Omelia (22-01-2012)
don Carlo Occelli
Vita nuova

Inizio.
Del ministero di Gesù, della chiamata dei primi quattro discepoli, del regno di Dio sulla terra.
Quanto bolle in pentola in questo brano evangelico!
Sappiamo che Marco è scarno e coinciso nei suoi racconti, come un giornalista sul campo non si perde in fronzoli, punta all'essenziale quasi quasi con un stile asciutto.
Gesù inizia a predicare il vangelo in Galilea. La provincia delle genti abitata da stranieri e non solo ebrei. Fin dalla prima pagina di vangelo trovo un respiro aperto a tutti, senza distinzione, senza uomini di serie A e di serie B. Noi cristiani siamo per vocazione in Galiea, aperti a tutti e con tutti, nei luoghi di frontiera.
So che spesso nella storia non è stato così. Quanti muri eretti per separare, quanti steccati per dividere. La millenaria storia del cristianesimo racconta anche di questi muri. Quale lontananza dallo stile con cui il Signore ha iniziato a predicare da subito.
Stiamo pregando in questi giorni per l'unità dei cristiani: siamo stati talmente poco attenti alle diversità, da dividerci tra noi.
Intuisco quanto siamo chiamati a convertirci a Gesù, non alle nostre tradizioni. "Non dobbiamo perdere la nostra identità" spesso si sente dire intorno ad argomenti variegati. Giustissimo, senza un'identità s'impazzisce di disorientamento. La nostra identità di cristiani è data dall'appartenere a Cristo. In Gesù è inscritta la possibilità di sapere chi siamo e come desideriamo vivere.
Gesù inizia da luogo di frontiera ad annunciare che cosa? La buona notizia di Dio.
Edizione straordinaria! Edizione straordinaria grida Marco il ragazzino che ha conosciuto il Maestro. Non sta più nella pelle e ce la vuole raccontare questa buona notizia. Troverà in me un cristiano sonnecchioso dall'abbiocco facile e continuo?
Nella vita quando capita di vivere qualcosa di straordinariamente bello, non si può tacere. C'è in noi un innato desiderio di raccontare!
Così è successo a Gesù e successivamente a Marco: c'è una buona notizia per te amico, preparati ad entrare nella gioia!
Il tempo è compiuto e i regno dei cieli è vicino, convertitevi e credete nel vangelo.
L'attesa di tutto il popolo di Israele si è compiuta, inizia un tempo nuovo. Non è vero che il tempo non ha una direzione: ora è arrivata la pienezza ed il significato stesso del tempo.
Marco usa il termine kairos e non cronos per dire il tempo: ecco il tempo favorevole, l'opportunità della vita da cogliere.
Ecco il tempo per che cosa?
Per far entrare Dio nella tua vita, il tempo per vivere nella pace, per prenderti in mano la vita, per rispondere alla chiamata che ognuno di noi è, per iniziare una nuova vita.
Perché il regno dei cieli non solamente è vicino, ma è presente, è qui.

Mi fermo in silenzio: la mia vita ricomincia da qui, ogni volta è un nuovo inizio. Benedetta buona notizia che mi genere a nuova vita! Sì, non si nasce una volta sola.
Condizione per essere travolti dalla novità: convertirsi e credere nel vangelo. E' sempre ora il momento della risposta e della decisione. Cambiare la propria idea di Dio e affidarsi totalmente a lui.

Dopo l'annuncio infatti Gesù chiama Andrea e Simone. Gesù passa, vede, chiama. Non è il tempo di rimandare: pensateci, poi mi fate sapere qualcosa tra un mesetto.
Il tempo è compiuto amico: c'è una risposta che attende. Non puoi stare in standby.
Passando lungo il lago vide Andrea e Simone.
La Chiesa nasce sulle rive di un lago, nella confusione di un porto, tra gente che va e gente che viene, barche che partono e altre che attraccano, gente che chiacchiera e gente che urla, nei dialetti che s'intrecciano. Si scaricano pesci o anche solo delusioni.
Ed è in quella confusione che si avvicinano due piedi e con essi due occhi che sanno incontrare e una bocca che sa parlare.

In mezzo a quel vociare di porto mi pare di vederti Gesù e di ascoltare quella parola anche per me: seguimi. Vieni dietro a me.
Entro nella scena: che cosa hai visto quando ti sei avvicinato a quei due pescatori sconosciuti? Cosa hai immaginato? Non era meglio avere due credenziali, dare un'occhiata al curriculum vitae, informarsi dai vicini di barca se quella era brava gente o scansafatiche...
Mentre tu hai avuto l'audacia d'immaginare solo la bellezza di quei due: li guardi come innamorato, ti compiaci di loro come il Padre si è compiaciuto di te. E vedi in quei pescatori degli apostoli delle genti. Lasceranno di tirare fuori pesci dall'acqua per tirare fuori gli uomini da una vita scialba.

Vedi solo il bello, le potenzialità ed i talenti. Ti fidi e li chiami.
E i due lasciano le reti e ti seguono.
Così guardi anche a me e ancora osi fidarti.
Per l'ennesima volta.
Ti fidi e mi chiami.
Ed io lascio le reti che m'ammazzano la libertà. E ti seguo.

Inizio.
Della mia nuova vita.