Omelia (05-02-2012) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Commento su Giobbe 7, 1-4 6-7; Prima Corinzi 9, 16-19 22-23; Marco. 1, 29-39 Missione: hobby, optional, impegno - così potremmo aprire il commento alla 5a domenica t.o., leggendo e meditando le letture offerte in questa domenica. Elemento comune è il movimento verso l'altro per predicare il Verbo della salvezza. La nostra missione dunque, come Cristo, è quella di essere sempre in cammino testimoniando con la propria Vita quello che si annuncia. Penso che il predicare la Parola, sia questo fatto dal mondo presbiteriale o dal mondo laico, non possa tradursi in un semplice espressione hobbistica o un optional linguistico verbale, ma debba esprimersi in un costante, convinto e responsabile impegno. Oggi purtroppo si fa un gran parlare in ogni dove di nuova conversione, di nuova rievangelizzazione, di rinnovato annuncio della Parola, e tutto ciò avrebbe un senso se recuperassimo la sequela del nostro primo e vero Missionario: Cristo Gesù. La missione è un dono, è una responsabilità, non è una attività che si sceglie motu proprio; dice San Paolo: "Non è per me un vanto predicare il Vangelo; è un dovere per me: guai a me se non evangelizzassi!... E' un incarico che mi è stato affidato!" L'annuncio della Parola non deve essere motivo per diffondere il proprio punto di vista o la propria interpretazione. L'annuncio deve trovare correlazione coerente tra radicalità evangelica e vita quotidiana. E ciò nella vita di tutti i giorni, nei luoghi di lavoro e di vita sociale, in cui si creano occasioni di testimonianza e di comunicazione del Vangelo. A noi che siamo chiamati nella quotidianietà e a coloro che per ministero sono chiamati all'annuncio non può e non deve mancare il coraggio associata alla discrezione. Ovvero sia il coraggio di annunciare apertamente e liberamente la Parola, ma senza forme di esibizionismo o esteriorità tali da inficiare il messaggio evengelico nella sua forma e nel suio contenuto. Cristo nato e Cristo risorto due momenti forti, ma anche due momenti quasi intimi in presenza di poche ed umili persone, quali i pastori, quali le pie donne. E questo atteggiamento deve essere una missione di ogni giorno come persona, come coppia, come famiglia, come comunità che sa affidarsi a Dio ed alla semplicità del suo messaggio evangelico, traducendolo in azioni concrete di attenzione prima all'interno della piccola cellula familiare domestica per poi rivolgersi verso il prossimo vicino e lontano. Riflessioni: - Ogni giorno sono capace di "interpretare" coerentemente l'annuncio evenagelico con i miei comportamenti? - Come Coppia, come Famiglia cerchiamo di comunicarci la forza della Parola per superare i momenti di difficoltà? - La mia e nostra vita è una concreta e visibile teatimonianza di coerenza tra quello che ascolto, annuncio, agisco? |