Omelia (11-03-2012)
Giovani Missioitalia
Il vero tempio

Ci stiamo avvicinando alla Pasqua di Gesù. Il nostro cuore si prepara a riconoscere la presenza viva di Gesù Risorto nella nostra vita e nella storia del mondo, luoghi dell'incontro con il mistero di Dio. E immediatamente ci imbattiamo con la forza del messaggio evangelico "Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani" (1 Cor 2,239): l'Amore di un Dio che ama mentre è rifiutato, che tace mentre è provocato, che dona gratuitamente mentre è disprezzato. Debolezza di un Dio che è più grande e più forte della sapienza degli uomini e per questo scomoda e chiama a conversione.



Riconoscere la forza di questo messaggio è un'energia dirompente per noi che la pagina di Vangelo in Giovanni consegna in questa domenica.

Il tempio luogo dell'incontro con Dio diventa spazio di mercato, di negoziazione, di affari.
Gesù trova nel tempio gente che vende buoi, pecore, colombi e i cambiavalute seduti a terra. Gesù trova una realtà buona alterata dal male, usata come strumento di potere.



Dio interviene perché vuole troppo bene all'umanità, a quello spazio che è nell'uomo, nella donna, a quello spazio che è nella storia del mondo. Dio ama così tanto questo luogo d'incontro che ha scelto di abitarci (nell'incarnazione), e non trattiene la sua passione di scendere là nel più profondo della vita, tanto da arrabbiarsi, tanto da mostrare la sua ira, tanto da reagire in una modalità brusca, energica: Gesù rompe e butta a terra tutto ciò che distoglie, imbruttisce, falsa una realtà buona che è il Tempio, che è la casa del Padre, che siamo noi.



Il vero tempio siamo noi, il centro della nostra persona, la nostra interiorità. Il vero tempio è il mondo, il centro dell'umanità, la sua dignità. Realtà belle, buone ma troppe volte intaccate, appesantite o addirittura profanate da appetiti di potere: come una società che offre un modello stereotipato, impersonale; come una politica o un'economia del tornaconto; come una chiesa, una tradizione quando è promotrice solo di una fede formale e dottrinale o, ancora, come il peccato di ciascuno di noi, con il suo appetito di godimento e spirito di avarizia e d'onnipotenza, di volere tutto e subito, che insinua un'idea di Dio a nostra misura.



Così Gesù oppone al santuario che sarà distrutto un santuario che egli si dice in grado di ricostruire.
I più vicini ricordano ma ancora non comprendono, altri chiedono dei segni per metterlo alla prova e per la paura che intralci il loro potere.
«Quale segno ci mostri per fare queste cose?» (Gv 2,18)

Il corpo di Gesù Risorto sarà il Tempio nuovo, fondamento e centro di un uomo nuovo, di un mondo nuovo. Gesù rompe e scuote la nostra fede per aprirci a orizzonti più grandi, a un futuro che ha il sapore d'eternità, di felicità perché Lui in tre giorni farà nuovo il "tempio" distrutto.



Per la riflessione:

  • Qual è la mia immagine di Dio? Mi lascio interpellare da un Dio che ama nella debolezza?
  • Riconosco nella mia vita quelle cose che falsano ciò che veramente sono? Chiedo a Dio di smascherarle per rendere più vera la mia esistenza?


Il commento è stato realizzato da Anna Maria Merla ed Emanuela Maistrello, missionarie fidei donum, della Diocesi di Milano, in Cameroun.