Omelia (29-01-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Marco 1,22 Erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Mc 1,22 Come vivere questa Parola? Lasciarsi afferrare dalla persona di Cristo: ecco dove ha inizio l'identità del cristiano. Nel fascino di uno che, oggi come ieri e come domani, esercita una forza che è autorità. Ed è talmente una forza interiore l'autorità che si differenzia dal potere proprio in questo. Chi ha autorità (e qui s'intende ovviamente autorità come autorevolezza) è capace di persuadere al bene e di orientare gli altri a ciò che è giusto. Chi invece ha potere (fosse pure un'autorità anche riconosciuta in campo civile e forse anche ecclesiastico) e si serve del potere solo per i propri interessi, danneggia il prossimo e, a lungo andare, anche se stesso. Sì, perché vivere è dare gloria a Dio servendo con amore i fratelli. Diversamente la vita è menzogna: un vero disastro! Ecco, il vangelo odierno che ha per centro quell'imperioso comando di Gesù al demonio: "Taci, esci!" esplicita pienamente l'autorevolezza di Cristo Signore che, con due soli verbi, libera l'indemoniato dal potere del maligno. Sì, in qualche misura, anche il cristiano è chiamato ad essere autorevole, cioè "vero", "autentico" in tutto quello che pensa, dice, fa. Là dove vivo come casalinga o impiegato, o scrittore, o medico o geometra o altro, sono autorevole se compio bene serenamente e per amore quello che faccio. Non permettere, Signore, che io eserciti il potere da egoista-tiranno. Né sui bambini, né suglli anziani, né sulla moglie o il marito, o sul cane o sul gatto. Rendimi autorevole perché capace della gioia di amare. La voce di un dottore della Chiesa Due amori fecero due città: la città terrena l'amore di sé fino al disprezzo di Dio, la città celeste l'amore di Dio fino al disprezzo di sé. S. Agostino |