Omelia (06-01-2012)
Gaetano Salvati
Convocati dall'Infante divino

La solennità dell'Epifania rivela il significato profondo del mistero della nascita del Redentore. Il Verbo incarnato, infatti, non è venuto solo per il popolo d'Israele, ma per ogni uomo, rappresentato dai Magi. Ed è sul cammino di fede dei Magi che la Chiesa invita a meditare.
San Matteo narra che i Magi, partirono da oriente, da molto lontano, per andare ad adorare il Re nato a Betlemme (2,1-2). Seguendo la stella, cioè la fede suscitata dal nostro Redentore, essi entrarono nella casa dove si trovava il Bambino. Al vederlo, si prostrarono e lo adorarono (v.11).
Ma chi erano i Magi? Certamente uomini in ricerca della luce vera, quella in grado di indicare la via per la vita. Ascoltando la voce della verità (la stella), questi sapienti hanno dato spazio a Dio, si sono aperti all'amore infinito che non minaccia la libertà umana, anzi è l'Unico che offre la capacità di vivere in pienezza. Infatti, al termine del loro lungo viaggio, i Magi hanno potuto contemplare e provare la vera gioia.
E noi cristiani non siamo forse come i Magi? La medesima stella che ha guidato i Magi fino a Betlemme, oggi orienta (deve orientare) la nostra vita. L'Infante divino, il Creatore del mondo, il Salvatore del genere umano, infatti, ci riunisce per condurci alla vita eterna. Siamo chiamati dall'Eterno, divenuto storia per amore, all'unità nell'unica fede in Lui. Egli ci convoca, come dice san Paolo nella seconda lettura, "a partecipare alla stessa eredità", alla salvezza che il Salvatore elargisce a ognuno. Questo è il mistero dell'incarnazione: Gesù Cristo ha manifestato se stesso nel tempo per rivelare all'uomo la profondità del suo amore, e facendosi conoscere, ha annunciato il disegno del Padre, cioè la piena comunione con la vita divina. Nella comunione con Cristo, vera partecipazione all'unità, formiamo un solo corpo, la Chiesa. Membra operanti nell'unica speranza e carità, siamo parte viva di un corpo che geme in attesa della gloria futura.
A questo punto ci appare chiaro un elemento fondamentale: per perseverare nella fede (dono di Dio) e nell'unità, come i Magi, è importante ascoltare solo la Parola di Dio, l'unica stella del nostro cammino cristiano; difatti, contro i dubbi delle parole umane, la guida della Sacra Scrittura accompagna il nostro viaggio terreno e riscalda i cuori quando ci accorgiamo che il freddo della notte, della disperazione, ci allontana dalla grotta di Betlemme, e ci separa dai fratelli.
Lasciamo che la Parola di Dio, la stella del cammino, illumini la nostra vita. Rendiamo testimonianza della fede generata dalla presenza fra di noi dell'Infante divino, vera salvezza per i credenti. Come il Maestro, doniamoci all'altro, contribuiamo a costruire il Suo corpo, così da generare la fede per inviare altri Magi, altri cercatori della verità, al cospetto del Bambino. Allo stesso tempo, adagiamo ai piedi del Salvatore le nostre ansie: Egli le muterà in dolci speranze per l'oggi del mondo. Amen.