Omelia (15-01-2012) |
don Roberto Rossi |
"Parla o Signore…" La lettura di oggi presenta la chiamata di Samuele. Samuele aveva due genitori meravigliosi: essi avevano desiderato la sua nascita, avevano pregato per il dono di un figlio, l'avevano consacrato al Signore ed erano felici di vederlo collaboratore di Dio. La Bibbia presenta Samuele, che vive accanto al tempio. Ancora il suo rapporto con Dio è una buona abitudine, è una educazione religiosa ricevuta. Ma viene un momento preciso per Samuele: egli lentamente scopre la verità di Dio; si accorge che Dio è una persona; prende sul serio la preghiera e capisce che Dio soltanto è, mentre tutto il resto passa velocemente. Samuele avverte la chiamata di Dio e risponde senza indugio: "Parla, Signore! Il tuo servo ti ascolta!". In questa disponibilità c'è tutta la grandezza di Samuele: poiché egli ha capito la diversità che esiste tra Dio e tutto il resto, egli capisce anche tutto il valore della vita e la sente come chiamata e missione. Oggi perché a volte la vita è diventata banale per tante persone, per tanti giovani? Perché molti sentono il bisogno di ubriacarsi, di drogarsi, di stordirsi? Perché la gente è vuota, le banalità sono diventate ideali, gli scopi della vita si sono abbassati a livelli, a volte, indegni dell'uomo. Dobbiamo lottare perché la vita sia sentita come dono grande, come momento unico, come occasione irripetibile: è dentro una visione grande e seria della vita che maturano le scelte grandi, gli ideali alti. Nel Vangelo quella che era la situazione di Samuele si ripete nella vita degli apostoli: ora per loro il problema è sentire Dio in Cristo; è decifrare il senso della vita alla luce di Cristo. Questo è anche il nostro problema. Giovanni racconta: "Gesù stava passando... ". È una verità perenne. Accanto alla vita di ciascuno passa Dio! Cristo infatti è Dio tra noi: Egli è qui e ogni esistenza trova pienezza in Lui. Ma come riconoscerlo? Giovanni il Battista, appena vede Gesù, lo fissa, lo riconosce e grida: "Ecco l'Agnello di Dio!". In questo giorno Giovanni collega la presenza di Dio alla scelta della mitezza, della bontà, del sacrificio, della croce. "Prova ad accostarti al debole, al povero, all'ammalato: ci sentirai una pienezza interiore che non è altro che la presenza di Dio. Prova a rinnegare il tuo orgoglio, prova a sorridere alla croce, ad amarla, prova a dare senza attendere: avvertirai una gioia mai sentita che è tipico frutto dell'essere accanto a Dio, prova ad amare: dov'è carità e amore, lì c'è Dio" (card. Comastri) "Maestro dove abiti?" "Venite e vedrete". Ecco la parola di Gesù: " Volete conoscermi? Cominciate a vivere la mia vita e tutto diventerà chiaro". |