Omelia (21-04-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Giovanni 6, 17-18 Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato perché soffiava un forte vento. Gv 6, 17-18 Come vivere questa parola? Venuta la sera, di discepoli di Gesù, decidono di tornare alla normalità di Cafarnao: può darsi che si sentivano un po' confusi, delusi: la folla voleva proclamare Gesù re, ed egli fugge e si nasconde da essa! L'evangelista con il suo linguaggio simbolico esprime questa confusione con il buio, il mare agitato, il vento forte; la natura riflette lo stato d'animo dei discepoli, soli, senza la presenza di Gesù. Gesù arriva camminando sulle acque agitate e subito c'è calma e si giunge alla sponda. I discepolo hanno paura e Gesù li rassicura: "Sono io, non abbiate paura!". Così egli si rivela loro come Colui che opera prodigi: sfama la folla miracolosamente, cammina sulle acque, comanda ai venti... in una parola, Gesù, loro amico e Maestro è qualcosa di più: è il Signore in cui risiede la presenza e la potenza di Dio. I discepoli incominciano a leggere e comprendere la loro esperienza di Gesù in chiave di risurrezione. Questa è una scoperta fondamentale anche per noi oggi: Gesù opera ancora nell'esperienza umana di ogni giorno; tocca ad ognuno, illuminato dalla parola e dell'Eucaristia. imparare a riconoscere la sua presenza dinamica. Nella mia pausa contemplativa, oggi, mi lascio meravigliare da Gesù che se le inventa tutte per avere una relazione intima con me, con noi: Egli è davvero il Signore che ci ama e ci salva e che resta con noi fino alla fine dei tempi. Gesù, Pane di Vita, fammi più consapevole della tua presenza nascosta nella mia quotidianità; che io possa udire: "Sono io, non temere!" La voce di un guida spirituale La risurrezione viene in un secondo tempo. Viene dopo che abbiamo condiviso la sua passione, troppo tardi per fare del cammino spirituale un viaggio facile, ma proprio al momento giustoperché sia umiliato l'incredibile orgoglio della specie umana Thomas Keating |