Omelia (05-02-2012)
padre Paul Devreux


Gesù, uscito dalla sinagoga, si reca in casa di Pietro dove scoprono che la suocera è malata. Gesù non cerca spiegazioni alla malattia, non fa nessun tipo di ragionamenti né sulle colpe, né sul peccato, né sul destino o sulla volontà di Dio; niente di tutto questo. Per lui la malattia va combattuta e basta, perciò si avvicina alla malata e la guarisce.
Ma le notizie volano, sicché la sera tutta la città è davanti casa con i suoi malati e Gesù lì ad aiutare tutti.
La mattina, però, Gesù si ritira a pregare perché ha bisogno di decidere cosa è più importante fare.
Decide che deve rimettersi in cammino per andare a predicare. Avrebbe anche potuto fermarsi a Cafàrnao, per aiutare tutti i malati che avrebbero continuato a portargli. Sarebbe sicuramente stata una cosa buona. Perché partire? Perché non rimandare la partenza?
Anche i discepoli sono entusiasti di ciò che Gesù ha fatto la sera prima. Inoltre, vedendo la folla che cerca Gesù, la tranquillizzano, promettendo di riportarglielo al più presto.
Deve essere stato duro per Gesù deluderli, e anche per loro ubbidire e partire senza tornare a dare spiegazioni a quelle persone che aspettano.
Perché Gesù fa questa scelta?
Davanti all'urgenza della malattia non si discute: il malato va aiutato, e Gesù lo fa', ma si rende conto che predicare, annunciare il regno di Dio, cioè la presenza di Dio in mezzo a noi, che ci aiuta e ci sostiene nel nostro cammino, è ancora più importante, perché questo apre alla speranza il cuore dell'uomo, e lo muove a fare anche lui quello che faceva Gesù. Se oggi abbiamo ospedali e medici è perché molti cristiani si sono adoperati per fare qualche cosa per gli altri, spinti proprio dall'annuncio di Gesù. Dove Gesù predica o viene annunciato, si mette in moto la solidarietà.
Gesù è come il motore che fa muovere la macchina; noi possiamo anche guidarla facendo finta che il motore non c'è o dicendo che non ci crediamo, ma se ci crediamo e lo ascoltiamo, la macchina si muove meglio.
La macchina che dobbiamo guidare è la società che ha bisogno di ospedali, di insegnanti per formare gli operatori sanitari, di chi produce e paga le tasse per poter pagare medici ed educatori, e cosi via. Non viviamo solo per questo, ma possiamo dire che tutto quello che facciamo coopera anche all'aiuto dei malati e dei bisognosi. La benzina di questa macchina è la solidarietà e il motore è Gesù.
Gesù fa la scelta di dare la priorità all'annuncio per lanciare la solidarietà. Vuole fare conoscere suo Padre, perché sa che questa è la cosa che più di tutte può aiutarci ad avere voglia di vivere e voglia di aiutare a vivere.