Omelia (28-12-2003)
don Roberto Rossi
Commento Luca 2,41-52

Nel clima e nel mistero del Natale, oggi, la liturgia mette in risalto il fatto che Gesù, il Figlio di Dio, è venuto nel mondo nascendo e vivendo in una famiglia. Oggi festeggiamo quella famiglia santa che è la famiglia di Nazaret: Maria, Giuseppe e Gesù.
Possiamo contemplare tutto il mistero della presenza di Dio in questa famiglia di Nazaret e la risposta generosa e fedele di tutti e tre alla volontà del Padre, nel cammino di una fede non facile, anzi messa alla prova dai tanti problemi che devono affrontare. Ma quella famiglia realizza in pienezza la sua particolare vocazione e missione, com'era stata pensata nel progetto di Dio. Nell'umiltà e nel nascondimento della famiglia di Nazaret è presente Gesù, il Salvatore del mondo, e con Lui e per Lui vivono Maria e Giuseppe. Possiamo meditare tutte le virtù che vivono Maria, Giuseppe e Gesù, nell'amore vicendevole, vissuto in maniera più sublime, nella povertà, nella fede, nella carità, nel sacrificio, nella ricerca e nell'adesione alla volontà del Padre.
Possiamo trovare nella famiglia di Nazaret la luce e la forza per ripensare e costruire le nostre famiglie secondo il progetto di Dio, quel progetto che è il nostro vero bene e il bene di tutti.
Qual è il progetto di Dio? "Non è bene che l'uomo sia solo...". Dio creò l'uomo e la donna a sua immagine e diede loro un compito specifico per lo sviluppo dell'umanità: "li benedisse e disse loro: siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra".
Nella realtà della famiglia si realizza l'amore vero di ogni persona verso le altre e la nascita e il moltiplicarsi delle nuove vite.
Ci sono tante ideologie, tentazioni, attentati oggi nel mondo a riguardo della famiglia, ma non si troverà mai una realtà più grande che realizzi le aspettative più profonde di ogni persona. Non sarà il consumismo, né l'edonismo, né qualunque forma di materialismo che appagherà il cuore dell'uomo, ma solo la vita di amore con gli altri e l'apertura alla vita.
E' molto bello pensare come la famiglia è importante nel pensiero di Dio.
"Pensiamo alla creazione: dopo aver creato tutte le cose, Dio crea la famiglia. Pensiamo alla redenzione: Dio ha mandato il suo Figlio sulla terra e ha scelto una famiglia per accoglierlo. Dio non ha trovato un posto più degno della famiglia: a Betlemme tutto è povero, l'unica ricchezza che Dio ha voluto è la famiglia. Pensiamo alla vita di Gesù: il primo miracolo Gesù lo compie per la gioia di una famiglia a Cana di Galilea.
Ma qual è la famiglia che Dio vuole? Qual è il progetto che Dio ha pensato per la famiglia? Qual è il progetto al di fuori del quale non solo non c'è vera famiglia, ma non c'è neppure dignità, serenità, pace, gioia di vivere?
Dio vuole che la famiglia sia caratterizzata da un solo amore nella fedeltà: è una necessità per il rispetto della dignità degli sposi e per il rispetto della dignità dei figli. Ecco la bellezza e l'importanza della fedeltà, che va preparata, costruita giorno per giorno nell'impegno e nella prudenza, difesa nelle tentazioni, vissuta come la gioia più grande.
Per questo la famiglia nel pensiero di Dio è indissolubile." (Comastri, Predicate la buona notizia, LDC)
La famiglia poi è aperta alla vita e cura la crescita e l'educazione dei figli, è impegnata nel rispetto della vita in ogni suo stato, anche quando ci sono malati, anziani o situazioni di particolari problemi. E il Signore ci dà la forza per tutto questo: ha voluto santificare la famiglia con la grazia del sacramento del Matrimonio e sempre ci è vicino con la sua grazia.
Il testo del vangelo di oggi racconta della famiglia di Nazaret a Gerusalemme e del ritorno a Nazaret. A Gerusalemme, i genitori cercano il fanciullo Gesù e trovatolo, gli dicono: "Perché ci hai fatto questo?". A Nazaret Gesù era sottomesso ai genitori e cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. In questo testo è racchiuso il segreto di ogni educazione: Gesù era sottomesso ai suoi genitori, perché i suoi genitori erano sottomessi a Dio. Questo insegna l'importanza della vita spirituale che mantenga la famiglia alla presenza di Dio, sotto la sua luce e la sua benedizione. Vita spirituale significa preghiera personale e familiare, frequenza ai sacramenti, amore reciproco e amore al prossimo.
Così si comprende come il Signore vuol fare di ogni famiglia una cosa santa: a ciascuna ha dato una vocazione e una missione. Una vocazione: è il Signore che chiama a costruire questa realtà grande, come chiama alcuni alla consacrazione sacerdotale o religiosa; e chiama le famiglie per la grande missione di accogliere, amare, servire la vita in tutte le sue forme, realizzando così l'amore più vero, tra i membri della famiglia e nell'apertura verso tutti.
Il S. Padre, in tanti interventi, ha richiamato tutto questo facendo sentire la bellezza dell'accoglienza alla vita. "I figli, ha detto, non sono un optional, un peso, ma un dono".
E continuava: "Prendete a modello la famiglia di Nazaret, che pur chiamata a una missione incomparabile, fece il vostro stesso cammino. Tra gioie e dolori, tra preghiera e lavoro, tra speranze e prove angustianti, sempre radicata nell'adesione alla volontà di Dio. Siano le vostre famiglie sempre più "chiese domestiche" da cui salga ogni giorno la lode a Dio e si irradi sulla società un flusso benefico e rigenerante di amore". Chiediamo sempre la benedizione del Signore sulle nostre famiglie, rendendo ciascuno capace di costruire la propria famiglia secondo il grande progetto di Dio.