Omelia (25-03-2012) |
don Giovanni Berti |
Il dovere di ascoltare le domande Clicca qui per la vignetta della settimana "... vogliamo vedere Gesù" La domanda è fondamentale. Senza domanda non può esserci risposta vera, e soprattutto non c'è recezione della risposta. A volte ho la sensazione che come Chiesa ci preoccupiamo più di dare risposte che di ascoltare le domande, quelle vere. Un giovane mi ha raccontato che nella sua Diocesi il vescovo ha deciso una sera di andare in un pub frequentato da giovani della città per parlare con loro. Questo vescovo voleva dare un segno concreto di vicinanza ai giovani, cercando così di abbattere la barriera di separazione tra realtà giovanile e rappresentanti della Chiesa... Bellissima iniziativa! Il problema è che il pub si è riempito di molti preti e adulti, accorsi dalle varie parrocchie (nelle quali era stato pubblicizzato l'evento), mentre tanti giovani sono rimasti fuori, tutto sommato indifferenti o contrari a questa strana visita. Il giovane che mi ha raccontato questa vicenda, mi ha manifestato la sua delusione per l'occasione sprecata da parte di molti giovani della città, di incontrare finalmente sul loro terreno un così alto rappresentante della Chiesa, quella Chiesa che spesso criticano e rifiutano subito... A parte questo, mi ha raccontato che durante la serata, sono emerse molte domande da parte dei pochi giovani presenti e degli adulti, spesso su temi scottanti e difficili. Il vescovo ha cercato di rispondere a tutti. L'impressione di questo mio giovane amico è che le risposte fossero molto condizionate dal ruolo di colui che rispondeva; sembravano infatti dire in fondo le stesse cose che si possono trovare in qualsiasi catechismo e documento ufficiale. E' importante però la questione delle domande. Si è voluta creare una occasione per poter far emergere le domande su Dio, sulla fede, sulla Chiesa, sul senso della vita e gli insegnamenti religiosi... Penso ora a questi greci venuti dai discepoli di Gesù con una domanda semplice ma che contiene molte altre domande: "vogliamo vedere Gesù". Non è una semplice curiosità visiva, ma dentro ci sta il desiderio di incontrare e capire questo personaggio nuovo che si sta affermando con i suoi genti e parole, Gesù. E' da notare come la loro domanda i greci la fanno ad un discepolo, Filippo, che a sua volta la gira ad un altro, Andrea. E insieme vanno da Gesù. E il Maestro darà loro la risposta che, presumibilmente, verrà portata a chi ha fatto la domanda, questi greci saliti a Gerusalemme per il culto. In questa dinamica di passaggio di domande e risposte, c'è una stupenda immagine di Chiesa. La comunità dei credenti ha come primo compito quello di ascoltare le domande e cercare di interpretarle. La Chiesa ha certamente il compito di ascoltare Dio ma allo stesso tempo anche di ascoltare l'uomo. Senza ascolto dell'uomo è difficile anche ascoltare veramente quel che Gesù ha da dire all'umanità. E la risposta di Gesù riafferma il senso della sua storia: per "vedere Gesù" bisogna guardare la dove c'è la dinamica di morte e vita, di dono della vita, di capacità di perdere qualcosa per ritrovare quello che è più importante. Gesù lo di vede dove è innalzato l'amore totale, e non sui piedistalli della gloria umana e del potere. Gesù infatti ci attira a se dall'alto di una croce e non dall'alto di un trono. Questa è la risposta che i cristiani possono dare a chi cerca Gesù. Ed è una risposta da dare con il linguaggio della vita e con la testimonianza. A chi mi chiede "dove è Gesù", posso rispondere con la testimonianza dei miei gesti e con lo stile di vita. Se riesco a vivere con la logica del seme, che è pronto a morire per dare vita alla pianta, allora chi cerca in questo mondo Gesù riesce a vederlo così come è raccontato nel Vangelo. Clicca qui per lasciare un commento. |