Omelia (11-03-2012)
don Roberto Rossi
Gesù, tempio di Dio

Il nostro cammino quaresimale procede. Dopo essere stati con Gesù nel deserto, scoprendo che anche lui si è confrontato con le tentazioni che ci minacciano e con il potere del male che ci porta lontano da Dio; dopo essere stati con Lui sul monte della trasfigurazione, sentendo la voce della nube che lo confermava come il Figlio amato e ci ordinava di ascoltarlo mentre indica il cammino dell'offerta di sé per giungere alla vita piena, oggi il Vangelo di Giovanni ci fa incontrare Gesù nel tempio di Gerusalemme, mentre compie uno dei gesti più sconcertanti della sua vita. Ed è significativo che tutte e quattro i vangeli riportino questo episodio; questo nei vangeli avviene soltanto per gli ultimi giorni della vita di Gesù.
Quale aspetto del mistero di Gesù ci aiuta a penetrare e meditare questa pagina di Vangelo? Una prima spontanea reazione è quella di pensare all'umanità di Gesù, che - come ciascuno di noi - perde la pazienza e si arrabbia quando si confronta con qualcosa che non corrisponde con il suo modo di vedere e con le sue aspettative.
Pur senza negare questo aspetto dell'umanità di Gesù, dobbiamo fare come i discepoli, che dopo la resurrezione si sono ricordati del gesto di quel giorno nel tempio e lo hanno compreso alla luce dei salmi: "lo zelo per la tua casa mi divorerà" (Salmo 69, 10). Anche noi, dobbiamo vedere in questo gesto una luce che illumina tutto il mistero, la vita di Gesù. La sua vita fu realmente "divorata" dallo zelo per il Padre; Egli è vissuto profondamente obbediente al Padre, fino al punto di dare tutto se stesso per realizzare il suo progetto. Nel dialogo tra Gesù e i giudei che gli chiedono conto del gesto che ha compiuto, Gesù risponde identificando il tempio con il suo corpo: distruggetelo e io lo ricostruirò in tre giorni. È normale che i giudei non l'abbiano capito, ma per noi cristiani che ascoltiamo queste parole dopo la Risurrezione, il messaggio è forte e chiaro. Ciò che prima si faceva attraverso il tempio, attraverso i riti sacrificali (per i quali era necessario tutto il sistema di vendita di animali e di cambio dei soldi), cioè la ricerca della comunione con Dio e la richiesta di perdono dei peccati, ora lo si fa attraverso il corpo di Gesù, che nella morte è stato distrutto e nella risurrezione è stato glorificato. Ora sappiamo che la salvezza è in Gesù.
Ciò significa che i sacrifici e i riti sono stati semplificati (l'unico rito dei cristiani è la messa, il sacrificio di Gesù) e sono stati resi accessibili a tutti in ogni momento. Infatti anche noi possiamo lasciarci "divorare dallo zelo" per la casa del Signore, cioè possiamo vivere orientati dalla volontà del Signore, prendendo Lui come centro di ogni nostra scelta, azione, progetto.
La legge di Dio, che la prima lettura ricorda raccontandoci le dieci parole dei comandamenti, ha questo significato e questa finalità: orientare i passi dell'uomo nella volontà di Dio. Gesù non ha abolito i comandamenti, ma ne ha mostrato il senso e ci ha fatto vedere che non si tratta di semplici precetti da osservare scrupolosamente per il timore di incorrere in punizioni, ma di fari accesi da Dio per il suo popolo, che cammina nell'oscurità e desidera percorrere il cammino giusto, per la realizzazione della propria vita, fino alla salvezza nell'eternità.