Omelia (08-01-2012) |
don Alberto Brignoli |
Battesimo: vita con Cristo La Festa del Battesimo del Signore ci richiama a considerare il Battesimo (il nostro, in modo particolare) come sacramento degli inizi della nostra storia di fede. Non ho dati attendibili alla mano, e quindi posso solamente supporre che anche il Battesimo, come altri sacramenti, conosca una fase di calo a livello numerico, dovuta certamente anche alla diminuzione del tasso di natalità tra i cristiani nel nostro paese e in generale nell'Europa di antica tradizione cristiana. Per contro, però, credo di poter affermare che il calo di battesimi sia proporzionalmente minore rispetto al calo di altri sacramenti, come ad esempio il Matrimonio. Significa cioè che, pur essendo in calo i matrimoni cristianamente celebrati, non alla stessa maniera calano i battesimi. Come interpretare questo fatto, dal momento che mostra un'apparente "incongruenza" nel processo di scristianizzazione (ovvero, il Matrimonio cristiano non "attira" più, mentre al Battesimo ci si tiene ancora)? Mi pare di leggervi un doppio fattore, che può essere utile per comprendere il nostro modo di vivere il sacramento del Battesimo. Il doppio fattore che porta - nonostante tutto - a chiedere ancora il sacramento del Battesimo è quello della tradizione e dell'identità cristiana. La richiesta del sacramento del Battesimo da parte di una coppia di genitori ha ancora in alcuni casi delle motivazioni profondamente cristiane e coerenti con un cammino di fede; ma sono decisamente di più i casi nei quali il Battesimo viene richiesto per portare a compimento una sorta di tradizione di famiglia, se non addirittura per una scaramanzia secondo la quale il bambino va battezzato per evitare che possa avere qualche problema di salute (c'è pure questo, credetemi). Tra i casi di battesimi non inseriti in un profondo cammino di fede cristiana da parte dei genitori si inserisce anche un tema di portata pastorale sempre più urgente e di fronte al quale il sacerdote o l'operatore pastorale deve agire con un'attenzione accurata e molto rispettosa. Mi riferisco ai battesimi di bambini i cui genitori, per differenti motivi, non possono celebrare un matrimonio cristiano dal punto di vista sacramentale. Non trovo giusto (anche se non ho ben presente cosa possa dire il Diritto Canonico al riguardo) che vi siano sacerdoti che si oppongono strenuamente alla celebrazione del Battesimo di un bambino nato all'interno di una situazione matrimoniale "irregolare" dal punto di vista canonico; questo non lo dico partendo da una motivazione "pietistica" ("Cosa c'entra il bambino? Un Battesimo non si può negare", diciamo spesso noi preti "permissivisti"), bensì dalla necessità di un accorto discernimento e di un sempre maggiore atteggiamento di accompagnamento alla vita di fede cristiana di due genitori, qualunque sia la situazione matrimoniale che essi si trovino a vivere. Anche perché spesso la richiesta di Battesimo dei bambini da parte di coppie in situazioni canonicamente non regolari denota un desiderio di riscoperta delle cose di Dio al quale faremmo bene a porre molta attenzione, più che agli aspetti legati alle cose tradizionali. Trovo invece molto più tradizionalista (e qui mi collego al secondo fattore) il modo di pensare di cristiani formalmente inseriti in una situazione matrimoniale canonicamente corretta che chiedono il Battesimo dei loro figli fondamentalmente per salvaguardare una situazione di identità cristiana che il nostro mondo rischia di perdere sotto l'attacco della scristianizzazione, della secolarizzazione, o di un'immigrazione selvaggia che immette un pluralismo religioso da contrastare in ogni mezzo. Beh, lasciatemi dire che se ci sono famiglie cristiane che fanno battezzare i figli (magari con sacerdoti che le assecondano in questo) perché non si perda la nostra identità culturale, forse è necessario un grande sforzo per fare loro ricomprendere il vero significato del Battesimo. Io non credo che si possa ridurre il Battesimo a un fatto di tradizione o di difesa dell'identità cristiana di un territorio o di una comunità. Il Battesimo è vita piena con Cristo: punto. Ciò vuol dire che l'unica motivazione seria che spinge due genitori a chiedere il Battesimo per proprio figlio è la risposta ad una chiamata di Dio ad essere una sola cosa con lui nel suo Figlio Gesù, così come hanno risposto alla chiamata alla vita. E questa risposta per un credente deve essere una cosa naturale, innata, insita nel suo cuore, così come è stata la nascita del figlio. L'assimilazione alla vita di Cristo per un cristiano dev'essere una cosa naturale che accompagna ogni momento della sua esistenza, dal nascere al morire, passando attraverso le fasi della crescita, della maturità, della scelta di vita: fasi accompagnate e segnate tutte quante dalla celebrazione di un sacramento che ne conferisce la grazia divina. E il Battesimo marca l'inizio di questa vita con Cristo, di fronte alla quale un cuore profondamente attaccato ai valori della fede cristiana non si fa domande né interrogativi, né pone condizioni: la vive perché la sente profondamente sua. Questo potrebbe aiutarci a vivere anche in chiave pastoralmente diversa l'accompagnamento di una famiglia al sacramento del Battesimo: il problema fondamentale non deve essere quello di valutare la regolarità di una situazione matrimoniale dei genitori dal punto di vista cristiano, né quello di conservare un numero sufficientemente altro di cristiani, né tantomeno quello di non perdere terreno rispetto ad altre fedi o a un mondo che sembra aver "perso la bussola di Dio". Si tratta invece, a partire da un innato desiderio di condividere la vita cristiana da parte di una famiglia che chiede il Battesimo - che sempre, sia pur in minima parte, esiste, altrimenti nemmeno lo chiederebbero - di accompagnare lungo tutto il percorso della vita cristiana questa famiglia e i suoi membri attuali e futuri ad un incontro sempre più profondo con Cristo. Ecco perché il Battesimo non può essere visto come una situazione occasionale nella quale incontrare un gruppo di credenti per cercare di infarcirli il più possibile di catechesi (caso mai poi scappino e non li si veda più fino al prossimo Battesimo), ma come il momento iniziale di una costante vicinanza a loro in tutti i momenti della loro vita di fede. Riscopriamo allora il nostro Battesimo come un momento forte di unione a Gesù Cristo e alla famiglia dei credenti, la Chiesa, di cui tutti noi facciamo parte proprio a partire dal Battesimo, al di là dell'intensità e della solidità della nostra vita di fede. |