Omelia (28-12-2003) |
don Marco Pratesi |
La S. Famiglia ci interroga La liturgia della Sacra Famiglia ci invita a riflettere sulla realtà della famiglia a partire dall'episodio di Gesù smarrito e ritrovato nel tempio. Quale tipo di famiglia risulta da questo episodio? Certamente, se ci proponessero come modello una famiglia che smarrisce il figlio e dove il figlio si sottrae alla custodia dei genitori, avremmo più di una perplessità. Invece, come sempre, il vangelo ci offre abbondanti spunti di riflessione sul rapporto tra genitori e figli. Si tratta prima di tutto di una famiglia dove si vive insieme la dimensione religiosa: tutti e tre si recano ogni anno in pellegrinaggio a Gerusalemme per la pasqua. * Non è frequente che, anche laddove è presente, la dimensione religiosa nelle famiglie sia vissuta individualmente, ciascuno per proprio conto? In secondo luogo, è una famiglia dove i genitori non stanno continuamente addosso al figlio, non lo soffocano. Solo così si spiega il fatto che lo abbiano cercato solo dopo una giornata di viaggio. Gli lasciano gli spazi per crescere, per stabilire rapporti con altri, per acquistare sicurezza. * Vediamo spesso i frutti dell'iperprotezione: l'insicurezza e la paura. Seguire i figli è un conto, soffocarli un altro. Giuseppe e Maria pensano che Gesù si trovi "tra i parenti e i conoscenti". Questa famiglia non è dunque isolata, ma inserita nella trama di altri rapporti di parentela o di amicizia. * Quante famiglie vivono chiuse verso l'esterno, insegnando di fatto la diffidenza e l'isolamento? Quando ritrovano Gesù del tempio i genitori non si mettono semplicemente a sgridarlo, ma gli chiedono "perché?": invitano cioè il figlio a interrogarsi sul senso delle proprie azioni. * Una educazione basata sul far capire e non sull'imporre. Abbiamo questa pazienza e questa fiducia? Di fronte alla risposta di Gesù, molto netta e decisa, per tutti sarebbe forte la tentazione di far pesare la propria autorità. Invece Maria di Giuseppe fanno un passo indietro. Sono coscienti che il figlio non è una loro appendice, qualcuno che deve corrispondere ai loro schemi. C'è in lui un mistero, su di lui un progetto che li supera e al servizio del quale essi si mettono, pur con tutte le difficoltà. * Non ci preoccupiamo spesso di più dei nostri progetti sui figli, che di quelli di Dio? Una volta tornati a Nazareth Gesù rimane loro sottomesso. Giuseppe e Maria fanno un passo indietro, che però non è abdicazione e rinuncia alla propria autorità di genitori. Gesù non chiede loro questo e non ne approfitta per liberarsi dalla loro autorità o condizionarla sotto la pressione di questo episodio straordinario. * Stanchi, sfiduciati, frustrati, i genitori non rinunziano spesso indebitamente al loro insostituibile ruolo di orientamento? All'offertorio: Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio porti grazia alle nostre famiglie, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente. Al Padre Nostro: Come famiglia di Dio, insieme a Gesù rivolgiamoci a Dio come a nostro Padre: |