Omelia (15-04-2012)
Omelie.org - autori vari


PRIMO COMMENTO ALLE LETTURE
a cura di Mons. Remo Bonola

Introduzione. Un'indispensabile pietra angolare nell'edificio della storia, scartata dai benpensanti di questo mondo, ma ricollocata al suo posto, da un esperto creatore di brevetti " Salva-fallimenti" di persone e di cose.
1. Un'indispensabile pietra angolare nell'edificio della storia umana.
" La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d'angolo". Così recita il Salmo responsoriale 117 al V.22.
Questa singolare "Pietra angolare" della storia, non può essere un personaggio qualunque; per sorreggere il complesso edificio delle vicende umane, occorre necessariamente un soggetto, che abbia tutti i connotati di Dio, e costui non può essere altro che Cristo Gesù.
1. Egli dunque è la "Pietra angolare", senza la quale né l'uomo, né la sua società possono fare a meno di Lui, pena la loro autodistruzione. Infatti nel suo discorso di commiato dagli Apostoli, Gesù ha detto con chiarezza: " Senza di Me non potete fare niente". (Gv. 15,5)
2. Purtroppo non la pensano così i cervelloni di questo mondo, i quali affidandosi alle capacità proprie e delle loro tecnologie d'avanguardia, sono certi di costruire le loro vite e il loro benessere e progresso sociale, senza Cristo, se non addirittura contro Cristo.
Il santo Simeone sulla spianata del Tempio di Gerusalemme, nel tenere tra le sue braccia il piccolo nato di Betlemme, illuminato dallo Spirito Santo, pronunciò queste parole profetiche che non possiamo ignorare: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione, perché siano svelati i segreti di molti cuori" (Lc. 2,34)
Riflessione. Cosa intendeva dire il santo vecchio profeta d'Israele? Semplicemente questo: < il fragile Bambino che ho tra le mani, futuro Salvatore dell'umanità, sarà lo spartiacque della storia, nel senso che, quale segno di contraddizione, dividerà gli uomini in coloro che lo accetteranno e saranno salvi, e in coloro che lo rifiuteranno e si autocondanneranno alla loro rovina.
Il noto scrittore romantico tedesco Goethe, ci offre un'interessante osservazione, in merito alle conseguenze sociali indirettamente provocate dalla fede nella Persona di Cristo nella storia.
Egli infatti dice:< La distinzione di maggior momento tra vari periodi storici, è quella tra fede e incredulità. Tutte le epoche storiche in cui ha dominato la fede, sono state brillanti, entusiasmanti, feconde, mentre quelle in cui ha prevalso l'incredulità, non lasciano traccia, perché nessuno ha voglia di dedicarsi a ciò, che è sterile. Per di più le culture, che creano le premesse dell'amore per la vita, sono in pari tempo, culture della fede>.
Chi più e meglio del Cristianesimo infatti, anche se tra diverse ombre, ha prodotto nel tempo periodi più brillanti, rispetto a epoche di maggior oscurità morali e religiose?
1. Un esperto creatore di brevetti "Salvafallimenti" ricolloca al suo posto la "Pietra angolare" scartata da Israele e dai benpensanti del mondo.
Chi è questo esperto brevettatore? E' Dio Padre, che con il suo amore ha fatto della morte e risurrezione del suo Figlio Gesù, la "Pietra angolare" della storia, con l'unico scopo di dare vita, non più all'uomo economico, cioè a quello che vuole fare a meno di Cristo, ma all'uomo integrale, quello rigenerato con l'acqua del Battesimo, e con il sangue versato sul Calvario.
In tal modo il salmo 117 può proclamare questo evento come "Il giorno, che ha fatto il Signore. Perciò rallegriamoci ed esultiamo", perché con Cristo Pietra Angolare ricollocata nella storia da Dio Padre, la salvezza è alla portata di chiunque la voglia avere.
Riflessione. Cosa intendiamo con la dizione di uomo economico e uomo integrale? Risposta.
1. Per uomo economico, intendiamo l'uomo moderno, che al dire di un problematico ateo ex marxista come Erich Fromm:< Adora l'avere e ha perso il rispetto per la vita, la propria e quella dei suoi simili; non è soltanto insensibile ai principi morali, bensì anche sordo alle considerazioni d'ordine razionale, che interessano la sua stessa sopravvivenza>. ( E. Fromm, da " La disobbedienza").
2. Per uomo integrale invece, sempre al dire di Fromm, va inteso: < colui, che sa riscoprire e valorizzare le proprie radici spirituali, facendosi promotore di pace, di giustizia e di fratellanza umana>. (Da "La disobbedienza").
Se a queste radici spirituali si aggiungesse il tocco di Dio e della sua Parola, allora avremmo veramente il cristiano perfetto.
1. I tre "Salvafallimenti" necessari, richiesti dalla Pietra Angolare per garantire, tanto la salvezza del singolo, quanto quella della sua società.
Se da un punto di vista umano, bisogna tendere alla formazione dell'uomo integrale, dal punto di vista spirituale, per avere il perfetto cristiano, occorrono questi tre "Salvafallimenti":
1. Fede nella risurrezione di Cristo: " La sera di quello stesso giorno (= quello della sua risurrezione), mentre erano chiuse le porte del luogo, (= il Cenacolo), dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo a loro e disse: e i discepoli gioirono al vedere Gesù (Risorto)> (3ª lettura).
Tommaso poi, assente a questa prima apparizione di Gesù Risorto, otto giorni dopo, a nome degli increduli di tutti i tempi, verifica di persona la veridicità della Risurrezione del Signore con la sua apodittica professione di fede: "Mio Signore e mio Dio!".
La fede dunque nel Risorto è il primo "Salvafallimento" sia per il singolo uomo, che per l'intera umanità, dal momento che, con la risurrezione di Cristo - dice Tolstoi - < al posto della morte, c'è la Luce>.
2. Fede nella misericordia infinita del Cristo Risorto: "A chi rimetterete i peccati, saranno perdonati e a chi non li rimetterete, resteranno non perdonati". (3ª lettura)
Con questa solenne proclamazione, proprio nel giorno di Pasqua, Gesù istituisce il sacramento della misericordia e del perdono, affidandolo alla Chiesa.
Riflessione. Il 18 aprile 1993, il Papa Giovanni Paolo II beatificò suor Faustina Kowalska, alla quale il Signore affidò, tra i tanti, questo consolante messaggio: < Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me, anche se i suoi peccati fossero come il rosso scarlatto ... Tutte le anime, che adoreranno la Mia Misericordia, questa le proteggerà nell'ora della morte>.
3. Fede nella comunità cristiana come famiglia di Dio tra gli uomini, perché tutti coloro che ne fanno parte siano: (cfr. 1ª lettura)
1. Testimoni credibili della Risurrezione del Signore
2. Un cuor solo e un'anima sola, contrassegnati da una forte allergia per qualunque forma di discordia, di divisione, di rancore e di malumore
3. Solidali e attenti alle necessità di chiunque avesse bisogno di noi.
Conclusione. Il mondo d'oggi dunque ha bisogno di questi tre "Salvafallimenti". A ciascuno di noi però ogni giorno spetta il compito di offrire alla nostra società, segni credibili di fede, di misericordia e di comunione reciproca, perché prevalga sempre

SECONDO COMMENTO ALLE LETTURE
a cura di Eduard Patrascu

"Se non vedo"
Povero Tommaso! Lungo i secoli è passato come la persona incredula, piena di dubbi, che ha bisogno di conferme per la sua fede, insomma come figura da non seguire. Ma è forse cosi? Mi chiedevo questi giorni: ma in fondo dove ha sbagliato Tommaso? O se volete: ha proprio sbagliato? Certo, dalla risposta di Gesù si può, da una parte capire che qualcosa nell'atteggiamento di Tommaso non era il massimo, ma d'altra parte, quando dice "beati quelli che pur non avendo visto crederanno", di sicuro non si riferisce agli altri discepoli. E poi non diciamo noi che gli apostoli sono quelle persone che hanno fatto esperienza dal vivo di Gesù risorto? Allora perché etichettare Tommaso quale figura dell'incredulo? E gli altri apostoli?
Certo, loro credevano ... ma credevano perché lo avevano visto! Pensate a Pietro e Giovanni che, quando la Maddalena annuncia loro che Gesù è risorto, mica credono subito; anzi, vanno alla tomba, vedono e credono. Pensate ai due discepoli sulla via di Emmaus: anche a loro le donne e addirittura "alcuni dei nostri" (= discepoli) era stato detto che Gesù era risorto, ebbene nemmeno loro hanno creduto alle "cose sentite, dette", finché non lo riconoscono "nello spezzare del pane". Allora perché pretendere a Tommaso di credere senza vedere? Perché lui dovrebbe fare eccezione? Pertanto, bisogna riconoscere che la fede ha bisogno di conferme, più o meno forti, evidenti.
Siamo sinceri: quante volte anche noi ce la prendiamo con Dio perché la nostra fede è assalita dai dubbi e lui ... anziché confermarla (magari facendosi vedere a noi), ci chiede la fede, ci chiede di credere senza vedere. Non è questo troppo? Perché altri lo hanno potuto vedere, e noi no? Ecco allora domande valide: il bisogno di vedere Dio, di fare esperienza della sua presenza è profondissimo, è naturale ... è giustificato. Tutto l'Antico Testamento ha come sfondo questo: ricordate il versetto del Salmo: "Mostrami Signore il tuo volto"; Mosè, Elia, Davide ecc: tutti i grandi personaggi di grande fede, tutto hanno invocato Dio per sperimentare la sua presenza, quindi la sua esistenza. E perché per Tommaso no? Perché Tommaso doveva fare quel salto immenso di qualità e credere che qualcuno era risorto senza che lui lo avesse visto di persona?
Tommaso l'incredulo, lo ha chiamato la storia! Io non sarei molto d'accordo e avrei il coraggio di accusare la storia di mancanza di realismo. La vita spirituale - quando è vissuta bene - nel suo ordinario non può non presentare questo grido: "Signore, fatti vedere, fammi sentire la tua presenza, fa' che io possa essere saldo nella fede!" Noi siamo persone concrete e le parole si servono, ma non bastano: noi vogliamo vedere l'attuarsi delle parole, vogliamo toccare, vogliamo sperimentare.
Ebbene, è esattamente ciò che Dio vuole fare con gli uomini: vivere in comunione, in interazione ... perché Dio è amore, è esperienza. Perciò credo che Dio non accuserà mai nessuno se nel grande amore per il Signore (amore manifestato nel ricercarlo), uno ha dei dubbi su di Lui. Anzi: credo che il dubbio di fede sia un grande segnale del fatto che la nostra fede è viva, dinamica ... cerca il vero Dio e non si fa un idea fissa di Dio che presto così diventa un appannaggio di Dio, un idolo. La crescita della/nella fede ha come legge fondamentale la continua ricerca, il rivedere le proprie convinzioni su Dio, sul suo modo di agire e rapportarsi ... insomma il dubbio è essenziale della fede. Ovviamente, se crediamo che Dio è il totalmente Altro, l'inafferrabile. Certo, il traguardo del cammino di fede è "credere senza pretesa di vedere": questo vale qui, sulla terra. Ma pensate che il vero traguardo della fede è..., guarda caso, proprio vedere Dio, fare esperienza di lui nel Paradiso. Allora, viva san Tommaso! viva colui che ha avuto il coraggio di riconoscere anche davanti agli altri di avere bisogno di vedere Gesù, rischiando di passare nella storia come l'incredulo, come il dubbioso, l'incapace di fidarsi di Dio. Ma facendo ciò ci ha fatto un grandissimo servizio: ha provocato Gesù a proclamare beati noi, che non lo abbiamo mai visto in carne e ossa, eppure crediamo in lui. A dire il vero, tra le righe Gesù dice: voi che non mi vedrete così eppure crederete, siete/siate molto più beati di costoro che mi hanno visto!
E san Tommaso interceda per noi il dono della fede!
(Si potrebbe fare un paragone tra la vicenda di Tommaso e quella di Giobbe, quest'ultimo manifestando la sua fede nel cap 42: "ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno visto": entrambi non hanno colpa nella disgrazia: uno di non aver visto Gesù, l'altro di soffrire senza motivo: eppure, entrambi credono dopo aver visto).