Omelia (09-04-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Atti 2,30-32 Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Atti 2,30-32 Come vivere questa Parola? Queste parole fanno parte del discorso che Pietro, ormai libero dalle paure, tiene alle folle. Gli preme rendere persuasi i suoi fratelli che quanto è stato detto nelle Scritture si è puntualmente verificato nell'avventura umano-divina di Gesù. Qui allude al re Davide a cui era stato rivelato che a uno della sua discendenza sarebbe stato dato di essere vittorioso sulla morte e sulla corruzione del corpo, in ordine a un Regno senza confini. Il bellissimo salmo responsoriale dice infatti: "Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione" (Sal 15,7). Pietro può asserire con certezza che ciò si è verificato in Gesù Risorto. "Noi ne siamo testimoni" dice con forza. È questo a cui siamo chiamati anche noi nell'oggi, attraversato da tante minacce di morte. Nel mio rientro al cuore, prenderò coscienza di tanti pericoli di distruzione, di violenza corporale e psichica, di tanta possessività e prevaricazione di prepotenti sui deboli e poveri. Prego con umile amore: Signore Gesù, aiutami ad essere testimone della tua vittoria sulla morte e su ogni forza di disgregazione e di male. La voce di un Papa santo La nostra speranza è Gesù Cristo: il Crocifisso è anche il Risorto Giovanni Paolo II |