Omelia (22-01-2012)
padre Ermes Ronchi
Convertirsi è girarsi verso la Luce

Siamo al momento fresco, sorgivo del Vangelo. C'è una bel­la notizia che inizia a cor­rere per la Galilea ed è questa: il tempo è com­piuto, il regno di Dio è qui. Il tempo è compiuto, co­me quando si compiono per una donna i giorni del parto. E nasce, viene alla luce il Regno di Dio. Gesù non spiega il Regno, lo mostra con il suo primo agire: libera, guarisce, per­dona, toglie barriere, ri­dona pienezza di relazio­ne a tutti, anche a quelli marchiati dall'esclusione. Il Regno è guarigione dal male di vivere, fioritura della vita in tutte le sue forme.
A questo movimento di­scendente, di pura grazia, Gesù chiede una risposta: convertitevi e credete nel Vangelo. Immagino la conversione come il mo­to del girasole, che alza la corolla ogni mattino al­l'arrivo del sole, che si muove verso la luce: «gi­ratevi verso la luce perché la luce è già qui».
Credere nel Vangelo è un atto che posso compiere ogni mattino, ad ogni ri­sveglio. Fare memoria di una bella notizia: Dio è più vicino oggi di ieri, è al­l'opera nel mondo, lo sta trasformando. E costruire la giornata non tenendo gli occhi bassi, chini sui problemi da affrontare, ma alzando il capo, solle­vandolo verso la luce, verso il Signore che dice: so­no con te, non ti lascio più, ti voglio bene.
Credete nel Vangelo. Non al Vangelo ma nel Vange­lo. Non solo ritenerlo ve­ro, ma entrate e buttarsi dentro, costruirvi sopra la vita, con una fiducia che non darò più a nient'altro e a nessun altro.
Camminando lungo il mare di Galilea, Gesù vi­de ...
Gesù vede Simone e in lui intuisce la Roccia. Vede Giovanni e in lui in­dovina il discepolo dalle più belle parole d'amore. Un giorno guarderà l'a­dultera e in lei vedrà la donna capace di amare bene. Il suo sguardo è creatore.
Il maestro guarda anche me, e nonostante i miei inverni vede grano che germina, una generosità che non sapevo di avere, capacità che non cono­scevo. È la totale fiducia di chi contempla le stelle prima ancora che sorga­no.
Seguitemi, venite dietro a me. Non si dilunga in spiegazioni o motivazio­ni, perché il motivo è lui, che ti mette il Regno ap­pena nato fra le mani. E lo dice con una frase inedi­ta, un po' illogica: Vi farò pescatori di uomini. Co­me se dicesse: «vi farò cercatori di tesori». Mio e vo­stro tesoro è l'uomo. Li ti­rerete fuori dall'oscurità, come pesci da sotto la su­perficie delle acque, come neonati dalle acque ma­terne, come tesoro disse­polto dal campo. Li por­terete dalla vita sommer­sa alla vita nel sole. Mostrerete che l'uomo, pur con la sua pesantezza, è fatto per un'altra respirazione, un'altra aria, un'al­tra luce.
Venite dietro a me, anda­te verso gli uomini. Avere passione per Cristo, che passa e si lascia dietro lar­ghi sorsi di vita; avere pas­sione per l'uomo e dilata­re gli spazi che respira.