Omelia (09-01-2012)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Primo Samuele 1,8

Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore?
Sam 1,8


Come vivere questa Parola?

Il primo libro di Samuele viene a segnare il passaggio da una confederazione tribale, continuamente minacciata dalle popolazioni circostanti, alla costituzione di un regno. A cerniera tra le due impostazioni sociopolitiche la grande figura di Samuele: ultimo dei Giudici e Profeta.

L'episodio propostoci dalla liturgia odierna ne presenta la famiglia di origine, teatro di avvilenti rivalità. Anna, sua madre, è sterile: un umiliante limite per una figlia di Israele, reso più pesante dai duri attacchi di Peninnà, altra moglie di Elkanà. L'amore di predilezione del marito non riesce a lenirne il cocente dolore. Ma è proprio in questa sua impotenza, fiduciosamente consegnata al Signore, che si manifesterà l'intervento divino capace non solo di rendere fecondo il suo grembo ma di ridonare a Israele una guida che lo riporti sulla via della fedeltà. L'era dei Giudici si chiude infatti su un orribile delitto e la classe sacerdotale, nei due figli di Eli, Ofni e Fineès, appare corrotta.

L'amaro pianto di Anna diviene allora il grido di dolore di quanti assistono impotenti al dilagare di una perversione che soffoca la vita, ne impedisce persino lo spontaneo affiorare. Tristezza di fronte a una società che non riesce più a produrre altro che non-senso e morte, avendo perso il contatto con la radice della vita, con Dio.

Preghiera accorata di chi non fa dell'amore di Dio un personale appagante rifugio, ma si sente solidale con quanti, smarrita la strada, rischiano di autodistruggersi.

Oggi voglio soffermarmi su questa aspetto della mia vocazione cristiana che mi rende per i fratelli ponte lanciato verso Dio.

La mia comunione con te, Signore, non mi estranei mai dai problemi, anche morali, che dilaniano la società di oggi. Che le mie mani siano protese verso di te anche per chi non è capace di farlo.

La voce di un padre apostolico

Pregate, senza cessare, anche per tutti gli altri uomini: per loro pure vi è speranza di conversione e di unione a Dio.
S.Ignazio di Antiochia