Omelia (26-02-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Marco 1,12-13 Lo Spirito lo sospinse nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Mc 1,12-13 Come vivere questa Parola? Il mistero del Figlio di Dio che, fatto uomo per salvarci, prima di iniziare la sua vita tra la gente viene sospinto dallo Spirito nel deserto, è salutarmente provocatorio per noi. Se c'è un luogo inospitale è proprio il deserto. C'è però un particolare consolante: gli angeli erano lì a servire Gesù. Ecco quello che la Parola ci schiude all'inizio di questo tempo forte della nostra vita spirituale, è uno scenario ricco di insegnamenti. No, non abbandoneremo il nostro ambiente per rifugiarci chissà dove, ma impareremo a prenderci spazi di silenzio e di solitudine per rinvigorirci nello spirito e anche nel corpo. Ci sarà forse qualcuno capace di irriderci. Soprattutto, proprio nel silenzio, sentiremo più forti le voci tentatrici della gola, della libidine, dell'avidità di possedere e di avere, di appagare il nostro ego nelle sue voglie disordinate. Ebbene, proprio questa sarà lotta che irrobustirà se, aiutati dall'angelo custode, non smetteremo di pregare, gridando al Signore la nostra fede-fiducia in lui. Proprio così si inizierà bene la quaresima senza sentirla un opprimente periodo di rinunce fuori luogo, ma come un tempo salutare per rendere agile il passo sulla strada della salvezza che è il vangelo di Gesù contattato ogni giorno, pregato e vissuto con amore. Signore, i tuoi angeli mi sostengano e la tua grazia mi sia forza e luce, anche quando il deserto è duro ma necessario. La voce di un Padre della Chiesa Non potremmo forse affermare che il deserto è il tempio non limitato da mura del nostro Dio? Infatti, Colui che abita nel silenzio sicuramente ama i luoghi ritirati. In quei luoghi egli si è spesso mostrato ai suoi santi ed è soprattutto nella solitudine che si è degnato di incontrare gli uomini. Sant'Eucherio |