno alla terra". O se un altro "nuovo" non avesse detto: "L'atomo si può dividere", oppure: "Si può fare il giro della terra".
Se Colombo non avesse cambiato l'opinione che la Terra era piatta, l'America non ci sarebbe. Se Einstein e amici non avessero cambiato idea, penseremo ancora che l'atomo è indivisibile. Pensate cosa sarebbe successo se qualcuno "di nuovo" non avesse detto: "Ma si può volare". Se i fratelli Wright non avessero cambiato l'idea del padre, non avrebbero creato l'aeroplano.
Milton Wright vescovo della Chiesa dei fratelli Uniti in Cristo, andò una volta in una piccola università. Lì dopo aver tenuto una conferenza ci fu una cena col rettore e i docenti. La discussione durante la cena finì sulla fine del mondo. Il vescovo Milton disse: "Tutto ciò che c'era da scoprire è stato scoperto". Il rettore disse: "Secondo me, invece, l'umanità è alle soglie di nuove e più brillanti scoperte". Il vescovo scoppiò in una gran risata: "Sciocchezze, caro mio, - disse Milton Wright - se fosse stato nei piani di Dio che noi volassimo, Egli ci avrebbe fornito di ali. Il volo è riservato agli uccelli e agli angeli". E tutti concordi, eccetto il rettore, lo applaudirono per questa sua arguta affermazione. Il vescovo Milton Wright aveva 2 figli: Orville e Wilbur Wright, gli inventori del primo aereoplano!
Se Lyonel Messi non avesse cambiato idea (gli avevano detto: "Non potrai mai giocare a calcio con la tua malattia") oggi non sarebbe il più grande giocatore del mondo.
Se Milton Erickson (fondatore dell'ipnosi ericksoniana) non avesse cambiato idea (aveva avuto un attacco di poliomelite e il dottore disse a sua madre: "Morirà prima di sera"), non avrebbe vissuto.
Winston Churchill: "Fanatico è colui che non può cambiare idea e non intende cambiare argomento".
La vita è novità, evoluzione, cambiamento, divenire.

Allora, di fronte ad una persona mi do il permesso di dire: "Mi sono fatto un'idea sbagliata su di te, scusa". Le persone dicono: "La prima impressione è quella che vale": la prima impressione è solo la 1° impressione! "Cambia prima di esserlo costretto a farlo" Jack Welck.
Di fronte a qualcosa che ritenevo assoluto mi do il permesso di dire: "Pensavo, ma non lo è!". "Coloro che non cambiano mai le proprie opinioni si amano più di quanto amano la verità", Joseph Joubert.
Di fronte a Dio mi dico: "Tu non sei come pensavo" e non rimango accozzato alle mie vecchie idee solo per paure di perderle o di cambiarle.
Di fronte a qualcosa che credevo di me, mi dico: "Io non sono solo così".
Di fronte ad un opinione sbagliata mi legittimo a dire: "Scusa, mi sono sbagliato". "Niente è più pericoloso di un'idea, quando questa idea è l'unica che si ha", Emile Chartier.
Di fronte ad una scelta mi do il permesso di dire: "Ci ho ripensato". "Le persone preferiscono un problema familiare che una soluzione nuova", Neil Postman.
Di fronte a ciò che si è sempre fatto così mi permetto di dire: "E adesso si cambia!". ""Si fa così da anni" è la confessione che il sistema non funziona", Deming William Edwards.
Un ubriaco camminava per la strada con entrambe le orecchie deturpate da vesciche. Un amico gli chiese che cosa gliel'avesse provocate. "Mia moglie ha lasciato il ferro da stiro acceso, così quando è suonato il telefono, per sbaglio, ho preso in mano il ferro da stiro". "Ho capito, ma l'altra orecchia?". "Quel maledetto idiota ha ritelefonato!". Meglio cambiare idea!

Allora: Dio è nel nuovo. Per questo celebriamo ogni anno Natale. Perché ogni natale è diverso.
Un anno sono 8.760 ore, cioè, 525.600 minuti. Allora donati il tempo per il nuovo. Fai qualcosa di nuovo quest'anno... qualcosa che non hai mai fatto... qualcosa che neppure hai pensato di fare... Leggi un libro totalmente nuovo, diverso dai soliti. Fai un corso di qualcosa di nuovo. Conosci qualcuno di nuovo. Fai un viaggio che non ha mai fatto. Datti il permesso di provare il nuovo. Il vecchio lo conosci già. E' solo il nuovo che ti può arricchire.
Qualche decennio fa è stata trovata una tribù nella foresta che accendeva il fuoco sfregando le pietre. Bello, ma non sempre semplice. Poi hanno imparato cos'erano i fiammiferi: molto più semplice! Se fai, se vivi il nuovo, sarai sempre nuovo. Altrimenti sarai già vecchio, qualunque età tu abbia.

Poi il vangelo dice una cosa meravigliosa: "Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19).
Maria non capisce ciò che succede. Ma non giudica, non elimina la cosa dicendo: "Ma che stupidità; impossibile; non ha senso". Maria non capisce e accetta di non capire.
Maria sa che tutto ciò è strano e si dice: "E' strano". Ma dirsi che è strano, che non lo si comprende, che non è secondo le nostre aspettative, che non è come noi avremmo pensato, non vuol dire che tutto ciò non abbia un senso.
C'è una storia orientale eloquente a questo proposito: "Un giorno Akbar e Birbal andarono a caccia nella selva. Sparando col suo fucile, Akbar si ferì il pollice e gridò di dolore. Birbal gli fasciò il dito e lo consolò con le sue riflessioni filosofiche: "Maestà, non sappiamo mai ciò che è bene o è male per noi". L'imperatore si infuriò e scaraventò il ministro nel fondo di un pozzo abbandonato. Poi continuò a camminare solo per il bosco. Frattanto un gruppo di selvaggi gli venne incontro in piena selva, lo attorniò, lo fece prigioniero e lo trascinò davanti al suo capo. La tribù stava preparandosi ad offrire un sacrificio umano e Akbar fu accolto come la vittima che Dio aveva loro inviato. Lo stregone della tribù lo esaminò attentamente e notando che aveva un pollice rotto, lo respinse perché la vittima prescelta non doveva avere nessun difetto. Allora Akbar si rese conto che Birbal aveva avuto ragione, provò rimorso per il suo gesto inconsulto, tornò correndo al pozzo nel quale lo aveva gettato, lo trasse fuori e gli chiese perdono per il male che, tanto ingiustamente, gli aveva causato. Birbal rispose. "Maestà, non deve chiedermi perdono, perché non mi ha fatto alcun male. Al contrario, mi ha fatto un grande favore: mi ha salvato la vita. Infatti, se non mi avesse scaraventato in questo pozzo, io avrei continuato a camminare al suo fianco e questi selvaggi avrebbero preso me per il loro sacrificio. Come vede, Maestà, non sappiamo mai se una cosa sia bene o male per noi ".
Allora: ti succede una cosa? Non dire: "Ma che sfortuna! Ma non ha senso! Ma che sfigato! Ma proprio a me! Ma che centra!". Dì solamente: "Non capisco".
Un giorno Maria capirà tutto. Adesso no, ma un giorno sì. E così anche tu. Perché tutto ciò che ci accade ha un senso.
Fai come Maria: ti è successa questa cosa, la tieni nel tuo cuore anche se non la capisci.
Alle tre di notte tutto è buio: è necessario che sia così. Voler la luce è voler qualcosa che non ci può essere dato. Aspetta e fra qualche ora verrà. Quando è buio è tempo di vivere il buio; la luce verrà, ma il buio ha tanto senso quanto la luce. A suo modo e a suo tempo ne capirai il senso e il significato. Noi vorremmo trovare subito una risposta al perché ci succedono certe cose. E', in fin dei conti, il nostro tentativo di controllarlo.
Fai come Maria: le vivi, le serbi nel tuo cuore, rimani aperto con i tuoi occhi e vedrai che un giorno, quando magari non te l'aspetti, tutto si rivelerà nella sua chiarezza. Per tutta la vita Maria capì ben poco di Gesù; ma dopo la resurrezione (At 1,12) tutto le fu chiaro.
Il pittore James Whitler voleva seguire la carriera militare ma fu cacciato da West Point. Era così depresso per il suo fallimento che abbracciò la pittura come terapia.
Il cantante Julio Iglesias voleva essere un giocatore di calcio. Ma venne ferito e per un certo periodo fu paralizzato. Un'infermiera gli portò una chitarra per aiutarlo a passare il tempo.
Un amico maledisse il giorno in cui la sua ditta lo spostò da Belluno a Padova. Perse tutti i suoi amici e dovette cambiare vita (e non fu affatto semplice!). Ma qui trovò sua moglie, altri amici e altre e migliori opportunità. Adesso dice: "Quella maledizione sii rivelò una benedizione".
Sovente quello che è un problema, una sfortuna, se la accettiamo, si rivelerà un'opportunità. Le più grandi opportunità si affacceranno nella nostra vita, quasi sempre, sotto forma di problemi. I problemi hanno la capacità di sfidarci, di tirar fuori da noi capacità che non conoscevamo, di scuoterci dalla routine di tutti i giorni per far emergere le risorse che abbiamo dentro.
Sono queste "novità" di cui noi faremo volentieri a meno che ci trasformeranno.


Pensiero della settimana
Ci sono sempre due scelte nella vita:
accettare le condizioni in cui viviamo
o assumersi la responsabilità di cambiarle.