Omelia (03-04-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Giovanni 13,37 Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te! Gv 13,37 Come vivere questa Parola? Sono le porte del cenacolo che si aprono quest'oggi davanti a noi. Gesù è seduto a mensa tra i suoi ma il suo sguardo tradisce un interiore turbamento. Il suo parlare si è fatto grave e, per chi lo ascolta, inquietante: "Uno di voi mi tradirà... Ancora per poco sono con voi... Dove vado io voi non potete venire". Quelle parole ne riecheggiano altre con cui aveva tentato di preparare gli apostoli a quell'ora. La reazione non è dissimile: un silenzio carico di paura, un non voler sapere, un non voler capire... È Pietro, che con la solita irruenza, interviene vivacemente: "Perché non posso seguirti? Darò la mia vita per te!". Nel suo sincero amore può tollerare tutto, ma non la separazione dal Maestro. E la risposta gli esce spontanea, più dal cuore che dalle labbra. Sono quei momenti di fervore che tutti conosciamo. Ma poi, quando l'amore presenta il suo volto esigente, chiedendo una presa di posizione ben definita, è facile scivolare nel compromesso e di qui, anche nel rinnegamento. Dio ci ama non perché siamo amabili, ma noi siamo amabili perché lui ci ama. È il suo sguardo a renderci preziosi ai suoi occhi: quello stesso sguardo che si è posato con uguale intensità su Pietro dopo il rinnegamento e su Giovanni che stava ai piedi della croce, e che oggi raggiunge noi lungo i sentiri della nostra vita. Voglio lasciarmi guardare da Gesù, quest'oggi, voglio lasciare che il suo sguardo incroci il mio. Voglio prestare attenzione a ciò che mi sta sussurrando: tu sei prezioso ai miei occhi! Mio Dio, dov'è ancora il mio peccato? Quel peccato che mi chiudeva e impigriva? Al suo posto scopro solo l'amore che l'ha sommerso e che continua a ripetermi: rimani nel mio amore! La voce di un testimone La storia della Passione è il documento che niente può fermare l'Amore. E la Speranza è un amore esultante, l'alleluia dell'amore. Primo Mazzolari |