Omelia (11-03-2012) |
Gaetano Salvati |
Atteggiamento d'amore Il ritornello del salmo: "Signore, tu hai parole di vita eterna", illumina il comportamento del Maestro nei riguardi dei cambiamonete e della gente "che vendeva buoi, pecore e colombe" (Gv 2,14) nel tempio di Gerusalemme. Tale atteggiamento può indurre a considerare che il Creatore è in collera con la creatura; in realtà, il modo d'agire del nostro Salvatore dimostra che Dio non può rimanere indifferente di fronte a quelli che, vivendo il cristianesimo con ipocrisia e falsa ingenuità, trasformano la casa del Padre in un "mercato" (v.16). Ad essi, e a ciascuno di noi, Cristo Signore dà l'occasione per ricominciare a percorrere il cammino dietro di lui. Scuotendo severamente il credente, e ogni uomo, Egli invita a purificare ogni stile di vita contrario alla legge dell'amore, alla liturgia del silenzio; e ad abbracciare l'atteggiamento di "debolezza" (1Cor 1,25), come ricorda san Paolo, di cui la croce è memoria stabile, motivo per non disperdere il dono della fede in azioni irresponsabili verso se stessi e la comunità. Scuotendoci e purificandoci, Gesù consiglia di fare memoria della sua parola. È ciò che hanno fatto i discepoli: san Giovanni, infatti, narra che si "ricordarono" (Gv 2,22) di quanto Gesù aveva detto e fatto nel tempio. Solo la memoria, allora, fondamento della fede d'Israele e della Chiesa, può aiutare a capire che la parola di Dio è lo spazio necessario per incontrare la Vita. Questo per un motivo fondamentale: il memoriale è l'evento della salvezza che dal passato si presenta, nella potenza dello Spirito Santo, nell'oggi della nostra storia, nella comunità celebrante. La Chiesa che celebra i sacramenti, soprattutto l'eucaristia, fa memoria della storia di Gesù e attua nel presente la vita del Maestro. Nell'esempio del Signore, la Chiesa è il popolo del dialogo, convocata ad accogliere chi è nel bisogno; a frantumare le barriere dell'oppressione, a condividere l'impegno per il riscatto dei poveri. La sequela sollecita a compromettersi per gli altri e con gli altri: come il memoriale eucaristico è il segno della vicinanza di Dio con l'uomo, così anche la Chiesa è chiamata ad essere dalla parte dell'uomo, a condividere le gioie e le amarezze. Infine, la memoria della sequela richiede una comunità libera dalle ricchezze, dai giochi di potere, per liberare l'uomo dal male. La Chiesa, in quanto libera, è credibile solo perché ripropone nell'oggi della storia umana, la storia di Dio narrata in Gesù Cristo. Lasciamoci, quindi, purificare dall'amore esigente del Maestro: lui, nei sacramenti e nella parola, raggiunge tutta l'esistenza della Chiesa e dona la salvezza. Amen. |