Omelia (14-04-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Marco 16,10-11 Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Mc 16,10-11 Come vivere questa Parola? Il brano del vangelo di Marco, che oggi la liturgia ci offre, è un riassunto narrativo dei fatti che riguardano la resurrezione. Colpisce un'espressione ridondante: "ma essi non vollero credere". C'è stata dunque una resistenza a questo evento. Sì, il nostro ristretto modo umano d'intendere può accogliere solo per fede la risurrezione! È la fede la grande scommessa. Ed è vincente quando passiamo dall'evento risurrezione alla persona di Gesù. È stato Lui a dire di sé: "Io sono la risurrezione e la vita. Se uno crede in me non morirà in eterno". È Lui il volto visibile di tutto l'amore del Padre. È proprio nella potenza del suo mistero di morte e di resurrezione che noi passiamo, già qui e ora, dalle nostre opacità e tristezze di cose mortali alla gioia di ciò che, all'orizzonte del cuore, già è risurrezione e vita per sempre. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi soffermerò a "respirare" a tutti i livelli del mio essere la gioia di un contatto personale e profondo con Gesù. Che io sappia ascoltare dalla tua voce: "io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me non muore", e dimorare in questo annuncio in letizia pasquale. La voce di un grande poeta Nessun vento è favorevole per chi non sa dove andare, ma per noi che sappiamo, anche la brezza sarà preziosa. Rainer Maria Rilke |