Omelia (25-12-2003)
don Marco Pratesi
Tu l'uomo nuovo, il primo di molti fratelli

La nascita di Cristo è non solo straordinaria, ma unica. Nasce per opera dello Spirito, da una Vergine.
La nascita di Cristo è l'esordio della nuova umanità, il cui capostipite è il nuovo Adamo, Gesù, l'uomo nuovo. L'umanità riparte da capo ("ricapitolazione"), la vita umana, che era divenuta sterile, infeconda, arida, è posta nuovamente in Gesù sotto il segno della benedizione.
Traendo spunto dall'annunzio angelico, possiamo dire in altri termini che la vita umana è posta nuovamente nella pace: "Pace agli uomini che Dio ama". La nascita di Gesù segna l'inizio di quella pace che è la ristabilita armonia tra Dio e l'uomo. Pace vera significa non essere lontani dalla volontà di Dio, stare nel suo progetto, e trovare gioia solo in quello che a Dio dà gioia. Sappiamo bene dal Vangelo che questo significa identicamente la pace tra gli uomini e con il cosmo tutto.
Anche noi, che duemila anni dopo siamo credenti, siamo nati - come credenti - insieme a Cristo: la sua nascita è la nostra. I fedeli di tutti i tempi e di tutti i luoghi sono come un unico corpo che nasce con Gesù. Il nuovo popolo nasce con la nascita di Cristo suo capostipite, il corpo nasce insieme al proprio capo.
Ma in concreto, per ciascuno di noi il nuovo inizio si realizza nel nostro battesimo. Lì c'è la nostra ripartenza. Noi facciamo nostra la novità del Cristo uomo nuovo con il battesimo che ci rigenera. E lo stesso Spirito genera il Cristo nel grembo di Maria e rigenera il cristiano nel fonte battesimale. La nascita naturale ci immette in una vita già vecchia e destinata alla morte, la rinascita apre gli orizzonti di una vita sconfinata.
Il Natale ci impegna a vivere nella pace, in armonia di rapporto con il Creatore e tutte le sue creature. Il bambino di Betlemme ci chiede di realizzare la nostra chiamata battesimale a essere uomini nuovi, rinati insieme a lui in questa santa notte.
Buon Natale a tutti!