Omelia (00-00-0000)
don Carlo Occelli
Nuovo da lasciare un gusto in gola

Amici! Eccoci sulle rive del Lago di Tiberiade, a curiosare cosa accade tra le viuzze di Cafarnao, ridente paesino della Galilea dove si è trasferito Gesù. Ospiti anche noi della casa di Simon Pietro, vicinissimi alla sinagoga del paese.
Abbiamo ancora in cuore le parole del Maestro che ha intravisto in noi una tale bellezza da chiamarci, per l'ennesima volta, a vivere!
Sì, Cristo ci chiama a rinascere ogni domenica. Come non essere coinvolti da quella voce e da quello sguardo di fiducia?
Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni, come noi, si stanno domandando in che avventura si son buttati. Cosa potrà mai significare diventare pescatori di uomini? Lasciare le reti?

Come ogni sabato frequentano la sinagoga, ma questa è la prima occasione con Gesù. Marco, l'evangelista che mette in ordine il racconto di Pietro, ci presenta l'avvio del Regno di Dio in questa terra. Vediamo il volto concreto di questa buona notizia che Gesù ha iniziato ad annunciare.
Proprio nella sinagoga di Cafarnao comprendiamo cosa significhi essere pescatori di uomini. Sappiamo che l'acqua del mare è segno delle forze del male: è il Maestro che desidera tirar fuori dal mare gli uomini, tutto ciò, per Marco, è la sintesi dell'intera rivoluzione avviata da Gesù. Cristo è venuto a liberare l'uomo dalle forze del male, da ogni forza ciò che non lo fa essere autenticamente se stesso.
Comincia il Maestro, continueranno nella storia i suoi discepoli.
Succedeva ogni sabato che un adulto giudeo leggesse le pagine della Scrittura, così come accadeva di ascoltare i commenti alle pagine bibliche. Questa volta c'è però una parola nuova. Il nuovo irrompe nel tempio, e gli uditori se ne accorgono. "Un insegnamento nuovo, dato con autorità"
Nuovo da lasciare un gusto in gola, nuovo come una parola che non so, come canta Gianmaria Testa.
Gesù non si limita a citare commenti di altri rabbini, interpreta in modo nuovo, interpreta la Parola nella sua carne. Uomo nuovo, sorgente di una nuova umanità. E l'unica, straordinaria!, possibilità che ho per rinnovare la mia vita e diventare pure io nuovo è quella di affidarmi totalmente a lui, credere in lui.
Una parola nuova che scombina l'ordine e la calma piatta che regnano nella sinagoga.
C'è un uomo che, come tutti gli altri, frequenta la sinagoga. Prima di allora la Scrittura non aveva mai toccato i suoi mali, questa volta è diverso. Quell'uomo colpisce al cuore, e il male viene in superficie.
Questo comporta l'ascolto della Parola, amici credenti!
Se ascoltando il vangelo la reazione è calma piatta e rassicurazione, se la Parola non viene a mettere a soqquadro le nostre sicurezze, a rivoluzionare i nostri modi di pensare, a mettere a nudo ciò che ancora non ci fa essere e vivere da uomini nuovi... se appunto reagisco alla Parola e al commento di essa senza alcun sussulto interiore, allora la mia fede è paralizzata. Ferma ed inchiodata la mia conversione. Qualcosa dentro me deve gridare, o siamo morti dentro e rimaniamo nelle acque di tutto ciò che non è vita.
"Che vuoi da noi, Gesù Nazareno?"
Gesù nella sinagoga non fa magie, non dice formule magiche per estirpare il diavolo da quell'uomo. Nessuna strana guarigione.
Quell'uomo ascolta una parola che lo mette di fronte a se stesso e alle forze che lo tengono lontano dalla vita. Cosa mi tiene lontano dalla vita in questo tempo? Cosa mi ha tenuto avvinghiato al mio io e basta in questa settimana? Forse la mia gelosia, il mio egoismo, la mia paura della diversità, la mia idolatria del denaro, il mio successo personale a scapito del mio vicino?...
Ecco, la parola nuova mette l'uomo con le spalle al muro. Sì, perché Gesù vuole centrare eccome con la nostra vita! Mentre noi lo vogliamo lasciare fuori: che c'entri con noi?
Ok, vengo a Messa, porto i bimbi al catechismo, firmo l'otto per mille e tutto quanto... però che c'entri con la mia vita? Con l'educazione dei miei figli, con l'economia e la politica, i piani regolatori e la giustizia sociale? Che c'entri Gesù con la mia vita fuori dalla sinagoga, con il precariato e le baby pensioni, la globalizzazione e il libero mercato?
Insomma, amici, quell'uomo i sabati precedenti si ascoltava bello bello la Scrittura senza scomporsi, perché neppure l'ombra di un rabbino aveva mai insinuato che c'entrasse con la sua vita. E che pertanto venisse a scoperchiare i suoi mali.

Le forze del male non si annidano fuori dalla sinagoga ma dentro, neppure fuori dall'uomo, ma dentro. Non andiamo a cercare il male altrove: scoviamolo tra i banchi delle nostre chiese, quando se ne sta seduto ad ascoltare il vangelo. Pizzichiamolo mentre s'inginocchia davanti al Santissimo Sacramento o s'inchina per incensare la reliquia del santo patrono.
E' nella nostra comunità che occorre far tacere gli spiriti maligni che logorano e dividono, alzano muri e lanciano pietre.
Non andiamo altrove a scovare il male, rintracciamolo dentro di noi. Là dove c'è qualche ambito della vita dove non abbiamo alcuna intenzione di fare entrare la novità del Regno di Dio, là dove lasciamo fuori dalla porta la nostra fede domenicale, là dove Cristo non è di casa e siamo noi a regnare indisturbati.
E' dentro di me che occorre far tacere gli spiriti maligni che m'intristiscono la vita, ingannano e schiavizzano la mia vita.

Evviva la Parola che tocca il nostro spirito, evviva questo Maestro nuovo che pronuncia parole nuove per tirarci fuori dalle acque del male e liberare le nostre libertà!
"Che è mai questo? Un insegnamento nuovo"
Vieni Signore, non ho paura di te.
Entra in ogni dove della mia vita. Scardina rivoluziona pulisci estirpa metti a tacere.
Vieni e rendimi nuovo. Come il tuo insegnamento. Come te, Gesù.

Nuovo da lasciare un gusto in gola,
nuovo come una parola che non so.
(ascoltatevi Nuovo di G. Testa)