Omelia (05-02-2012)
don Giovanni Berti
Gesù nel reality di Marco

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Da un po' di anni la televisione ci ha abituato a quelle trasmissioni che seguono passo passo una persona o un gruppo di persone nella loro vita personale quotidiana o in situazioni particolari (Vedi Grande Fratello, Isola dei famosi... e altri format televisivi stranieri visibili negli ormai innumerevoli canali satellitari).
In genere ci sono le macchine da ripresa, fissate dietro a specchi o in mano a cineoperatori, che indagano i protagonisti (famosi o candidati tali) nelle loro azioni ed emozioni. Non sono un esperto di questo tipo di televisione, ma credo che si voglia giocare molto sul potere dell'identificazione del telespettatore con i protagonisti seguiti e spiati dalle telecamere.
L'evangelista Marco sembra proprio far la stessa cosa con Gesù. Lo segue per una intera giornata e mezza fissando in modo veloce ma molto preciso le azioni di Gesù, quello che dice e fa', insieme alle reazioni di coloro che gli sono vicini.
Ne viene fuori una "giornata-tipo" di Gesù nella quale, anche dopo secoli, possiamo identificarci singolarmente e come comunità.
La giornata in diretta di Gesù inizia con il racconto letto domenica scorsa, quando Gesù ci è presentato di sabato in sinagoga ad insegnare e a compiere una liberazione di un pover uomo da uno spirito impuro. Il racconto della giornata di Gesù continua con il Maestro che entra nella casa di Simone e Andrea. In questa casa Gesù si prende cura di una povera anziana malata, resa incapace dalla malattia a fare qualcosa per gli altri. Gesù la riabilita, la fa "risorgere" (quando Marco scrive "la fece alzare" usa lo stesso termine della Resurrezione), rimettendola in grado di essere anche lei utile agli altri. E' da notare che Gesù opera una guarigione proprio di sabato, giorno così sacro per gli Ebrei che era regolato da minuziose leggi comportamentali. Più volte Gesù viene rimproverato per la sua disinvoltura nei confronti del riposo del Sabato. Ma anche qui, come altrove, Gesù mette al primo posto la legge della carità sulla legge religiosa-cultuale. In altre parole Gesù di fronte al bisogno della persona è capace di trasgredire anche le più ferree tradizioni religiose.
La giornata prosegue con la guarigione di molti. Si tratta di liberazioni da tutto quello che allontana gli uomini dalla felicità e realizzazione. Infatti Gesù libera i corpi e le anime. E' una sorta di predicazione con i fatti ancor prima delle parole.
Ed ecco che la "telecamera" di Marco segue Gesù anche nel momento più intimo della preghiera, cercata nella solitudine e intimità del mattino presto. Ma il motivo ricorrente di questa giornata è la ricerca continua che discepoli e gente comune fa di Gesù: «Tutti ti cercano!»
Gesù allora si rimette in moto e continua la sua azione ma in luoghi diversi, per raggiungere il maggior numero di persone. Tutti cercano Gesù, e Gesù cerca tutti, in un movimento missionario che non vede nessun posto escluso dalla possibilità di essere luogo di azione di Gesù.

Questo "reality" di Gesù, seguito passo passo dalla fedele telecamera di Marco mi interroga. Non posso non vedere nelle vicende narrate anche la giornata della mia comunità cristiana e della Chiesa intera. I cristiani possono vedere in questi movimenti di Gesù, nelle sue attenzioni, nella sua attenzione "maniacale" per le sofferenze umane, nella sua capacità di mettere al primo posto Dio e l'ultimo degli ultimi.... possono vedere un progetto di vita, un modo per essere veramente fedeli al proprio battesimo. Se il Battesimo ci rende come Gesù, in questa giornata del Maestro troviamo le nostre vite.
La cosa da fare sarebbe ora quella di sostituire al personaggio Gesù noi singolarmente e anche la Chiesa, e ripercorrere la nostra vita con la stessa modalità del Maestro e Signore. Ne verrebbe fuori la stessa cosa? Lo stesso reality?


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