Omelia (25-03-2012) |
don Luigi Trapelli |
Morire per rinascere Alcuni greci salgono al tempio per la festa e pongono una domanda particolare a Filippo. Vogliono vedere Gesù. Il vedere è visto più in profondità, significa capire chi è questa persona, entrare in profondità, conoscerla personalmente. In fondo, vorrebbero credere in Lui. Anche oggi le persone ti pongono questa domanda, perché la figura di Gesù affascina e appassiona ogni persona. Filippo ne parla con Andrea e poi vanno da Gesù. Gesù risponde parlando del suo futuro destino. La sua vera gloria avverrà quando salirà sul quel patibolo infame che è la croce, conducendo alla salvezza ogni persona. Gesù, poi, compie un paragone agricolo molto efficace: il chicco di grano per dare il frutto deve morire, così accadrà per Gesù e per ogni persona La vita di Gesù e del cristiano non è fatta di allori, ma significa lodare il Signore nel servizio dei fratelli, cominciando dai piccoli segni di ogni giorno. Gesù sente il turbamento e non va alla morte con il sorriso, però comprende che la fedeltà al Padre è più importante. Solo dove esiste l'amore, c'è la realizzazione piena dell'uomo, e la vita si ha nella misura in cui ci si dona. Gesù dall'alto della croce può attirare tutti a se e la croce da segno di sconfitta diventa strumento di vittoria. Gesù, innalzato sulla croce, attira tutti a sé. Con Gesù morto e risorto nasce un popolo nuovo, quello della Chiesa in cui non vi è distinzione tra giudei e greci. Attualizzare tale brano è difficile, però è chiaro l'invito di Gesù: più io dono la vita, più realizzo me stesso. Servendo gli altri, dono valore alle cose che faccio. Oggi prevale la logica del furbo, del pensare a noi stessi, in una logica di potere verso gli altri. Tuttavia i segnali positivi esistono. La testimonianza sapiente di persone non più giovani, la dedizione educativa di tante mamme e di alcuni papà ed aggiungerei di insegnanti e operatori del territorio, il coraggio del volontariato per parecchi giovani, sono segnali positivi di un cambiamento. Per puntare ad una umanità più attenta all'uomo, alla bioetica, ad un modo diverso di vivere l'impegno sociale e politico. Ricominciando dal "noi", da quella voglia di comunità che troppo volte abbiamo abbandonato. Per vedere Gesù, bisogna guardare al Crocifisso glorificato. Seguire Gesù suppone il servizio, lasciarsi attirare da Lui. |